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Recensioni di libri

Ninfa dormiente di Ilaria Tuti

Longanesi, 2020 - Un mercante d’arte si rivolge alla polizia dopo aver scoperto un disegno realizzato con sangue umano misto a fibre del muscolo cardiaco. C’è un omicidio dietro al dipinto? Sarà forse il suo pittore l’assassino?

Nadia Iezzi Pubblicato il 03-11-2020
Ninfa dormiente

Ninfa dormiente

  • Autore: Ilaria Tuti
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Longanesi
  • Anno di pubblicazione: 2020

Dopo il best seller Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018), l’autrice Ilaria Tuti ha presentato un avvincente romanzo: Ninfa dormiente (Longanesi 2019), cui seguirà il terzo romanzo Fiore di roccia (sempre edito per Longanesi nel 2020).

La protagonista è Teresa Battaglia, un commissario di polizia, sessantenne, sovrappeso che lotta ogni giorno contro un male che la divora da dentro, che non le lascia scampo e che la costringe a portare un braccialetto con il suo nome e il cellulare del suo medico incisi; deve tenere un diario di ciò che le accade ogni giorno e sa che questa sarà la sua ultima indagine.

“Eppure questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa”.

Il signor Gortan, mercante d’arte, si rivolge alla polizia perché, nell’analizzare un disegno realizzato con l’ematite da inserire tra le opere esposte nella sua galleria, scopre che è stato realizzato con sangue umano, sangue misto a fibre del muscolo cardiaco. Il disegno rappresenta una ninfa dormiente. È una situazione intricata. C’è un omicidio dietro il dipinto? Sarà forse Alessio Andrian, il pittore partigiano della Brigata Garibaldi e autore del quadro, ad aver ucciso? Aver ucciso una giovane donna? Chi è la giovane? Come scoprire la sua identità? Difficile dirlo.

Il pittore Andrian è tornato completamente diverso dalla guerra. Soccorso a fine aprile del 1945 da una famiglia di Boves mentre era in fin di vita, è completamente estraniato, non parla, non si muove. Unico segno di vita: scruta ossessivamente il bosco oltre la sua finestra, oltre il giardino della sua villa. La guerra civile era stata devastante sui confini italiani tra titini e italiani, una guerra che portava con sé la rabbia per le violenze del ventennio fascista che avevano “italianizzato” e cancellato la cultura slava.
Teresa Battaglia inizia subito le ricerche, cercando una traccia nella villa di Andrian. Alla ricerca di un elemento utile che la riporti a quel fatidico anno, 1945 e agli ultimi mesi della guerra, il commissario rimane come folgorato da un disegno in bianco e nero: è un disegno su cartoncino.

“Era un piccolo racconto di guerra. Le parole che lo rivelavano erano tutte lì, racchiuse in quei cerchi tracciati con perizia. Un ragazzo poco più che imberbe e due bambini di circa sette otto anni, uno maschio e uno femmina, erano nascosti nella boscaglia. Il bambino reggeva un fucile che sembrava balzargli dalle mani come nell’atto di avere appena sparato. Sotto di loro…un soldato tedesco riconoscibile dall’elmo, seduto in bilico su di un carretto e tentava di governare per mezzo delle redini il cavallo spaventato dalla deflagrazione.”

Nessuna pista da seguire, Alessio Andrian, l’unico che conosce la storia, è chiuso nel suo mutismo; il nipote, unico erede del suo patrimonio, non appare in cerca di fama o di denaro. Grazie alle opere dello zio infatti è già molto ricco.
Teresa si concentra, allora, su ciò che sa: la data impressa sul retro del disegno della Ninfa ovvero il 20 aprile 1945 e il particolare genoma isolato nelle tracce di sangue che costituiscono il materiale del dipinto.

“Qualche anno fa la peculiarità del loro genoma ha riscontrato un interesse nell’ambiente scientifico, anche il mio. […] D’un tratto l’esotismo dei suoi lineamenti sembrava avere un nuovo significato. Forse era solo un caso, una combinazione casuale della natura. Oppure era il risveglio di una antica eredità”

Bisogna andare nei luoghi teatro di guerra, Teresa intuisce che solo in quei posti potrà trovare la chiave per risolvere l’enigma. La Val di Resia appare come un’oasi incontaminata, di pace e di antichi riti. Non è difficile trovare chi può aver conosciuto la donna del dipinto, la ninfa dormiente. La comunità è piccola, tutti sono in qualche modo legati e si conoscono.
Tutto appare ormai chiarito: la Ninfa dormiente è Aniza, scomparsa la sera del 24 aprile 1945, mentre la guerra stava per finire e sui boschi avvenivano gli ultimi scontri tra truppe regolari e partigiani.
È Francesco, un ottantenne, che riconosce la giovane donna ritratta e che racconta di quella terribile notte nella quale il trillo del diavolo riecheggiò cupo, terrorizzando gli abitanti della valle. Il vecchio Francesco è l’unico superstite di una famiglia matriarcale: Aniza, la fanciulla scomparsa, Krisnja, sua nipote, molto somigliante alla ragazza dormiente, figlia di Hanna, morta in un incendio. Francesco non sa altro, ma il commissario non è troppo convinto della sua totale innocenza.

L’indagine sta per chiudersi senza un omicida, senza un corpo, ma all’improvviso un fatto raccapricciante turba la comunità. Un cuore umano viene fatto trovare appeso in paese. L’orrore aumenta quando si accerta che l’uomo era ancora vivo mentre il cuore gli veniva strappato dal petto.
Ormai per il commissario Battaglia trovare il colpevole o i colpevoli diventa una sfida con se stessa, soprattutto da quando il questore Lona, entrato a far parte del commissariato, la vessa continuamente. Vecchi rancori tra Teresa e Lona sono palpabili, un antico dolore mai cancellato.
La strada per risolvere il mistero è lunga, ma Teresa sa fiutare gli indizi. La sua malattia ha affinato il suo acume, ma è anche una donna buona che percepisce i problemi degli uomini della scorta, in particolare quelli dell’ispettore Marini, che lei sente come il figlio che non ha mai avuto.
Dolce e interessante è la figura di Blanca, addestratrice di Smoky, cane in grado di scoprire la cadaverina. Cosa c’è di strano? Blanca è cieca.

La narrazione di Ninfa dormiente è avvincente: un racconto rapido, una voce narrante che assume il punto di vista del commissario o dell’ispettore Marini. Inusuale è l’inserimento delle pagine di diario della giovane Ninfa che sa già del suo orrendo destino. Il romanzo si apre con il capitolo La fine e L’inizio e nel mezzo si colloca la storia. Molti sono i rimandi interni e le chiavi interpretative.

Ninfa dormiente (I casi di Teresa Battaglia Vol. 2)

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Per chi ama i casi irrisolti che hanno come sfondo la grande storia.

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ninfa dormiente

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