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Recensioni di libri

L’appello di Alessandro D’Avenia

Mondadori, 2020 - L’ultimo romanzo di Alessandro D’Avenia racconta la storia di Omero Romeo, docente di chimica cieco, e dei suoi dieci studenti.

Nadia Iezzi Pubblicato il 14-12-2020
L'appello

L’appello

  • Autore: Alessandro D’Avenia
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2020

L’appello è l’ultimo romanzo di Alessandro D’Avenia (Mondadori, 2020).
L’autore, ricercatore in Lettere classiche e docente, ha al suo attivo la pubblicazione di diversi romanzi, noti ai più, come: Bianca come il latte, rossa come il sangue (suo romanzo di esordio), Cose che nessuno sa e L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita.
Dal prologo:

“La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide […]. Forse per questo gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all’appello. Nel mio caso è così: mi chiamo Omero, in greco colui che non vede […] e cinque anni fa sono diventato cieco.”

Questa è la storia di Omero Romeo, divenuto cieco in seguito a una malattia. Il protagonista è un docente di chimica che, avendo un estremo bisogno di lavorare, accetta un incarico annuale che altri difficilmente avrebbero preso: una classe di dieci studenti. Dieci studenti complicati e con numerose fragilità alle spalle: madri sole, mancanza di lavoro, padri assenti, difficoltà economiche, solitudini esistenziali, droghe.
Fin dal primo appello, il professor Omero utilizza un metodo tutto suo per entrare veramente in contatto con gli studenti: un appello del tutto speciale. Deve toccare ripetutamente il volto di ogni alunno, in ogni linea, ogni piega, ogni centimetro di pelle. Ha bisogno di questo contatto per leggere dai volti le storie, i dolori, i sogni…
Omero conosce le fragilità dell’essere umano, anche lui è a suo modo un uomo fragile, proprio come i suoi alunni. Soffre di attacchi di panico da quando è diventato cieco e ha bisogno di rituali ossessivi per ritrovare la quiete dentro di sé; con la cecità non può godere dell’aspetto della moglie, non vede crescere il suo primogenito, non ha mai visto il volto della sua bambina ed è diventato profondamente insicuro.

Ma questo appello tattile è inusuale e al limite del lecito, in questa società della privacy. Il Dirigente scolastico teme ripercussioni, alcuni ragazzi inizialmente non vogliono sottoporsi a questo rituale che appare una assurda prevaricazione, quasi una violenza! Elena si rifiuta.
Ma, giorno dopo giorno, il miracolo si compie: Caterina, Mattia, Stella, Ettore, Elisa, Cesare, Elena, Oscar, Achille e Aurora nonostante le difficoltà si diplomano e sono ormai pronti a spiccare il loro volo.
Nei loro nomi sono già segnati i loro destini e dopo 15 anni si ritroveranno tutti insieme, come avevano promesso all’insegnante, per un ultimo incontro. Il professore, però, non c’è. Cosa gli sarà accaduto? Perché manca a quell’appuntamento?
Al suo posto è andato suo figlio, per realizzare il desiderio del padre:

“Tra quindici anni spero che avrete voglia di rivedermi, non solo per farmela pagare.”

I sogni di quei ragazzi di un tempo sono ormai compiuti!

La narrazione è condotta da due voci: una esterna che accompagna la vita della classe mese dopo mese, per un anno scolastico intero, e una voce interna del “professore cieco” lirica e struggente:

“Quando smettiamo di aver paura di non essere all’altezza della vita, solo allora cominciamo a lasciarci amare e ad amare veramente, a partire proprio dal punto in cui ci credevamo sconfitti […]. Vi ho mostrato che la scienza indaga i segreti dell’universo, che sono codici che prima o poi risolveremo […], ma la vita non è un segreto, è di più: è un mistero e la scienza non basta”

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’appello

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Commenti: 1

  • claudia
    8 gennaio 2021, 10:33

    Visto che parla di scuola, esprimo il mio giudizio: bocciato!
    Trama debole e irrealistica, personaggi totalmete improbabili (ragazzi "difficili" dalle esistenze paradossali che sanno dissertare come filosofi, disponibili ad aprire il loro cuore al professore cieco dal carisma divino e capaci di analisi psicologiche degne di un professionista), melenso, paternalista, zeppo di stereotipi, infarcito di pillole di saggezza e citazioni... E per quanto riguarda la scuola, banalizzazione e semplificazione di problemi complessi a cui si aggiungono proposte di soluzioni improvvisate e poco credibili. Mi spiace, ma un libro così non fa neanche un buon servizio a chi alla scuola tiene e ogni giorno si impegna per migliorarla....

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