Madre d’ossa di Ilaria Tuti

Madre d’ossa (Longanesi, 2023) è il titolo dell’ultimo libro di Ilaria Tuti, che vede protagonista il commissario Teresa Battaglia, protagonista anche di una trasposizione televisiva di grande successo andata in onda su Rai 1.
Teresa Battaglia è una donna che sta perdendo l’ultima battaglia della vita. Quella più importante, quella atroce. La battaglia contro l’Alzheimer. Progressivamente il suo corpo diviene fragile, ha continui vuoti di memoria, una progressiva lotta contro un nemico che mina tutte le sue certezze.
È proprio così? Teresa deve arrendersi alla perdita più grande, perché:

Siamo tutti tessere di una figura in compimento.

Tutti sono in ansia per lei, e la situazione ha il suo grave compimento quando Teresa Battaglia viene trovata in un bosco, in mezzo alle montagne.

Fino a quel momento, Teresa Battaglia era rimasta in silenzio a scrutare il lago, il bosco, il volo degli uccelli, come capace di intravedervi chissà quale auspicio. Il vento le scompigliava i capelli, le ciocche sfioravano il profilo diritto. La natura attorno allo specchio d’acqua era cupa e feroce, feroce di quel silenzio che precede una mandibola che scatta tra le fronde, artigli che si chiudono straziando.

Con le mani e il viso sporco di sangue, Teresa sorregge il cadavere di un ragazzo:

Il lago aveva ceduto il proprio segreto a un’oda di uomini affaccendati a perlustrarne ogni recesso. Lei sentiva di conoscere quei gesti, gli ordini che si lanciavano come richiami tra gli alberi. Le appartenevano. Avevano abitato a lungo la sua quotidianità. Quegli uomini erano poliziotti. Come lei. Come lei?

Chi è il ragazzo? Perché Teresa si trova in un luogo dove non dovrebbe essere? Tante domande, nessuna certezza.

Inizia così l’ultimo noir a firma di Ilaria Tuti. Un romanzo che affronta con capacità temi già ricchi di gran fascino di per sé, come, ad esempio, il tema delle “morti inquiete”, ovvero:

Ecco le morti inquiete della tomba numero 59. Noi le chiamiamo così.
I resti delle due persone si trovavano uno sopra l’altro, divisi da una lastra di plexiglass. Teresa non aveva mai visto nulla di simile. Sembravano sfiorarsi, ma non si guardavano.(…) La testa di lui ai piedi della donna. Per sempre impossibilitato a guardare la volta celeste: Dio. Uno sfregio simbolico.

Si scopre, così, tra la narrazione di leggende e miti ancestrali, che, ad esempio, sono molti:

I casi analoghi di sepolture di individui affetti da acondroplasia e di legature del cadavere.

Per non parlare di ciò che attiene propriamente alla donna e ai riti che le appartengono.

Trattando temi antichi e leggende di grande malia si snoda una vicenda che attrae il lettore, riportandolo a un tempo passato, caratterizzato da rituali specifici e condizioni differenti dall’attualità.
Su tutto spicca il vissuto sofferente di una donna intellettualmente capace, scossa da ferite profonde, che però sta perdendo la lotta contro una malattia che non perdona.

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Forse l’ultima avventura di un’investigatrice che colpisce e suscita innata simpatia? Chissà, per ora un gran bel libro. Di sicuro fascino, soprattutto per le tematiche sotterranee che vi sono raccontate. Buona lettura!