Il segreto del Gran Maestro
- Autore: Gianluca Barbera
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Gianluca Barbera con il romanzo Il segreto del Gran Maestro, edito da Chiarelettere, ci riporta con inaspettato vigore nei fatti storici più importanti del secolo scorso, facendo nomi e cognomi di persone realmente esistite o esistenti e fatti reali tragici e angoscianti, come la bomba esplosa il 2 agosto 1980 alla stazione Centrale di Bologna, strage che portò a ottantacinque morti e duecento feriti, cittadini inermi che aspettavano il loro treno per partire e persone che lavoravano in stazione, dai facchini al servizio bar.
Lo scrittore con Il segreto del Gran Maestro ci consegna un bellissimo libro che ha suggestioni thriller, giacché dialoghi o considerazioni politiche sono frutto della fantasia di Barbera.
Chi scrive ha sempre avuto una curiosità morbosa sulla Massoneria italiana, tanto che ne ha fatto anche uso per battute senza grande successo, perché tuttora i segreti dei massoni sono tenuti nascosti, soprattutto dal momento che si scoprì una lista di affiliati alla loggia massonica P2 di persone di potere: politici, banchieri, giornalisti, uomini di successo in televisione ed esponenti militari.
Dunque, ci sarebbe poco da ridere, se non fosse che il fondatore di tutto questo potere a latere, massone da sempre, sia stato un uomo dall’apparenza anonima, che cambiava spesso il modo di portare i capelli, il modo di vestire per mimetizzarsi, che ci ricorda il Vitangelo Moscarda di Uno, nessuno e centomila.
Di liberi massoni se ne parla nelle loro Costituzioni agli inizi del 1700, che vede l’Inghilterra come primo paese a prendere in considerazione la Massoneria, un misto di esoterismo, di Fratellanza, di riti magici, ma in Italia ci si libera subito della paccottiglia "mistery" per parlare solo di Loggia dove siedono persone che possono cambiare il corso delle cose ma senza misteri, ma coi complotti e le connivenze, che francamente è quello che accadrà.
Gianluca Barbera non si tira indietro e butta nel calderone un’ultima intervista al Venerabile Maestro G., che resterà G. per tutto il romanzo.
Se non capite chi è G., pazienza, significa che siete nati nel 2000 o nel 1995, non prima.
Tutto ha inizio da questa intervista dove G. racconta molte cose sui fatti accaduti, ma sempre come se lui fosse estraneo alle vicende di cui parla. Prima del secondo conflitto bellico, G. va a scuola: a dir la verità i suoi risultati sono più che scadenti e non si capisce come un uomo che è diventato potentissimo e miliardario fosse così poco portato per lo studio.
Una zappa, uno studente svogliato e bocciato più volte che poi nel tempo si è dimostrato “geniale” nel suo sforzo di tenere a bada il comunismo sovietico e di distruggerlo, a favore di un capitalismo sfrenato, sistema economico più consono alle sue manie di diventare miliardario e potente.
Il giornalista lo incalza sul crac Ambrosiano, sulla vicenda di Michele Sindona, banchiere ma più faccendiere nella concertazione con lo IOR, l’Istituto di Credito Vaticano e sulla morte sotto un ponte di Londra di Roberto Calvi, ai massimi vertici del Banco Ambrosiano, uomo fortemente voluto da Sindona, che ne apprezzava l’ingegno, ma anche il suo provincialismo. Calvi era un uomo senza qualità, persona semplice, che si innamorò del potere e trovò la morte a causa di un patto scellerato tra i mafiosi e la banda della Magliana, a Roma, anche se sono stati tutti prosciolti.
Quindi Calvi non si uccise, fu ucciso; ma non si sa da chi.
E come al solito il “Venerabile” sarebbe dietro tutte queste vicende.
Il giornalista sente il bisogno di sapere come quest’uomo sia sempre dietro ogni scandalo e si chiede come era da giovane. Come abbiamo già scritto un pessimo studente, che a un certo punto si vide vicino alle idee di Mussolini, fino al governo Badoglio quando cambiò casacca e divenne partigiano. Ma alcuni fascisti lo riconobbero e volevano fargli la pelle per essere passato indenne e senza passato con gli americani.
Lui riusciva sempre a cavarsela per questo dono di ”mimetizzarsi" subito, non avendo particolari requisiti fisici: troppo alto, troppo basso, brutto, bello.
Era “diabolicamente anonimo” e per questo perfetto per riuscire a essere vagamente simpatico a chiunque e addirittura affidabile.
Poi c’è la sua partenza per l’Argentina, nel momento in cui arrivò al potere politico Perón. In quel periodo molti tedeschi nazisti e italiani fascisti trovarono riparo nella Casa Rosada, il palazzo dove alloggiavano i capi di stato argentini. Si allunga sempre la sua ombra nel governo militare dove molti argentini scomparvero da un momento all’altro, buttati in mare e i figli dati in adozione a famiglie ricche che non potevano avere figli o ne volevano di più.
La Massoneria non era servita solo per tenere lontano il pericolo del comunismo sovietico. Con la strategia della tensione, abbiamo già scritto della strage di Bologna, dove i principali colpevoli furono due esponenti del “Nar”, i nuclei armati rivoluzionari di destra, coi fondatori Valerio Fioravanti e Francesca Mambro che furono arrestati; il gran Maestro tenne sotto controllo una possibile vittoria dei Comunisti italiani e una caduta della Democrazia Cristiana.
Il segreto del Gran Maestro è un libro scritto benissimo, uno dei migliori libri di Gianluca Barbera, perché anche se infarcito di fatti reali tristissimi, tutti i dialoghi, le interviste fatte a chi era stato vicino al “gran Venerabile” sono passaggi narrativi pieni di pathos, ma ugualmente efficaci come un vero e proprio thriller.
Il segreto del Gran Maestro
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