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Recensioni di libri

Il treno dell’ultima notte di Dacia Maraini

BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009 - Emanuele ama vedere volare gli uccelli e vorrebbe farlo anche lui, Amara lo segue ovunque, ma tra di loro ci sono delle differenze, lui è ricco, lei no; lui è un ebreo, lei no, quando la famiglia di Emanuele decide di rientrare a Vienna, la guerra imperversa e la deportazione degli ebrei è già cominciata, i due bambini si separano promettendo di scriversi sempre...

Rosalba Gervasi
Rosalba Gervasi Pubblicato il 27-11-2015

8

Il treno dell'ultima notte

Il treno dell’ultima notte

  • Autore: Dacia Maraini
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: BUR
  • Anno di pubblicazione: 2009

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Romanzo storico pubblicato da Rizzoli nel 2009, “Il treno dell’ultima notte” di Dacia Maraini è ambientato nel 1956.

Amara ed Emanuele si sono conosciuti da bambini su un albero di ciliegio e da allora sono diventati inseparabili.

“Un incontro non si sceglie ma si prende come un destino e quando è avvenuto, è compiuto per sempre.”

Emanuele ama vedere volare gli uccelli e vorrebbe farlo anche lui, Amara lo segue ovunque, ma tra di loro ci sono delle differenze, lui è ricco, lei no; lui è un ebreo, lei no, quando la famiglia di Emanuele decide di rientrare a Vienna, la guerra imperversa e la deportazione degli ebrei è già cominciata, i due bambini si separano promettendo di scriversi sempre. Ma a separarli c’è l’orrore, la tragedia di quello che è stato l’olocausto.
Diversi anni dopo Amara diventa giornalista e non avendo ricevuto più notizie dal suo Emanuele, decide di andare a cercarlo. Comincia così un lungo viaggio alla ricerca della verità.

“È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone al permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile.”

Amara si troverà a visitare il campo di Auschwitz dove dietro il cancello principale appare in ferro battuto la famosa frase “Il lavoro rende liberi”. E nella sua mente riaffiorano alcune parole rimaste impresse: “Per me si va nella città dolente. Per me si va fra la perduta gente”.
Amara continua a leggere le lettere inviatele da Emanuele, lo hanno buttato fuori dalla sua villa di Vienna e portato nel ghetto di Lòdz e molte delle cose che scrive la colpiscono dritte al cuore.

“Sai che non riesco più a sognare? Cosa significa secondo te quando non si sogna più? Mi sveglio la mattina con la lingua che scotta in bocca. Ho fame. Non riesco a pensare ad altro.”

Amara continuerà a cercare e quando arriverà in Ungheria si troverà nel bel mezzo della rivolta. Ma il pensiero di Emanuele non l’abbandona, il loro amore innocente, nato da bambini, è cresciuto insieme a loro.

“Per questo è qui, per cercare di trovarlo, vivo o morto, perché oltre tutto continua a sognare Emanuele che le parla e le dice di andare da lui.”

In questo viaggio Amara scoprirà gli orrori del nazismo, le crudeltà inflitte agli ebrei privati di ogni dignità.

Dacia Maraini descrive perfettamente e nella realtà nuda e cruda quello che succedeva nei campi di sterminio e lo fa tramite una donna forte e coraggiosa, Amara, un personaggio femminile dalle tante sfumature che ci porta in viaggio con lei ad affrontare tutto quello che di marcio c’era in quel periodo.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il treno dell’ultima notte

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