E tu splendi di Giuseppe Catozzella

E tu splendi (Feltrinelli, 2020) di Giuseppe Catozzella narra di una piccola famiglia della Basilicata che si trasferisce al Nord, alla periferia di Milano, alla ricerca di lavoro. Qui il piccolo Pietro impara fin da subito che “lui fa parte di una famiglia di invasori”; è la suora insegnante che lo mette subito in chiaro. “Gli emigranti sono invasori”.
Pietro ha una sorella, Nina, e insieme a lei affronta la perdita della mamma, Rosalba. Una vita dura quella dei due bambini che ricercano il materno perduto frugando nell’armadio, nei cassetti della mamma, ovunque.
Rosalba, la loro mamma, aveva l’abitudine di scrivere piccoli messaggi per i suoi bambini ed è così che la vita dei piccoli si trasforma in una continua “caccia” ai messaggi per superare il dolore della perdita. Ma i ricordi fanno anche male e si materializzano in Canetto, figura del cane guida.

Presto Nina decide che non vuole più giocare con Pietro e Canetto e rifiuta ogni contatto immaginario con la mamma, mentre Pietro, indossando una collanina con la foto della mamma bambina, continua il gioco della ricerca degli indizi. Questo rituale lo protegge da ogni avversità.
La vita dei bambini cambia quando in estate il padre, che nel frattempo ha perso il lavoro, li spedisce dai nonni ad Arigliana, in Basilicata. Il paese li catapulta in una vita fatta di vicende personali che tutti condividono, una vita che è vita collettiva, di ciascuno e di tutti, dove la morte, la malattia e le gioie sono vissute dall’ intera comunità.

Nel racconto non mancano ritratti verosimili come quello del vecchio emigrante, zi’ Salvatore, il malavitoso zi’ Rocco, il maresciallo colluso, gli emigranti capri espiatori, un nutrito gruppo di bambini: Refe’ il pastore, le gemelle, Enzuccio, e anche i personaggi paurosi da leggenda come la Menzasignor.

La storia si snoda leggera attraverso gli occhi di Pietro che diventa progressivamente più maturo e consapevole di una realtà feroce verso la quale prova un moto di ribellione.
Non mancano personaggi positivi, come l’energica Nononna e il buono Josh.
Attraverso gli occhi innocenti di Pietro si raccontano la bontà, l’amicizia e il senso di giustizia che, talvolta, gli adulti smarriscono.

Il senso del titolo è tutto racchiuso nell’ultimo messaggio che Pietro troverà nella vecchia scuola abbandonata e frequentata da Rosalba, un messaggio di forza e di speranza.
E tu splendi, frase che compare spesso nel romanzo e dà il titolo all’opera, è tratto dalle Lettere luterane di Pierpaolo Pasolini (1976).
Giuseppe Catozzella ha pubblicato diversi libri, tra cui Non dirmi che hai paura, vincitore del Premio Strega Giovani 2014.
Da E tu splendi è stata tratta una versione cinematografica.