Non dirmi che hai paura
- Autore: Giuseppe Catozzella
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Il libro di Giuseppe Catozzella “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli, 2014) si apre con l’immagine di Samia, una bambina di otto anni o poco più che vive in una capanna in una tra le più povere zone di Mogadiscio: è magra, agile, scattante e le piace correre e gareggiare con Alì, il suo migliore amico, quasi un fratello. I due bambini condividono le poche cose che hanno, compreso il triste destino di una vita segnata dalla guerra. Eppure, almeno inizialmente, quella tragedia non sembra sfiorare i due ragazzini.
“Della guerra a me e Alì non è mai importato niente. Si sparassero pure per strada, non ci riguardava. Perché la gente non poteva toglierci l’unica cosa importante: quello che lui era per me e io per lui.”
Ogni sera, nonostante il coprifuoco, Samia e Alì si allenano: lui è forte ma lei, con il suo fisico e i suoi modi da maschiaccio, magra come un ramoscello d’ulivo, travalica qualsiasi stato di debolezza femminile e, in più, anche qualsiasi religione. Correndo senza il burqa, solo con maglietta e pantaloncini, non appare certo una perfetta figlia del Corano. Ma Alì, causa la guerra e un senso di inadeguatezza, abbandona presto il sogno di correre e si autonomina allenatore di Samia che, invece, crede nel suo futuro nonostante le minacce e le gravi ferite inferte ad amici e familiari.
Il tempo passa, Samia porta in sé tutta la bellezza possibile che non è solo quella del corpo magro e perfetto di una ragazzina che sta diventando un’atleta ma è anche quella di colei che rimane pulita, intatta anche quando il regime integralista islamico si fa più duro e le porta via prima l’amico Alì, poi l’adorato aabe, il papà. Ad ogni corsa, ad ogni gara risuonano nella sua mente le parole pronunciate un giorno dal padre:
“Sei una piccola guerriera che corre per la libertà... Un giorno guiderai la liberazione delle donne somale dalla schiavitù in cui gli uomini le hanno poste. Sarai la loro guerriera, piccola mia.”
Queste frasi sono il motore che innesca la scintilla che fa correre Samia e, attraverso la forza e la speranza, la fanno divenire, a soli quindici anni, l’atleta più veloce del suo Paese.
Purtroppo i primi veri successi, la via verso le Olimpiadi hanno un sapore amaro per lei. Dopo la perdita di aabe, ecco l’allontanamento da Hodan, la sorella tanto amata che decide di fuggire per poter ricostruire, almeno in un luogo lontano, la propria vita. Ma, per andar via, bisogna intraprendere il “Viaggio”.
“Il Viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati. Ognuno ha amici e parenti che l’hanno fatto oppure conoscono qualcuno che l’ha fatto. E’ come una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità. Nessuno sa quanto potrà durare. Se si è fortunati due mesi. Se si è sfortunati anche un anno o due...”
Intanto Samia corre e corre ancora. La sua costanza la porta molto, molto lontano, fino a Pechino alle Olimpiadi.
Catozzella descrive gli spostamenti di questa ragazzina, mai uscita dal proprio Paese, come attraverso i suoi occhi: le parole sono oltremodo efficaci e soprattutto ci avvicinano ancor più a Samia che, con il suo misto di forza e fragilità, un vero ossimoro, giunge quasi in vetta. Ora tutti la conoscono e il traguardo sono le Olimpiadi successive. Ma il ritorno a casa mostra una situazione ancor più difficile e la protagonista non può più allenarsi. Così anche lei è decisa ad affrontare il Viaggio pur di cambiare il suo futuro. Decisa ma, come tanti, impreparata. La lunga fuga si svolge in condizioni inumane, sotto continui ricatti e maltrattamenti. Per sopravvivere, stipata tra i corpi di tanti, Samia sogna.
“Avevo sempre in mente il vento... distese di verde e gialle farfalle. Questo mi costringevo ad immaginare per non pensare.”
Il Viaggio toglie quel lato umano a tutti coloro che lo intraprendono. Difficile aggrapparsi a qualcosa, a sogni e ricordi. Eppure si dice “Finché c’è vita c’è speranza” e proprio in virtù di ciò sopravvive Samia insieme ai tanti tahrib, i clandestini. Purtroppo la sabbia e il mare si rivelano insidie grandi. Troppo.
