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Recensioni di libri

Bruciare tutto di Walter Siti

Rizzoli, 2017 - Uno dei libri più contestati di questo scorcio di aprile, con una dedica choc a Don Milani: la storia del parroco Leo che desidera i bambini e se la prende con Dio per le sue pulsioni.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 24-04-2017

25

Bruciare tutto

Bruciare tutto

  • Autore: Walter Siti
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione: 2017

Aprire questo libro e trovare scritto

“All’ombra ferita e forte di don Lorenzo Milani”

sapendo di cosa parla questo romanzo e chi l’ha scritto è un pugno allo stomaco.

Leo è un parroco che dice messa in un quartiere di Milano, dove ancora restano le vestigia di persone del luogo accanto alla nuova emigrazione.
Ancora giovane, Leo ha trentatré anni, condivide la sua chiesa con un altro prete più anziano di nome Fermo che ha una relazione erotica con la sua perpetua; Leo ha pensieri bellissimi verso il creato e anche contro di esso: si chiede, nella sua stanza, come un prete può amare davvero Dio. Le sue omelie vengono seguite da persone molto diverse tra loro: nuovi emigrati che hanno solo un duro lavoro da svolgere e pochi soldi per il divertimento più semplice, come mangiare una pizza, o vecchi milanesi, ormai diventati troppo cinici e insicuri per seguire veramente le direttive di Leo.
Il Nostro poi deve sottostare ai suoi desideri più reconditi che sono veramente minacciosi. Lui ama i bambini, di certo non in modo casto, come “il padre di tutti”, ma proprio come “oggetti” del suo desiderio erotico. Le sue fantasie sono sconce e impronunciabili.
Non c’è bisogno di toccarli veramente i bambini ma è indubbio che anche loro vogliono sedurre e farsi amare, l’importante è che questo desiderio rimanga nei loro giochi e che non venga esplicitato, invece, nella realtà.
Leo è anche un vigliacco: quando riceve la telefonata di Massimo, che ha molestato da bambino, cerca di aiutarlo a trovare un lavoro a Milano; Massimo nicchia sui ricordi romani, si capisce che ricorda tutto, ma Leo non è pronto a chiedere perdono.
Addirittura capisce che Milano non ha più attrattive per uno che ha deciso di farsi prete: oltre ai desideri c’è il bisogno di gente che non ha niente e che il liberismo sfrenato del Nuovo Millennio ha lasciato priva di mezzi, padroni solo del loro corpo e dei loro desideri, che, nell’indigenza, possono restare irrisolti, spezzati.

Leo vorrebbe affrontare bisogni più urgenti: fare il missionario, aiutare le persone nelle loro terre d’origine; mentre cerca di partire conosce Andrea, un quattordicenne geniale, che ha già una sua visione del mondo. Andrea si innamora scientemente di Leo che vorrebbe approfittarne, ma non lo fa, perché ha già consumato tutto nel suo immaginario.
Nemmeno possiamo tenere segreta la fine di Andrea perché è già stata scritta in qualsiasi intervista o articolo dedicati a questo libro: il ragazzo si suicida perché proviene da una famiglia anaffettiva che lo tratta come fenomeno da “baraccone” per la sua intelligenza; muore perché non può incanalare il suo amore verso “nessuno”.

Un finale luciferino, atroce, in una Milano ormai imbrigliata nel suo laicismo, dove contano solo la Finanza e i benefici che da essa possono derivare. Perché allora scomodare Don Milani, campione di umanesimo, in un libro invece così dolorosamente “arido”?
“Bruciare tutto” è un libro amarissimo, ma anche necessario?
Rimane il fatto che alcune pagine sono bellissime e Walter Siti afferma di aver pensato a Pasolini quando ha deciso di scrivere questo romanzo “scandaloso”.

Leggi anche: Michela Marzano contro Walter Siti: la letteratura può parlare di tutto?

Bruciare tutto

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Bruciare tutto

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Commenti: 1

  • ornella donna
    24 aprile 2017, 14:47

    concordo con tutto quanto affermato in questa recensione. Bel commento. non mi sembra il caso di scomodare don Milani, pare quasi usarlo. Nè tantomeno Pasolini. Il libro sarà anche scritto con un’ottima prosa, ma è il contenuto ad essere alquanto discutibile. La pedofilia è un reato che va contro ogni senso, abusare di un minore non ha pena adeguata, a mio parere. E trattarlo in un romanzo lo trovo alquanto abominevole e scellerato. Personalmente non leggerò il libro, anche se scritto bene. Non perchè tratta un argomento "scabroso", ma ritengo che il tema sia delicato ed oscuro, tale per cui dovrebbe essere trattato, con molta cautela, solo nelle sedi opportune e da professionisti del settore. Per non fare ulteriore male.

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