Caro papa teologo, caro matematico ateo. Dialogo tra fede e ragione, religione e scienza
- Autore: Piergiorgio Odifreddi Joseph Ratzinger (Benedetto XVI)
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
Con la dipartita del papa emerito Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, compianto da oltre cinquantamila persone convenute a Roma per la cerimonia funebre, è attuale e da rileggere come suo lascito direi "testamentario" l’opera del papa filosofo che voleva la chiesa più divina che umana, tradizionale, volta al cielo e alle cose ultime, non solo ente assistenziale.
Essenziale la sua capacità di dialogare anche con gli atei, compito non facile ma necessario nei nostri tempi desacralizzati. In tal senso è davvero una pietra miliare il libro scritto a quattro mani Caro papa teologo, caro matematico ateo. Dialogo tra fede e ragione, religione e scienza di Piergiorgio Odifreddi e Benedetto XVI (Mondadori, pp137, 2013).
Il dialogo, scrive Odifreddi in prefazione:
Costituisce un unicum nella storia della Chiesa: un dialogo fra un papa teologo e un matematico ateo. Divisi in quasi tutto, ma accomunati almeno da un obiettivo: la ricerca della Verità, con la maiuscola.
Le posizioni divengono ben presto divergenti. Odifreddi si trasforma in ideologo quando definisce la teologia "fantascienza", liquidando con la sua consueta ironia (ma questa volta senza sbeffeggiamenti, data la caratura dell’interlocutore) tutti i problemi ontologici e metafisici.
Che ne sarà di noi post-mortem? A questa domanda Benedetto XVI replica:
"Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l’umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e - non meno pericolose - patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l’una dell’altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia."
Prologo della comunione-disunione tra i due, è la decisione di Odifreddi di inviare al papa il suo libro Caro papa ti scrivo, con i commenti al testo di Benedetto Introduzione al cristianesimo. Scrive senza aspettarsi una lunga e dettagliata risposta capitolo per capitolo. Invece Ratzinger, ormai dimessosi dalle funzioni papali per l’impossibilità fisica di svolgerle (ma NON si è dimesso dal titolo e dal ruolo di pontefice), risponde con una lettera di sei pagine. È l’inizio di una corrispondenza intensa e appassionata, raccolta in questo libro da meditare.
Il matematico riafferma la teoria evoluzionistica di Darwin, che notoriamente non tiene conto di Dio, ma del caso. Il darwinismo, ricordo, rimane non provato per il non trovato "anello mancante" di evoluzione tra scimmia e homo sapiens; non trovato per la semplice ragione che non esiste.
L’intelletto dell’uomo, secondo tutte le Sacre Scritture, non solo bibliche, è una diretta infusione divina. L’anello mancante, il salto inspiegabile viene dimenticato da Odifreddi, il quale mette in dubbio anche l’esistenza storica di Gesù, per insufficienza di fonti storiche, secondo lui. Il papa invece comprova l’esistenza abbondante di fonti in merito, consigliando al matematico lo studio di vari libri.
Siamo di fronte al millenario conflitto tra ragione e fede, condotto con garbo ma pure con fermezza.
Peccato che il matematico, lo sottolineo, dimentichi la frase di Platone:
"Dio sempre geometrizza"
E l’iscrizione posta sul frontone dell’Accademia platonica, come condizione necessaria all’acquisizione della sapienza: Chi non conosce la geometria non si avvicini.
Qui abbiamo davvero la riconciliazione tra scienza e fede.
Per Piergiorgio Odifreddi la fede è sempre irrazionale, illogica; egli non tiene conto del simbolismo che esprime, anche emotivamente, quanto la sola razionalità non può comprendere ed esprimere. Per Papa Benedetto la fede non nega la ragione ma la sorpassa con la rivelazione. La verità va cercata ma anche accolta.
E mi sovviene Albert Einstein, scienziato insigne, con le sue due frasi famose: "Il vecchio lassù non gioca a dadi" alludendo a Dio e alle sue leggi che regolano il cosmo, e inoltre "Sottile è il Signore, non malizioso". Con ciò intendeva dire che Dio rimane misterioso alla ragione umana non per cattiva volontà o malignità, bensì per la sua ’sottigliezza", grandiosità, inarrivabile eternità e infinità.
Nelle ultime lettere Odifreddi rimarca i mali della chiesa cattolica: attaccamento al denaro, al potere, pedofilia dilagante. Mali e brutture reali che Benedetto non nega, se ne addolora, ma non sono sufficienti a respingere la fede in un Dio provvidente che ha donato alla chiesa figure luminose di carità, Francesco e Chiara in testa, fino a Madre Teresa di Calcutta.
Il lettore verrà affascinato da questo insolito testo epistolare, libero di farsene un’idea propria.
Ma cosa resta sempre al credente? Non freddi dati matematici, bensì l’amore. Secondo la testimonianza dell’infermiere che lo assisteva, le ultime parole di papa Benedetto sono state "Signore, ti amo".
Poi il buio nel mondo, l’entrata nella grande luce invisibile, di cui la morte fisica è il portale.
Caro papa teologo, caro matematico ateo: Dialogo tra fede e ragione, religione e scienza
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