Gente di Dublino
- Autore: James Joyce
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
“Gente di Dublino” (“Dubliners”) è una raccolta di 15 racconti, terminata nel 1905 e pubblicata da Joyce nove anni dopo, con lo pseudonimo di Stephen Daedalus. Scritto in esilio, è il primo attacco dello scrittore contro Dublino. I dettagli realistici sono combinati con il significato simbolico. Joyce scrisse che la sua intenzione era di mostrare “la storia morale” di Dublino, come “centro della paralisi”: il suo metodo era la “scrupolosa meschinità”, dopo gli stili di Flaubert e Checkov. Per paralisi, Joyce intende stagnazione, apatia, la repressione degli impulsi, delle passioni ed emozioni, la falsa rispettabilità, conformismo, mediocrità, l’autoillusione, l’impotenza. La fuga, soluzione mai efficace, è la conseguenza della paralisi, nel momento in cui i protagonisti comprendono la propria condizione.
Le storie sono tenute insieme dalla comune idea della ”morte in vita”: tutti i personaggi falliscono, sono frustrati, rinunciatari delusi o indifferenti. I termini e le immagini evocate suggeriscono l’idea di decadimento, squallore e desolazione. Alcune volte un’epifania, un’improvvisa illuminazione o rivelazione della verità e dell’essenza della realtà lampeggiano nella mente dei protagonisti, togliendoli dal loro stato di cecità.
Le storie mancano volutamente di trama e azione, affrontano eventi banali, senza mai raggiungere un climax, volendo essere la semplice rappresentazione dell’uomo e società moderni.
Recensione di Rachele Landi
Cento anni di “Gente di Dublino”
di Francesca Barile
Nel 1914 è pubblicato per la prima volta Gente di Dublino. Vediamo un breve excursus per spiegare i motivi della modernità di questo libro.
Gente di Dublino è una raccolta di racconti che sposano lo stile realistico mutuato da Flaubert con le istanze moderniste presenti per l’adozione del flusso di coscienza attraverso l’uso del monologo interiore e del pensiero diretto libero, ma anche rinnegando quella narrazione onnisciente che aveva caratterizzato il romanzo dal Settecento fino al primo Novecento.
Joyce, ormai da dieci anni lontano dalla sua città natale Dublino, come un novello Dante, ha tuttavia la sua città nel cuore e non manca di farne dettagliate descrizioni corrispondenti non tanto a una smania di realismo quanto a una visione personale di ciascun personaggio dei vari racconti.
Gente di Dublino - o in originale Dublinesi (Dubliners) - vuole offrire un quadro degli abitanti della città partendo dall’infanzia fino alla maturità.
Religione, moralità o moralismi tengono prigionieri gli abitanti della capitale irlandese impedendo di andare oltre. Sono questi i peccati originali che lo scrittore Joyce imputava ai suoi concittadini, tanto da scegliere il volontario esilio.
Malgrado sia passato un secolo dalla pubblicazione del libro e dieci anni in più dalla stesura dei singoli racconti, Gente di Dublino resta ancora popolare e moderno per lo stile innovativo e per il piglio dei vari racconti che riescono a superare la polvere del tempo proiettandosi verso le istanze più recondite e universali dell’individuo meritandosi il giusto premio dell’immortalità riservato alle autentiche opere d’arte.
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