Come vento cucito alla terra
- Autore: Ilaria Tuti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2022
Come vento cucito alla terra (Longanesi 2022) è il nuovo romanzo di Ilaria Tuti, già autrice di Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018) con protagonista il commissario Teresa Battaglia, con i seguiti Ninfa dormiente (Longanesi 2019), Luce della notte e Figlia della cenere (Longanesi 2021). Ha pubblicato inoltre Fiore di roccia (Longanesi 2020), romanzo storico ambientato nella prima guerra mondiale con protagoniste le portatrici carniche, con il quale si è aggiudicata la 37° edizione del Premio Letterario per la donna scrittrice. Laureata in Economia e Commercio, prima di esordire nella scrittura ha lavorato come illustratrice, vive a Gemona del Friuli in provincia di Udine, dove è nata.
“Allora, volete far parte del Women’s Hospital Corps?”
Può sembrare impossibile, ma ancora nel Terzo Millennio, ogni giorno, sul luogo di lavoro le donne devono dimostrare il loro valore. Spesso retribuite meno dei colleghi maschi, a parità di ruolo, le donne lavoratrici con famiglia sono costrette a essere multi-tasking, in una corsa continua per tentare di conciliare lavoro e vita privata, per accontentare tutti. Quando una donna si dedica a se stessa, al suo lavoro e alla sua arte, la ricerca di “una stanza tutta per sé” agli occhi del mondo sembra ancora tempo rubato.
Se nei primi anni del XX secolo per una donna era veramente complicato esprimersi come scrittrice, pittrice e artista in generale, come spiega Virginia Woolf nel suo celebre saggio Una stanza tutta per sé (1929), figuriamoci cosa avrà mai pensato l’opinione pubblica di quel piccolo gruppo di donne che nel 1914, subito dopo lo scoppio della I Guerra Mondiale, aveva deciso di aprire e gestire un’unità chirurgica per uomini in zona di guerra, in Francia. Pioniere ardite, accomunate da un progetto ambizioso, o, se preferite, da una visione pragmatica.
Salvare la vita dei soldati lanciati come dadi in un conflitto insensato dalla bramosia e dalla codardia dei potenti. “Lady Doctors”: l’italo inglese Caterina (Cate) Hill, soprannominata senza bonomia “la dottoressa italiana”, perché qualunque guerra, da che mondo è mondo, esaspera i nazionalismi, Louisa Garrett Anderson, specializzata in chirurgia, Flora Murray, anestesista e fisiatra, portavano lo stesso anello e sul petto la coccarda con la scritta: “Voto alle donne”. Cate, Flora e Louisa appartenevano al medesimo mondo di mezzo, erano creature ibride, che i giornali avevano iniziato a osservare con curiosità mista a preoccupazione e a chiamare, non senza ironia, “Lady Doctors”. Fare quello per cui erano qualificate, cioè operare, acquisendo esperienza sul campo. Un’opportunità unica per tutte le donne medico inglesi. Con gli uomini impegnati al fronte, si aprivano spazi di azione prima impensati, spazi che non sarebbero stati aperti a lungo. Non c’era tempo di tergiversare, se le donne medico si fossero ritirate nelle loro case, le battaglie portate avanti negli anni precedenti sarebbero state inutili. Vane. Le dottoresse, tutte ottime professioniste, chirurghe, radiologhe, patologhe, specializzate in ginecologia e pediatria, appartenevano alla seconda generazione di donne medico.
Era un’“invasione di amazzoni”, come era stata definita dal “Lancet”. Le donne potevano frequentare l’università, ma non accedere all’esame di abilitazione finale, potevano curare solo donne e bambini in ospedali di carità e per le quali fare carriera era fuori discussione. Era ora di cambiare lo status quo, iniziato a picconare da anni dalle donne nelle piazze, chiamate “isteriche” sulle pagine dei giornali per non parlare di quelle più indomite rinchiuse negli ospedali psichiatrici. Era un’altra guerra, una guerra di diritti per la libertà di tutti.
“Qualcuno di noi dovrà pur combatterla. Se non noi, oggi, adesso, dovranno farlo le nostre figlie domani”.
Se Fiore di roccia era dedicato a una vicenda epica che la Storia ha dimenticato, esaltando il coraggio e le resilienza delle portatrici carniche, in questo nuovo coinvolgente romanzo storico, Ilaria Tuti volge il proprio sguardo verso un’altra vicenda obliata dal vento della Storia, sempre avente come sfondo la I Guerra Mondiale. La storia delle prime donne chirurgo e la loro irriducibile volontà di autodeterminazione commuove e rapisce il lettore, ammirato dal coraggio di queste intrepide amazzoni che seppero compiere un’impresa “temeraria ed eccezionale”.
Come vento cucito alla terra
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