È appena uscito Il grande futuro (Feltrinelli 2016, pp. 261, 16,00 euro) di Giuseppe Catozzella, nel quale l’autore, nato a Milano nel 1976, dopo il grande successo di Non dirmi che hai paura (Feltrinelli 2014), che ha venduto oltre 150mila copie e dal quale sarà tratto un film, racconta attraverso l’io narrante di Alì/Amal una storia di redenzione quanto mai attuale.
“Se è con la luce che la vita si presenta, io nacqui due volte. La prima fui Alì, e nascendo seppi tutto quello che c’era da sapere: che l’unica legge che governa la vita è la legge dell’amore. La seconda fui Amal, che significa speranza, e rinascendo cancellai tutto ciò che sapevo. Poi impiegai tutta la vita a ricordarlo. Luce su luce dice il testo sacro. Nurun ala nur. E così, per me, fu”.
Alì è nato in un piccolo villaggio dilaniato dalla guerra in quel Corno d’Africa che non sembra voler uscire da una feroce spirale di violenza. Il musulmano Alì, figlio del pescatore Hassim e della bella e devota Fatima è nato due volte: un giorno mentre gioca a nascondino con Ahmed, il ricco, il figlio del signore, il suo migliore amico e a Karima, “la serva, la mia pari”, mette i piedi su di una mina, nel suo petto sventrato viene impiantato il cuore di una piccola donatrice cristiana. La madre di Alì ribattezza suo figlio Amal cioè “speranza”, ma da quel momento in poi sembra incombere nel destino di questo piccolo uomo dall’anima divisa in due, la guerra, quel crudele gioco degli adulti che vede trascorrere le loro giornate infinite fatte di fuoco feroce e incrociato, in una guerra civile che oppone l’Esercito regolare e i Neri, coloro che in una mano impugnano il fucile e nell’altra il libro sacro. Emblematico in questo senso è il fatto che Alì/Amal e Ahmed combatteranno su opposti fronti, il protagonista del volume con i Neri e il suo più grande amico con i Regolari.
“I Neri erano portatori di sventura e distruttori dell’ordine perfetto e intimo del villaggio”.
Giuseppe Catozzella, nominato Goodwill Ambassador UNHCR, Ambasciatore dell’Agenzia ONU per i Rifugiati, per la redazione del testo si è documentato recandosi nel deserto al confine tra Somalia e Kenya per vedere con i suoi occhi, ed è stato ospitato nel campo Onu di Mogadiscio entrando in contatto con gli operatori umanitari, arrivando a intervistare anche gli ex combattenti. Ne dovrà fare tanta di strada Alì/Amal, nato servo, divenuto “guerriero di luce” per diventare uomo di pace, immerso in un Islam radicale e in un mondo dove l’unica via di riscatto è il mestiere delle armi o la religione.
“Chiunque uccida un uomo sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità”. Corano, 5:32.
Leggenda, fiaba e realtà si inseguono nelle pagine del romanzo che scatta una serie di immagini come siamo abituati a vedere nei vari telegiornali, perché la parabola di Alì/Amal avviene in tutti quegli scenari di guerra che spaziano dalla Siria, all’Iraq al Centrafrica, dove Papa Francesco ha aperto la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia.
“Il libro è la storia di Amal, che significa speranza. È la sua storia vera, la sua vita. Anche se in realtà il romanzo è raccontato come una fiaba, una leggenda, non si trovano connotazioni spaziali e temporali. Ho utilizzato riferimenti ai testi sacri, mi sono aggrappato a grandi classici come l’Orlando Furioso e l’Iliade. Sono partito da una storia vera e l’ho resa universale, di tutti”
ha dichiarato Catozzella in una recente intervista, perché “il grande futuro” di Alì/Amal appartiene a ciascuno di noi.
“Grazie ad Alì per avermi raccontato della sua vita tutto ciò per cui ha trovato le parole. Oggi, Alì dedica le sue giornate a tenere i bambini del villaggio lontani dalla guerra”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il grande futuro”: il nuovo romanzo di Giuseppe Catozzella arriva in libreria
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