Gianluca Barbera torna in libreria con una nuova proposta editoriale, Magellano, edita per Castelvecchi. Un romanzo storico che cerca di spiegare l’avventuroso viaggio di Magellano, le problematiche che ha dovuto affrontare e le opposizioni che ne sono venute fuori.
Vediamo insieme come è nata l’idea del romanzo a Barbera e soprattutto cosa ha influenzato la sua scrittura.
Come è nata l’idea di fare un romanzo su Magellano?
Camminavo nei boschi intorno a casa con un amico. Gli raccontai del fatto che volevo scrivere un romanzo che raccontasse e in qualche modo condensasse la grande epopea dei viaggiatori e degli esploratori del passato. Pensavo di dare vita a un personaggio immaginario che avrebbe concentrato in sé le avventure dei vari Marco Polo, Colombo, Vespucci e così via. Nei mesi successivi lessi molti libri sull’argomento. Tra questi la biografia di Stefan Zweig su Magellano e la relazione di Pigafetta. Mi resi subito conto che la mia ricerca era terminata. Avevo trovato il mio “eroe”. Quella di Magellano è una storia drammatica già fatta e compiuta, con una struttura narrativa perfetta. Una tragedia che pare uscita dalla penna di Shakespeare. Mi ci sono buttato a capofitto.
Quanto ti sei documentato e cosa pensi di Magellano?
Ho letto (e in alcuni casi riletto) una montagna di libri: dai resoconti dei grandi viaggiatori europei, americani e arabi dall’antichità ai giorni nostri. Giovanni da Pian del Carpine, Guglielmo di Rubruk, Marco Polo, Odorico da Pordenone, Ibn Battuta, Colombo, de Varthema, Pigafetta, Sassetti, Vespucci, Carletti, Dampier, Cook, Slocum, Darwin, Livingston. Ma anche la grande letteratura di mare e d’avventura: Defoe, Melville, Stevenson, Conrad, Melville, Poe, London, Twain, Kipling, Potocki, Verne, Salgari, Stoppani, Ransmayr. E autori meno blasonati che però mi avevano incantato durante gli anni della mia prima giovinezza.
Non ti piace l’idea di scrivere un romanzo ambientato ai giorni nostri?
Da sempre trovo che il modo migliore per parlare del presente sia quello di parlare del passato o del futuro (come in “Finis mundi”). È una scelta che spesso premia sul piano della lucidità e della libertà espressiva. Sembro sprofondato nel passato ma in realtà è del presente che mi occupo. Nei miei romanzi i piani di lettura e i rimandi sono molteplici. Non escludo comunque di ambientare un romanzo ai giorni nostri. Dovrà però distinguersi profondamente dal resto della produzione letteraria o non ne vale la pena.
Nelle tue interviste o sui social difendi sempre Cioran, il grande filosofo rumeno. Hai altri numi tutelari. Romanzieri, altri filosofi?
Una lunga lista: Omero, Eraclito, Seneca, Dante, Rabelais, Cervantes, Spinoza, La Rochefoucauld, Voltaire, Poe, Hegel, Nietzsche, Kafka, Musil, Wittgenstein, Heidegger, Orwell, Cèline, Borges, Kundera. Ciascuno di loro è rappresentativo di una stagione della mia vita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Gianluca Barbera, autore di Magellano
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