Prima d’imbarcarsi per Lampedusa sono le parole della nipotina a farle coraggio. “Arriva presto zia Samia... non far venire i mostri. Non dirmi che hai paura”. No, Samia non ha mai paura. Ecco l’imbarco in condizioni ancor più disumane e poi, per ultimo, la canzone che Hodan le cantava:
“Vola Samia come il cavallo alto fa nell’aria... Corri Samia come se non dovessi arrivare in nessun posto... Vivi Samia come se tutto fosse un miracolo...”
In quei flutti, però, s’infrange il sogno della piccola grande atleta.
Finalista al Premio Strega 2014 proprio con “Non dirmi che hai paura”, Giuseppe Catozzella ha ridisegnato la figura della giovane Samia con la grazia e la leggerezza che lei ha messo nel correre e ha intriso la storia di delusioni ma anche di speranza, quella che va al di là dell’umano, quella che continua a esistere anche quando si è trattati come hawaian, animali, quella che fa superare ogni paura.
Non dirmi che hai paura
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Libro scorrevole, veloce nella lettura capace di tenere l’attenzione del lettore in ogni sua pagina.
Samia, giovane coraggiosa guerriera somala… coltiva il sogno di correre, di correre più veloce possibile, di arrivare alle Olimpiadi di Pechino ….. correre è sinonimo di libertà. E’ costretta ad allenarsi con il burka, di notte anche lei vittima della rigidità religiosa di Al Shabaab prigioniera in un paese integralista diviso dal razzismo etnico e dalle violenze. Samia da piccola guerriera non molla, arriva a Pechino … vincerà? Non vincerà? Non è questo l’importante… L’importante è combattere, non mollare mai, correre, diventare il simbolo di un paese che ha voglia di riscattarsi, si può vincere la crudeltà di un paese con la forza di volontà tenendo sempre ben in mente che “non devi mai dire che hai paura… altrimenti le cose di cui hai paura si credono grandi e pensano di vincere”. Ritornata da Pechino la situazione in Somalia precipita e per arrivare le Olimpiadi a Londra Samia tenta la via della libertà. Catozella riesce a descrivere questo viaggio con la giusta attenzione, con una sensibilità che al lettore non resta altro che commuoversi ed arrabbiarsi … sarà un viaggio di ottomila kilometri fino all’Italia, trafficanti di uomini, barconi sovraffollati in cui il vomito del vicino diventa il tuo compagno di viaggio….. sudore, polvere, arrivi ad un punto in cui non ricordi più sei né chi eri…
Un romanzo sicuramente da leggere, sicuramente da consigliare, una storia vera raccontata con efficacia che arriva alla mente e al cuore.
libro bellissimo
Vi prego, se il libro è bellissimo, nelle recensioni non raccontatene la trama. Si perde il gusto di scoprirla e non viene più troppa voglia di leggerlo. Troppi recensori fanno questo errore.
Sarà anche una storia triste, ma dimostra la forza di un sogno che non sarà mai realizzato ma nel que Samia ha creduto fino all’ultimo, fino a quando le forze non l’hanno abbandonata vicino a Malta.
Questo libro mi è stato dato da leggere per le vacanze come compito,all’inizio non mi ispirava ma poi leggendolo mi ha coinvolto un sacco ve lo consiglio vivamente per chi ama leggere
Posso dire che ’Non dirmi che hai paura’ è uno dei libri più belli che ho mai letto. Questo libro ti coinvolgerà talmente tanto che ’Il Viaggio’, scritto da Catozzella in modo superbo e realistico, ti farà infuriare e rattristare. La cruda verità dei paesi come la Somalia viene divulgata per scioccare l’Occidente, e ci riesce. La storia di Samia, che non scriverò per non spoilerare il libro, (che è fantastico) è una storia triste fino alla fine ma apre gli occhi alla gente fortunata di questo mondo, che riesce a vivere lontano da i conflitti e la fame. Tematiche adulte, come la guerra, viste da gli occhi puri e innocenti di bambini dipingono una immagine perfetta della situazione catastrofica del loro paese; ma Samia corre - è la sua libertà, il suo modo di sfogarsi per arrivare infine a un obiettivo impossibile dato la situazione in cui si trova lei: le olimpiadi di Londra. Un libro sinceramente incredibile ma triste. Consiglio vivamente la lettura, che è facile ma accattivante.
Anche a me è piaciuto molto questo libro , perché ha un forte significato e ti ispira a fare di più per gli altri