Gli intrusi
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2015
“Mi sono trovato in casa uno sconosciuto... In un letto, su al secondo piano... È morto proprio nel momento in cui entravo nella stanza... Dovrebbe occuparsene lei, Gérard... È una grossa seccatura... Ho idea che si tratti di un delitto...”.
Hector Loursat de Saint-Marc aveva appena comunicato al procuratore della Repubblica Rogissart la macabra scoperta. Eppure quella sera a Moulins tutto appariva tranquillo, la stessa “atmosfera stagnante” che permeava la cittadina di provincia anche in quella sera piovosa e fredda di inizio d’ottobre, la prima della stagione. Difficile vedere una finestra con le imposte aperte o qualche figura muoversi dietro i vetri di una finestra illuminata. I pochi passi che si udivano “nel dedalo delle strade lucide di pioggia erano furtivi come di qualcuno che si vergognasse di farsi sentire”. La casa dei Loursat de Saint-Marc situata in una strada abitata esclusivamente da notai e avvocati, sembrava ancora più tranquilla e misteriosa delle altre grazie alla presenza al centro del cortile della dimora di una fontana vuota, un Apollo dalla cui bocca non usciva più acqua. Loursat, borse sotto gli occhi che rivelavano la sua propensione al bere, pupille ansiose che rendevano il suo sguardo vago e inquietante, come ogni sera cenava nella sala da pranzo del primo piano, di fronte alla figlia Nicole. Come sempre, padre e figlia non si guardavano né si rivolgevano la parola: lui mangiava molto male, “chino sul piatto come un animale intento a brucare”, lei, invece, si portava il cibo alla bocca con calma e concentrazione.
Giù nelle viscere dell’abitazione, la cucina era il regno di una “donnetta brutta e magra” Joséphine soprannominata Fine o la Nana, che prendeva un piatto dal forno introducendolo nel piccolo montacarichi che non funzionava bene, come il caminetto che non tirava. Ma del resto, tutti sapevano che in quella casa molte cose non funzionavano, come il rapporto tra Nicole e suo padre, rimasti soli diciotto anni prima, da quando la graziosa e fragile Geneviève Loursat, appartenente a una delle dieci famiglie più in vista della città, se n’era andata alla vigilia di Natale con il suo amante Bernard. Terminato il pasto, Loursat si era alzato da tavola borbottando un saluto alla figlia, ansioso di rintanarsi e di chiudersi a chiave nel suo disordinato studio, dove avrebbe scolato la consueta bottiglia di bourgogne, l’ennesima del giorno. Andava avanti così da diciotto anni e mai nessuno era riuscito a convincerlo a uscire da casa la sera, ma un rumore nuovo e insolito, rapido e secco come una frustata, proveniente dal piano di sopra, avrebbe rivoluzionato la metodica vita del misantropo Loursac.
“Era come se avesse ricominciato a vivere”.
Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) pubblicò Gli intrusi (titolo originale Les Inconnus dans la maison, traduzione di Laura Frausin Guarino) nel 1940. Il volume uscito nella Collana Biblioteca Adelphi nel 2000, viene ora riproposto in edizione economica. Emblematica la vicenda umana di Hector Loursat, capace di ridare un senso alla propria esistenza attraverso la difesa di un ragazzo, innamorato della figlia Nicole, ingiustamente accusato di omicidio. Era stato commesso un delitto all’interno della fatiscente dimora dell’avvocato alcolizzato, il quale grazie a questo grave episodio era venuto a conoscenza di ciò che avveniva sotto il suo stesso tetto. Nicole era al centro di un gruppo di giovani scapestrati di buona famiglia e di ceto diverso il cui quartier generale era proprio casa Loursat. Una cosa era certa: lo scandalo che ne sarebbe seguito avrebbe avuto delle ripercussioni sulla buona società di Moulins. Un uomo solitario fin da giovane, un “orso” dallo “sguardo torpido e vacuo che gli era venuto con gli anni, così difficile da decifrare e così difficile da sostenere”, stava per scoprire una vita sovraesposta all’altra, a quella ufficiale della città, gente diversa, inimmaginabile.
Incredibile ma vero, Hector Loursat de Saint-Marc, aveva voglia di vivere, di scuotersi, “di buttare all’aria la paglia della sua porcilaia, di scrollarsi di dosso quegli strani odori che aveva ancora attaccati alla pelle, quel suo io inacidito che aveva covato per troppo tempo fra pareti tappezzate di libri”.
Magistrale è Georges, capace di incantare ancora una volta il lettore sedotto da un personaggio assolutamente indimenticabile.
“Era uscito dalla sua tana! Era sceso in strada, aveva girato per la città!”.
Gli intrusi
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