

La donna della mansarda
- Autore: Davide Longo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2025
Con La donna della mansarda (Einaudi, 2025), Davide Longo regala un nuovo capitolo della saga del commissario Vincenzo Arcadipane e del suo mentore Corso Bramard.
Siamo nell’ottobre del 2013. Mentre il commissario, affiancato dal fido vice Pedrelli, deve indagare su un presunto serial killer che sostiene di aver ucciso e fatto a pezzi alcune donne, ma parlerà solo se gli procureranno un colloquio con Carlo Lucarelli, Bramard viene coinvolto in un caso che è già stato archiviato come allontanamento volontario.
Maria Pia Biancamano Bottero, conosciuta come Tina – una pittrice di fama internazionale le cui opere hanno raggiunto quotazioni piuttosto alte –, che viveva isolata da tutti e da tutto nel suo appartamento-studio all’ultimo piano di un bizzarro palazzo progettato dal suo bisnonno, è scomparsa senza lasciare tracce. Muriel Gallirossi, agente, amica e confidente dell’artista, si rivolge a Bramard – che da pensionato si è dedicato all’insegnamento – perché è convinta che l’amica sia stata assassinata:
Il commissario Cerere e la giudice penso abbiano agito in buona fede, ma non è facile capire una persona complessa come Maria Pia. Il suo rapporto con la pittura, il modo in cui viveva. Sono sicura che lei potrebbe riuscirci.
Nonostante le indagini precedenti siano finite in un vicolo cieco e un possibile colpevole abbia un alibi di ferro, Bramard decide di approfondire le circostanze di questa sparizione. La sua collaborazione, ancora una volta, risulta determinante, sia durante le fasi investigative, sia durante gli interrogatori:
Sono le prime parole che pronuncia nonché il motivo per cui è lì: a fare domande che nessun altro in quella stanza farebbe, perché lui sa o ha collegato cose che gli altri no.
Ma per arrivare a una soluzione – che forse il lettore penserà, seguendo false piste, di aver intuito – Bramard ha bisogno non solo di Arcadipane, ma anche di Isa, la poliziotta ipertecnologica, apparentemente innocua, in congedo per maternità, che vorrebbe rientrare alla crimini violenti dopo la nascita del piccolo Ettore.
La relazione tra Arcadipane e Bramard è al centro della narrazione. I due personaggi, pur con approcci diversi, si completano perfettamente. Bramard, con la sua esperienza e capacità di "leggere" gli altri, fa da guida ad Arcadipane, più irriverente e intuitivo. I loro dialoghi sono spesso ironici, ricchi di tensione intellettuale:
– Quindi hai dormito a Torino?
– Ho dormito a Torino.
– Dalla Gallirossi?
– Sì.
– E avete parlato fino al mattino, scommetto.
– Una cosa del genere.
Arcadipane fuma una della sue convenzionali, mentre Bramard ha da poco acceso una Gitanes.
– Noi in effetti non abbiamo mai parlato di sesso, cose così, – dice.
– No. E continueremo a non farlo, immagino.
– Esatto.
– Altrimenti saremmo proprio amici.
– Anche di questo non abbiamo mai parlato.
– E continueremo a non farlo.
Questa dinamica, proprio come quella fra il commissario e il suo vice Pedrelli, emblema della "piemontesità", rende le indagini non solo un processo logico, ma a tratti anche molto divertente.
La dedizione al lavoro di Arcadipane è accompagnata da un senso di solitudine e da un costante confronto con il passato. Lo vediamo sempre alla ricerca di un sucai da mettere in bocca, alle prese con la “morte” dell’amata Alfa 33 e la scelta di una sua eventuale sostituta, oltre che con il burrascoso rapporto con il suo cane Trepet e con Ariel, che in passato è stata la sua psicologa.
La donna della mansarda è un giallo avvincente che esplora temi quali la solitudine, il rapporto fra arte e vita e il peso emotivo che può avere un difficile e complesso passato familiare. La scrittura di Longo, caratterizzata da un stile diretto che preferisce l’esattezza linguistica ai dettagli eccessivi, non rinuncia a immagini evocative e potenti; tra le righe si avverte il forte legame dell’autore con la sua regione e con Torino, che non è solo sfondo della vicenda, ma vera e propria presenza viva, quasi un personaggio tra gli altri.
La profondità dei protagonisti e la loro evoluzione aggiungono spessore alla trama che, con la sua riflessione sulla complessità delle relazioni umane, rappresenta un’ulteriore – anche se non necessaria – conferma del fatto che Longo sia uno degli autori più interessanti nel panorama del giallo italiano contemporaneo.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La donna della mansarda
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