La vita di Charlotte Brontë
- Autore: Elizabeth Gaskell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2015
La vita di Charlotte Brontë (Castelvecchi 2015, titolo originale The Life of Charlotte Brontë, traduzione di Simone Buffa di Castelferro) di Elizabeth Gaskell (Londra, 29 settembre 1810 - Alton, 12 novembre 1865) è la biografia di Charlotte Brontë (Thornton, 21 aprile 1816 - Haworth, 31 marzo 1855) redatta dalla sua amica personale, edita nel 1857, ripubblicata oggi dalla casa editrice romana, mentre si sta per celebrare il duecentesimo anniversario della nascita della grande autrice inglese.
“Si trovano ancora alcune persone anziane che ricordano i sei carri stracarichi che muovevano pesantemente lungo la via lastricata, portando le masserizie del nuovo parroco verso la sua futura abitazione”
Nel febbraio del 1832 il Reverendo Patrick Brontë, colto e illuminato pastore anglicano di origine irlandese, condusse la moglie Maria e i sei figli a vivere presso la Canonica del piccolo villaggio isolato e tranquillo di Haworth, distante circa quattro miglia da Keighley nello Yorkshire. Il viaggiatore interessato a ripercorrere i luoghi dove si compì la breve vita dell’autrice di Jane Eyre, già due miglia prima di giungere alla Canonica, ha modo di scorgere, sullo sfondo di un ampio panorama in ascesa rivestito di un mare di erica viola, le case scaglionate di Haworth lungo la china ripida di una collina. In vetta a quella collina c’è una chiesa, oltre l’orizzonte appare segnato da una linea continua di alte colline simili a “gigantesche onde pietrificate”, i cui avvallamenti rivelano altre alture di uguale forma e colore coperte da lande squallide e selvatiche. Dopo le vecchie case di pietra, l’erta via sbocca su di un’area quasi pianeggiante che si stende davanti alla chiesa, altri cento metri ed ecco dopo aver imboccato “una quieta viuzza trasversale” la Canonica di Haworth. In questa casa di pietra grigia a due piani spazzata dal vento della brughiera, la piccola Charlotte, insieme alle sorelle minori Emily (1818 - 1848), Anne (1818 - 1848) e il loro fratello Branwell, era cresciuta con la vocazione della scrittura, vagheggiando e scrivendo insieme ai suoi fratelli di mondi fantastici, traendo ispirazione da una fervida immaginazione. Quella dei piccoli Brontë fu un’infanzia solitaria, la loro madre era morta nel 1821 indebolita dalla nascita di sei figli in poco tempo, e i piccoli erano accuditi dalla zia materna, Elizabeth Branwell, e dalla fedele governante, Tabitha “Tabby” Aykroyd. Mr Brontë aveva incoraggiato nelle figlie la passione per la lettura, le ragazze avevano il permesso di prendere libri in prestito dalla biblioteca circolante di Keighley, anche se in casa vi erano molti libri collocati in luoghi diversi a seconda del loro aspetto. Infatti, quelli ben rilegati erano custoditi nello studio di Mr Brontë, “inviolabile santuario”.
Era stato proprio il reverendo Brontë, unico sopravvissuto di una famiglia tanto geniale quanto sfortunata (Branwell, Emily e Anne erano già morti della “stessa” malattia che avrebbe ucciso Charlotte: tubercolosi), a chiedere a Elizabeth Gaskell di redigere un veritiero ritratto della figlia Charlotte scomparsa alla fine di marzo del 1855 dopo nove mesi di matrimonio con Arthur Nicholls, il nuovo curato di Haworth. Charlotte era morta sì di tubercolosi ma aggravata da uno stato di debolezza causata dalla gravidanza appena iniziata. La Gaskell commossa e onorata dall’incarico di scrivere la biografia di un’autrice stimata e popolare, in circa diciotto mesi di lavoro compose un’opera notevole per quantità e qualità, attingendo a lettere, intervistando chi aveva conosciuto Charlotte e arrivando fino a Bruxelles in Belgio, dove la Brontë nel 1842 si era recata insieme a Emily per studiare la lingua francese.
La vita di Charlotte Brontë, oltre a mettere in luce la complessa personalità di una tra le maggiori autrici della letteratura inglese, è un fedele spaccato della condizione della donna nell’Inghilterra della prima metà dell’Ottocento. La stessa Brontë nei suoi romanzi, ricordiamo oltre al già citato Jane Eyre, pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell e suo capolavoro, Shirley (1849), Villette (1853) e Il professore (edito postumo nel 1857), seppe delineare non solo immortali figure letterarie femminili ma anche illustrare la società inglese sconvolta dalla rivoluzione industriale.
“Tutti mi chiedono che cosa intenda fare ora che sono tornata definitivamente a casa e sembra che si aspettino di vedermi aprire una scuola su due piedi. A dire il vero è quanto desidererei fare”
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Ho notato una data errata
La famiglia si trasferisce nella nuova Canonica nel febbraio 1820 e non 1832
Grazie