Ferragosto in giallo
- Autore: Andrea Camilleri Alicia Giménez-Bartlett Francesco Recami Marco Malvaldi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2013
Da Salvo Montalbano a Petra Delicado, gli investigatori degli autori presenti in questa raccolta hanno poderose personalità, tanto da riempire ampiamente lo spazio dei loro casi, non meno di quanto lo facciano gli intrecci in cui capitano. (Note di copertina)
Il racconto di Andrea Camilleri “Notte di Ferragosto” apre la serie di narrazioni, di autori vari (Costa, Giménez-Bartlett, Malvaldi, Manzini, Recami), incluse nel volume “Ferragosto in giallo” (Palermo, Sellerio, 2013). Lo compongono cinque capitoletti in cui è racchiusa una storia che ha come protagonista il commissario Montalbano. Siamo a Vigàta dove la metà degli abitanti sono soliti trascorrere sulla spiaggia la notte tra il quattordici e il quindici di agosto. Accattivante la descrizione dello spostamento delle famiglie dal paese al mare, giacché vi sono evocati usi e costumi in vita fino alla metà degli anni Sessanta:
“Era ‘na speci di migrazioni momintania, Vigàta ristava diserta, proprietari ‘nni addivintavano cani e gatti, i latri di case non si pirdivano l’occasioni e s’arricampavano macari dai paìsi vicini. Evidentementi si erano passati la parola”.
Il gusto del dettaglio antropologico spinge al sorriso, mentre il degrado ecologico dovuto all’incuria della gente fa amaramente riflettere:
“Ristava la lordura, buttiglie vacanti, scatole, sacchetti, preservativi, siringhe, pezzi di sosizza e di cuddrironi che venivani avidamente mangiati dai cani randagi. I munnizzari avrebbiro dovuto travagliare ‘na jornata ‘ntera per fari pulizia”.
Il commissario e Livia trascorrono insieme il ferragosto, cenando nella verandina. E’ al mattino che avviene la scoperta di un morto sulla plaia. Scatta subito l’adozione dei provvedimenti del caso da cui risulta che il cadavere – dovette essere stato un bel trentenne - ha una siringa in vena. Sorgono le prime domande: si è trattato di overdose o di omicidio? Dalla risposta sarebbe indubbiamente mutato il quadro della situazione, ma soltanto i risultati dell’autopsia possono risolvere il problema. Nel frattempo, si presenta in commissariato una ragazza, insegnante di liceo a Montelusa, per denunciare la scomparsa del fratello. Il colloquio conferma l’atteggiamento di spiccata umanità mostrato da Montalbano nei confronti di lei:
“Accapiva pirfettamenti lo stato d’animo della picciotta epperciò le parlò paternamenti, a malgrado che le fussi squasi coetaneo”.
Il passo successivo è l’identificazione del morto. Unitamente ad altri dati emersi sia nel corso dell’anzidetto colloquio sia durante la conversazione tra il medico-legale, dottor Pasquano, e il commissario, si aprono interessanti scenari. Il caso, si sa, non esiste nell’ingranaggio narrativo specie se di genere poliziesco. Camilleri è maestro nella combinazione degli elementi. Ecco allora la soluzione grazie a una testimonianza ingegnosamente preordinata. Però, inaspettatamente Montalbano viene scavalcato dal superiore. Quali le zone d’ombra? Il racconto si legge d’un fiato. Oltre a coinvolgere la partecipazione e a stuzzicare il “piacere della fantasia letteraria” – dice l’editore nella nota introduttiva-, ha la sicurezza e scioltezza della sintesi. Pregevole appare la caratterizzazione di Salvo Montalbano. Anche la personalità risulta ben delineata degli altri “detective” che animano i sei racconti di questo godibile libro. Nel risvolto di copertina si legge:
“Così, in questa collezione di racconti, dopo un “Natale in giallo” e “Capodanno in giallo”, gli investigatori della scuola poliziesca degli scrittori Sellerio cercano di trascorrere alla meglio il loro giorno di Ferragosto. Avventurandosi in indagini e inciampando in imbrogli che, oltre al mistero immancabile, tendono a mettere in risalto gli stili di vita e le concezioni del mondo”.
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Sellerio è una delle migliori casse editrici in circolazione e la scelta degli autori da esibire nella sua scuderia è sempre di gusto ed interessante. Ogni tanto si lascia tentare dalla trovata commerciale ed il risultato è spesso godibile. In questo libro sono presenti diversi autori, ciascuno con il proprio ragguardevole stile ed il proprio personaggio di punta, non sempre però il risultato è all’altezza delle aspettative. Riescono in pieno probabilmente soltanto Recami e Malvaldi, coerenti a sè stessi e al loro modo interessante di fare noir ingialliti, Camilleri è un pò sbiadito, il racconto della Gimenez-Bartlett assolutamente inverosimile (ma qualcuno lo ha riletto prima di pubblicarlo?), Costa e Manzini non particolarmente degni di nota. Ci si aspettava di meglio ma tutto sommato per una lettura estiva senza pretese la sufficienza è garantita.