Il romanzo di Charlotte Bronte è una narrazione cronologica della vita della protagonista, dall’infanzia alla giovane età. Il narratore è la stessa Jane Eyre, un’orfana prima e istitutrice poi, che racconta di se stessa in retrospezione. Jane narra l’esperienza dell’ostilità di sua zia, a cui era stata affidata, della fame ed umiliazione subite presso la Lowood School, dove studiava per diventare insegnante, della sofferenza e perdita vissute a Thornfield Hall, dove si innamora del suo padrone, Rochester, uomo affascinante, quanto enigmatico, con un terribile segreto, nascosto nelle stanze dell’attico della casa. Sia Jane che Rochester sono costretti ad attraversare l’inferno della disperazione, prima di raggiungere il Paradiso di un’unione, fatta di conoscenza di se stessi, amicizia e passione. Jane rafforza il suo carattere, senza mai perdere il suo sano buon senso, bontà e fermezza. Rochester, spirito selvaggio e passionale, con una vena di sadismo, si può dire, è costretto dagli eventi a riconsiderare le sue scelte sbagliate e il suo passato. Egli impara come l’amore sia la fusione di anima e corpo, concetto molto lontano dal suo pensiero, accettando i venti avversi che gli travolgono la vita.
Il romanzo Jane Eyre di Charlotte Bronte è in parte romantico, in parte gotico (con i riferimenti alle misteriose e terrorizzanti presenze a Thornfield), in parte psicologico e moderno, nella descrizione di due personalità, il cui amore significa desiderio fisico, ma anche amicizia, mutuo aiuto, speranza e coraggio.
Charlotte Bronte anticipa il femminismo, attraverso l’esaltazione della fiducia in se stessa, bisogno di autorealizzazione, indipendenza dello spirito e dignità personale di Jane. Con una vena di romanticismo, l’autrice vuole mostrare come l’amore sia più forte del destino e da tenere in considerazione al pari della realizzazione di sé.

- Titolo libro: Jane Eyre
- Autore del libro: Charlotte Brontë
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Questa storia mi è sempre piaciuta molto,ho letto il libro anni fà ed ho visto il film diverse volte... mi piace come la semplicità e la lealtà della giovane Jane riesca a scavare poco a poco nel cuore arido del ricco signore di Thornfield,e come l’amore superi le differenze sociali e persino le disgrazie.
Charlotte Bronte, nota scrittrice nata nel 1816 terza di sei figli, Charlotte, insieme alla famiglia, visse nello YorkShire in una proprietà parrocchiale immersa nella brughiera, nella natura aspra e selvaggia, lontana dal paese, al confinante con il cimitero. Luoghi e sensazioni sempre presenti nelle sue opere, lo stile gotico, la descrizioni di castelli lugubri, lontani dalla città, dalle condizioni sociali del tempo. Posti tetri, che descrivono anche l’animo dei personaggi, che come lei, vivono un dissidio interiore tra il piacere di avventurarsi e scoprire nuovi orizzonti e il desiderio di rimanere ancorati nella sperduta, solitaria dimora, vista principalmente come rifugio. Il romanzo “Jane Eyre” potrebbe esser visto come un’opera autobiografica, infatti rimanda a molti aspetti personali dell’autrice. La protagonista, in età puerile, orfana e cresciuta con gli zii, viene mandata e istruita al «Lowood School» e da lì, l’avvio alla professione di maestra/istitutrice per famiglie benestanti. Lavoro che non trova stimolante ma unico ammesso alle donne. La donna in quel periodo (età vittoriana) veniva presa poco in considerazione, non esisteva la parità dei sessi, non potevano avere uno stipendio proprio e una propria indipendenza economica. La donna veniva vista come scarto della società, non avevano il diritto di continuare gli studi, iscriversi all’università o studiare materie quali matematica, scienze o fisica. Veniva semplicemente visto come un’essere che doveva occuparsi unicamente della casa, della cura dei figli e da sposata era proprietà del marito. Questa visione viene ribaltata all’interno del romanzo, infatti Jane Eyre viene considerata una piccola eroina. La vicenda si anima all’interno della casa, con la presenza di personaggi bizzarri, come ad esempio la pazza signora Poole, componente importante di tutta la vicenda. La protagonista, si trova a dover far i conti con il proprietario di casa, il signor Rochester, un uomo dai lineamenti rudi, tutto d’un pezzo, un uomo a,bizioso, caparbio e con un eccessiva mania del controllo e dell’ordine della quale, la piccola governante, se ne innamora follemente. L’amore, la passione, gli istinti di follia, devono essere placati, messi a freno, proprio perchè allontanano dalla visione del se, dall’importanza personale che bisogna avere di ognuno di noi. Le successive decisioni, l’allontanamento o il portar a termine le proprie idee, descrivono una donna ambiziosa, indipendente e, prendendo in considerazioni gli ideali di quel periodo, ribelle. Non svelo altro della trama, per chi non lo avesse letto sarebbe un mostrare troppo. E’ un romanzo che si legge d’un fiato, non sono presenti «punti morti», il lettore non si annoia mai durante la lettura, si sente sempre il bisogno di continuare a scoprire cosa accade e, da ragazza, ho percepito un senso di indipendenza e potere trapelare tra le pagine del libro, una sensazione di libertà. (accettando anche il lieto fine da fiaba!)
Consiglio vivamente quest’opera, un tuffo nel passato con tematiche vive ancora oggi.
Una volta terminato di leggerlo, ci si distacca con fatica da Jeane Eyre perchè, scorrendo le pagine, lei diviene una di famiglia, la si conosce cosi’ bene ed in profondità da desiderare di rimanervi in contatto, proprio come se fosse una persona cara.
Tutto ciò è merito della scrittrice, che con penna sapiente delinea il carattere della protagonista evidenziandone dettagli-chiave, che scovano e scoprono l’indole forte, decisa, integra e leale di Jane.Il malinconico destino che l’attanaglia, ne fa un’eroina indomita, che non si piega facilmente alle mille avversità, le quali non sono altro che sfide del fato a cui lei oppone una strenue e vincente resistenza.
Di Jane si ammira fin da subito il grande coraggio che la porta ad amare la vita, nonostante questa si presenti aspra ed amara con lei.Il tenace sentimente di fede- verso un Dio che lei avverte come presente e determinante -rasserena la ragazza inducendola a tentare anche soluzioni estreme con la ferma convinzione di agire in accordo con un piano divino a cui lei si affida e si assoggetta.
Il finale è lieto, nonostante le tante peripezie e i colpi di scena, tutt’altro che positivi a cui è andata incontro la protagonista. Il lettore gioisce con lei per quella meritata felicità a cui è giunta con fatica, ma con indubbio valore