

Le avventure di Tom Sawyer
- Autore: Mark Twain
- Genere: Libri per bambini
Classico della letteratura per ragazzi (e non solo) “Le avventure di Tom Sawyer” non possiede tuttavia la freschezza e, per così dire, la carica eversiva del successivo “Le avventure di Huckleberry Finn”, che può considerarsi il vero e proprio capolavoro di Mark Twain. Il romanzo è stato oggetto di diverse riduzioni cinematografiche anche in forma di cartone animato, segno di un successo arrisogli da oltre di un secolo.
Attraverso la narrazione delle mirabolanti avventure del giovane protagonista, Twain delinea una galleria di personaggi indimenticabili, sebbene piuttosto stereotipati. L’autore, infatti, tende a costruire dei caratteri dalla psicologia semplice, immediatamente riconoscibili ma immobili, fermi al loro mondo e incapaci di ogni evoluzione: su tutti, la zia Polly, pietosa e bigotta donna che si prende cura di Tom, e Joe il Pellirossa, incarnazione della malvagità e dell’odio. Al tempo stesso, l’opera è interessante per la ricostruzione di tempi e luoghi ben precisi: il Sud degli Stati Uniti della prima metà dell’Ottocento, terra di inveterate abitudini, superstizioni invincibili e gravissime piaghe sociali quali la miseria e la schiavitù.
Si può ritenere che con Tom Sawyer sia stato inaugurato un filone destinato ad avere grande successo nella letteratura nordamericana, costituendone un vero e proprio topos: quello del bad boy, del ragazzo cattivo che sfida le convenzioni e, pur di affermare il proprio stile di vita, attira su di sé la riprovazione degli adulti. In questo senso, si può dire che Tom Sawyer abbia anticipato Holden Caulfield, e che Twain abbia creato quel modello che sarà seguito da Salinger; così, se “il giovane Holden” ha oggi acquisito una proverbiale notorietà, pare corretto affermare che Tom Sawyer ha costituito l’archetipo di ogni Holden venturo.
Tutta l’opera vive del grande conflitto tra adulti e bambini, portatori di due stili di vita: il primo legato alle convenzioni di classe, censo e religione, ed il secondo libero dalle stesse. Tom Sawyer e il suo amico Huck Finn esprimono proprio questo senso di ribellione ed anticonformismo. Tuttavia, vi è una grande differenza tra i due personaggi, che è poi quella tra questo e il successivo romanzo: Tom è un sognatore, un ragazzo vivace ma incapace di rompere definitivamente i ponti con la società in cui è cresciuto, timoroso di Dio e della zia Polly, che incarna l’autorità familiare e sociale. Huck, invece, è a tutti gli effetti uno sbandato, anch’egli buono d’animo, ma portatore di una forza eversiva che lo rende un reietto, un soggetto da allontanare dalla società e dal mondo della buona creanza. La presenza di quest’ultimo personaggio, tuttavia, è marginale in quest’opera, dominata dalla figura più convenzionale di Tom, facilmente assimilabile anche da parte di un pubblico conservatore e puritano.
Per questa ragione, preferisco di gran lunga il successivo “Le avventure di Huckleberry Finn” (che solo impropriamente può definirsi come un seguito), dove quella forza dirompente e rivoluzionaria, qui repressa e volutamente contenuta, finalmente esplode. Consiglio comunque di leggere entrambe le opere, a cominciare proprio da questa, che da oltre un secolo fa librare la fantasia del lettore oltre le preoccupazioni quotidiane, verso i sogni grandi e liberi dell’infanzia, sulle placide acque del Mississippi.

Le avventure di Tom Sawyer
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Bel romanzo di formazione e bella la recensione.