Le inchieste del commissario Collura
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
Il libro "Le inchieste del commissario Collura" (Roma, Libreria dell’Orso, 2002; Milano, Mondadori, 2007), che apparve in otto racconti nell’estate del 1988 sulla “Stampa”, manifesta la passione di Camilleri per il mare in lui nata sin dall’infanzia, dato che suo padre, dopo il crollo finanziario della famiglia, aveva svolto l’incarico di Ufficiale civile della capitaneria di porto. Per questo, il nostro scrittore è sempre vissuto, come egli stesso dice nell’intervista fattagli da Saverio Lodato, in compagnia di ufficiali di navi da guerra o mercantili. Bambino, li sentiva parlare di storie marinaresche, di tempeste, di luoghi esotici e di avventure che gli nutrivano la fantasia fino a coltivare il desiderio di frequentare l’Accademia di Livorno (proposito abbandonato, avendo ricevuto, giocando a sassate, un colpo all’occhio destro che gli causò un danno visivo).
La nascita del Commissario Collura
Come a voler compensare il senso di delusione, il suo interesse per il mare, oltre ad essere stato trasferito nell’indole di Montalbano, si ritrova adesso anche in un altro simpatico personaggio. Si tratta di Cecé Collura, protagonista del libro in questione che si muove al di fuori delle coordinate siciliane e in “una terra di nessuno” quale quella della “crociera”. Quando il quotidiano la “Stampa” gli aveva chiesto alcuni racconti, come egli stesso riferisce, aveva due nomi che gli frullavano in mente: “uno Montalbano e l’altro… Collura, cognomi tipicamente siciliani…”. Per un atto di omaggio a Vasquez Montalban optò per il primo,
“Ma ora”, precisa, “dovendo scrivere dei racconti mi venne in mente di trovare un personaggio fisso. E subito è stato come una sorta di risarcimento nei confronti del commissario Collura (…). La seconda cosa che mi venne in mente (…), era quella di avere le possibilità di fare delle indagini all’interno di un luogo esattamente delimitato. E’ un po’ il giochetto che fa spesso Agatha Christie quando sceglie l’Orient Express o un aereo per le sue storie. E quindi scelsi una nave da crociera perché offre una possibilità enorme di incontri con persone diversissime tra di loro. Nacque così il commissario di bordo. Il commissario di bordo non è un vero e proprio poliziotto: … è soprattutto quello che si occupa del buon andamento dei croceristi, della crociera stessa e del personale di bordo, ma non è un investigatore. Allora mi venne in mente di farne un poliziotto momentaneamente a riposo che ha una certa deformazione professionale anche quando si trova a svolgere un compito che poliziesco vero e proprio non è”.
L’identikit di Collura è quello del commissario di polizia che, nel corso di una convalescenza di sei mesi per essere rimasto ferito in un conflitto a fuoco, si imbarca con quella funzione, concedendosi una vacanza. Collabora con lui un vice commissario, la cui funzione narrativa è quella di spalleggiarlo nelle indagini: una serie di gustosi “gialli” senza delitti, però.
Montalbano e Collura: due commissari a confronto
Tanti i tratti che accomunano Collura a Montalbano! Due poliziotti che si conoscono e che hanno le medesime qualità dello sbirro: l’osservazione e il ragionamento, innanzitutto, ma anche il bisogno di raccontarsi le vicende al fine di risolvere così il caso. Viaggiando anch’egli per mare, il lettore da parte sua scoprirà che questi racconti, piacevoli, sorprendenti e a volte inquietanti, mettono a contatto con un piccolo mondo di desideri, il più delle volte perversi, dove in definitiva tutto si riduce a “finzione”.
Le inchieste del commissario Collura
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Agrigento è una terra meravigliosa, dove tutto è più bello e profumato, i campi, il mare, l’aria e pure le persone.
L’acutezza degli agrigentini non ha eguali e non è il caso di citarne alcuno, sono tantissimi e di una intelligenza straordinaria e perfino simpatica.
Porto Empedocle è un concentrato delle qualità intellettuali degli agrigentini perfettamente coniugate con l’apertura mentale, l’intraprendenza ed il coraggio degli uomini di mare. Il Maestro Camilleri non poteva che essere empedoclino.
Sarebbe banale tessere le lodi di un simile gigante del nostro tempo, che riesce sempre a stupirci con la sua intelligenza, la sua fantasia, la sua umanità e la sua smaliziata ironia.
Ci permettiamo solo di pregarlo di continuare a farci assaporare il frutto del suo ineguagliabile ingegno. Grazie Maestro, alla faccia di qualche triste, tristo ed invidioso intellettualoide che non capisce la grande carica letteraria -oltre che umana ed estetica- che c’è nei suoi scritti.