

Perché parliamo di libri censurati? Perché esistono ancora. E non solo nei Paesi dove vige un regime del controllo autoritario e affatto permissivo (vedi Cina e Paesi arabi, soprattutto), ma anche nella modernissima Europa. Da “Harry Potter” a “Niente”, ancora oggi si parla di libri censurati: molto scalpore fece anche il caso “Imprimatur”, scritto da Rita Monaldi e Francesco Sorti e pubblicato da Mondadori, bandito dalle librerie italiane, ma divenuto presto un bestseller internazionale, reperibile soprattutto in Olanda e in Belgio.
I più famosi libri censurati, con qualche insospettabile
Tra i più famosi libri censurati, cercando di restare nel periodo contemporaneo, possiamo elencarne alcuni che a oggi sono considerati dei veri e propri capolavori. Di solito, infatti, la censura è un ottimo viatico pubblicitario per vendere il libro. Lo pensava anche Mark Twain, quando gli censurarono “Huckleberry Finn”: “Vorrà dire che venderà di più”. E in effetti... “Huckleberry Finn” e “Le avventure di Tom Sawyer” vennero esclusi dalle selezioni di moltissime biblioteche, perché considerati razzisti. In essi si utilizzava frequentemente il termine “nigger”, che Twain utilizzò per descrivere prevalentemente il linguaggio e i comportamenti sociali dell’epoca (metà del XIX secolo).
Tra i classici più censurati non possono mancare ovviamente “1984” di George Orwell e “Lolita” di Vladimir Nabokov. Il primo venne (paradossalmente) tacciato di comunicare idee comuniste e di riferire esplicitamente contenuti sessuali, motivo per il quale venne bandito nella puritana Florida. Il secondo fu invece proibito in Francia e in Regno Unito perché considerato un romanzetto “osé”, nonostante Graham Greene lo avesse considerato il miglior romanzo dell’anno.
Anche “Il giovane Holden” di Jerome K. Salinger, non sfuggì alla ghigliottina della censura. Il motivo? “Poco rispetto della religione, riferimenti sessuali e attacco alla morale”.
Noto è il caso dei “Versetti satanici” di Salman Rushdie: dopo un inizio editoriale molto deludente, la fatwa lanciata all’autore dall’ayatollah Khomeini e il gran polverone che ne susseguì, condusse ben presto il romanzo a diventare un bestseller: altra testimonianza che dava ragione all’affermazione di Twain. Più un libro è stato censurato, più sarà venduto.
Anche “Candido” di Voltaire e “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley subirono la scure della censura: il primo venne bandito perché metteva alla berlina le autorità politiche e religiose (ma nel frattempo era già divenuto un bestseller), l’altro perché conteneva idee esageratamente pessimiste e per aver utilizzato come temi principali alcuni tabù, come sesso, droga e morte. Stessa sorte subì “Il signore delle mosche”, di William Golding, che venne messo al bando perché descriveva in una scena il suicidio di un minorenne.
Tra gli insospettabili, figurano la saga di “Harry Potter” di J. K. Rowling, accusata (soprattutto nei Paesi arabi) di incitare la stregoneria, ma anche di promuovere il culto del demonio e di pubblicizzare la violenza; “Il mago di Oz” di Frank Baum, per la dose di nichilismo contenuta nel libro; “La fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl, che venne bandito in Colorado perché esprimeva una filosofia di vita umile e povera.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Libri censurati: perché un libro subisce la censura?
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Ho appena finito di leggere Il Signore delle Mosche di William Golding. Ho immaginato, ancora prima di leggere questo articolo, che fosse stato oggetto di censura ma mi chiedo dove sia la descrizione di un suicidio. Mi è sfuggito qualcosa? Le scene crude di morte e violenza sono diverse e a parte i maiali sono due i ragazzini oggetto e vittime di violenza e morte ma non c’è nessun suicidio. Si chiamano omicidi. Mi chiedo se chi scrive lo abbia letto.