La fuga del signor Monde
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2011
Ormai di romanzi di Georges Simenon senza la figura di Maigret ce ne sono moltissimi e quindi capita che su quasi cento libri, uno possa sfuggire.
In questo caso tra i più belli c’è il romanzo La fuga del signor Monde (Adelphi edizioni, 2011, traduzione di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio). In realtà capita molto poco in questo libro, come in molti altri romanzi di Georges Simenon, dove l’atmosfera si fonde con le inquietudini del personaggio principale.
D’altronde all’inizio non ci accorgiamo di niente. C’è un distinto signore che dopo aver fatto colazione, si reca col suo autista allo stabilimento di import - export, messo su da suo nonno. Ma durante il tragitto il signor Monde viene colto da un senso di irrealtà, la strana sensazione che a furia di fare sempre le stesse cose, lui non si appartiene più e non appartiene nemmeno alla famiglia, si chiede cosa facciano la moglie o il figlio, che da poco lavora nella ditta del padre.
Tutto si svolge come al solito, in una famiglia ricca parigina, dove i soldi arrivano con il lavoro e non per vie aristocratiche. Il signor Monde quella mattina non sente il suo corpo, non perché stia male, ma perché fa le stesse cose da anni e vorrebbe scappare da sé stesso, da quel corpo di persona imponente, pure non obeso. Chiede così all’autista di portarlo alla Gare de Lyon, la stazione centrale di Parigi, ma prima entra in un negozio di vestiti per togliere di mezzo il suo capo firmato per vestire i panni di un impiegato.
Quindi non si stupisce quando dice Marsiglia, perché vuole vedere il mare, che il bigliettaio gli dia un biglietto di terza classe, dove non è mai stato.
Certo, tutta questa libertà lo spaventa e infatti prima della stazione aveva fatto un salto in banca per prelevare più contanti possibili.
A cosa gli servono tuttavia se vuole solo iniziare a vivere sentendo il suo corpo, e la fame e la sete? Quando giunge a Marsiglia non si ferma nei due alberghi super lusso che conosce, ma poi chi lo farebbe mai entrare vestito in quell’abito senza nessuna pretesa. Scende in un albergo decente, rimanendo allibito dal constatare che tranne per la vasca da bagno, che non c’è, la stanza non è sgradevole. Ha un profumo ordinario e mancano le modanature e lo stile, ma la stanza è grande come quelle di un albergo a cinque stelle.
Per prima cosa va verso il mare, ma poi si chiede per quanto tempo sarà capace di vederlo, perché ha fame, ha sonno, è stanco. Quindi si reca in un ristorante senza pretese, ma mangiando tutto e di gusto, anche il pane raffermo. E poi dorme benissimo in un letto pulito, come se non avesse mai dormito prima. Nasconde i soldi, ma in modo grossolano, sopra l’armadio, dove glieli rubano quasi subito. Per fortuna aveva con sé un po’ di risparmi, custoditi nel portafoglio.
La mattina fa colazione e poi ha una distesa di tempo da impiegare facendo nulla, anche se il signor Monde vorrebbe un lavoro, quale che sia, per ritrovare la stanchezza di quel sonno ristoratore. Si vede vivere da troppo tempo, ha bisogno di toccare, di prendere un bus, di sentire le scomodità senza lamentarsi. Una sera conosce Jean che è stata picchiata e derubata da un amante e fanno amicizia; ma Jean conosce tutti i locali infimi di Marsiglia e conosce gli uomini.
Parlare con Jean è piacevole per Désiré, il nome del signor Monde, ma lei non può stare più a Marsiglia. Decide di andare a Nizza. Jean non si stupisce che l’uomo voglia partire con lei. Forse è solo un marito che ha litigato con la moglie e ora vuole spassarsela. A ogni modo arrivano a Nizza e lei inizia il suo lavoro da ballerina nei locali. Lo trova nel miglior club di Nizza. Le è capitato di peggio, la paga è buona e poi ha chiesto un lavoro anche per Désiré.
Il tempo passa inesorabile, il signor Monde è ormai Désiré per tutti, conosce tutte le persone del locale notturno dove lavora come una specie di ragioniere che deve fare i conti per le cose che servono in un posto come quello. I due diventano amanti, perché Jean sa che lui ha moglie e figli e quindi decidono di prendere due camere separate in un albergo. Ma il signor Monde dopo quasi tre mesi di quella vita libera incontra una persona del passato.
Un romanzo molto bello sulla capacità di poter cambiare vita e di come le abitudini ci rendano schiavi. Ma è anche un romanzo di un pessimismo assoluto. Non si cambia per sempre, tanto più se si ha una famiglia reale a Parigi. In fin dei conti siamo incatenati da quello che abbiamo fatto, dalle scelte che abbiamo preso.
La fuga del signor Monde
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fuga del signor Monde
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