Qualche anno fa fece molto scalpore il caso "Imprimatur", un giallo storico scritto da Rita Monaldi e Francesco Sorti, che molti avranno già dimenticato o, addirittura, di cui non avranno mai sentito parlare.
Potenziale primo volume di una saga di 7 libri, la storia era ambientata nella Roma del 1683, periodo nel quale la peste incombeva sull’Europa, i Turchi si lanciano all’assalto di Vienna, Luigi XIV è il protagonista incontrastato della scena politica, il papa Innocenzo XI persegue la sua opera di moralizzazione a Roma, la famiglia Odescalchi è invischiata in conflitti di interessi e vicende di usura e i protestanti olandesi che tentano di attaccare il Papa.
Il libro, pubblicato inizialmente da Mondadori, cominciò sin da subito a scalare la classifica dei libri più venduti, ma dopo una prima ristampa andata esaurita, scomparve dalle librerie italiane e soprattutto dagli interessi delle case editrici. Gli autori denunciarono un boicottaggio che proveniva nientemeno che dal Vaticano, visto che nel libro si raccontavano alcune losche vicende che avevano coinvolto Papa Innocenzo XI e che dunque non amava che si parlasse di un "santo" in quel modo.
Il libro fu poi pubblicato dalla casa editrice olandese De Bezige Bij e ben presto divenne un bestseller internazionale tradotto in tutte le lingue del mondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Imprimatur”: storia di un libro censurato
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