Storie di Natale. Terzo volume
- Autore: Louisa May Alcott
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Edizioni Clichy
- Anno di pubblicazione: 2022
Il libro Storie di Natale. Terzo volume (Edizioni Clichy 2022, Introduzione di Giovanni Maria Rossi, traduzione e cura di Giovanni Maria Rossi e Francesca De Luca) di Louisa May Alcott (Germantown, 29 novembre 1832 - Boston, 6 marzo 1888) contiene undici nuovi racconti inediti dell’autrice di Piccole donne (1868), pubblicati dopo il clamoroso successo di Storie di Natale (Clichy 2020) e Nuove storie di Natale. Racconti inediti (Edizioni Clichy 2021) tratti dal terzo volume della raccolta Lulu’s Library, una serie di storie per bambini scritte nel 1885 e pubblicate a Boston per Roberts Brothers nel 1889, pochi mesi dopo la morte dell’autrice.
Prima o poi voglio fare qualcosa. Non importa cosa, insegnare, cucire, recitare, scrivere, qualsiasi cosa pur di aiutare la mia famiglia; e diventerò ricca e famosa e felice prima di morire, vedrai se non sarà così!.
Proviamo a leggere la biografia di Louisa May Alcott e capiremo che per tutta la sua esistenza l’autrice, adorata da intere generazioni, si prese cura della sua famiglia. Quando si ha come padre l’illustre filosofo trascendentalista e pedagogo Amos Bronson (1799-1888), tanto amato, venerato, genitore premuroso e severo ma totalmente privo di senso pratico, che non dava valore al denaro, anche perché non ne possedeva, si è costrette a fare anche i lavori più umili per mantenere l’intero clan degli Alcott. Così fece Louisa May, seconda di quattro sorelle, domestica, governante e insegnante, avendo come faro guida una grande ambizione: quella di diventare scrittrice. Sì, perché la nostra eroina sapeva di avere talento, quel talento e quella tenacia che un giorno non lontano l’avrebbero resa celebre e ricca.
La giovane Louisa possedeva:
Desiderio intenso di una ragazza ambiziosa che voleva lavorare per coloro che amava e magari trovare una qualche ricompensa una volta fatto il suo dovere.
Una volta realizzato il suo “sogno profetico”, divenuta benestante rimase sempre nubile, perché Louisa May non aveva mai preso in considerazione l’idea di sposarsi, era una zitella che teneva ad affermare che remava “da sola sulla mia canoa”.
Una zitella dal grande senso materno, infatti alla morte prematura della sorella minore May, avvenuta nel 1879, quando ormai era ricca e famosa grazie alla saga di Piccole donne, la Alcott, femminista ante litteram, convinta sostenitrice dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti e del suffragio universale esteso alle donne, accolse in casa la nipotina di soli due anni, Lulu, curandola con l’amore e la dedizione di una madre.
Ed è per Lulu e i suoi piccoli amici che zia Jo-Louisa, aveva scritto e raccolto in tre volumi (1885-1889) questa serie di storie stravaganti, favole sì, ma sempre ancorate alla realtà, secondo la visione pragmatica della vita di Louisa May Alcott che riposa allo Sleepy Hollow Cemetery di Concord, poco distante dalle tombe di altri grandi autori americani come Nathaniel Hawthorne, Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson, amici di famiglia.
In questo terzo volume di racconti: Ricordi della mia infanzia, “Un tacchino di Natale e in che modo arrivò sulla tavola”, “La festa dell’argenteria, “L’allodola cieca”, “Musica e maccheroni”, “Il borsellino rosso”, “Il segreto di Sophie”, “Il lettino della bambola”, L’assedio di Trudel, la Alcott abbandona le fate, gli elfi, i folletti benigni e maligni, gli gnomi e le sirene, gli uccelli, i fiori e gli animali pensanti e parlanti protagonisti delle due precedenti raccolte di racconti. Lulu ormai ha quasi dieci anni e queste storie sono il pretesto per descrivere un Paese che sta cambiando sotto molti aspetti.
La rapida accelerazione industriale e demografica ha fatto sì che la forbice tra ricchi e poveri si sia sempre di più allargata. Vittime principali, i bambini, pensiamo al lavoro minorile, vera piaga sociale. Alcott descrive con mano sapiente indimenticabili figure di piccole donne e piccoli uomini che non si arrendono, come Kitty, Lizzie, l’olandesina Gertrude (Trudel) e l’orfano Tino, povero ma ricco di una voce meravigliosa.
Il teatro nel fienile era uno dei divertimenti preferiti, e lì mettevamo in scena in grande stile le fiabe più belle.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Storie di Natale. Terzo volume
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