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Recensioni di libri

Nella tana del serpente di Michele Navarra

Fazi, 2021 - Un “razzista di periferia” chiuso nel suo dolore, già considerato come un bieco assassino, uno straniero paziente e tollerante, certo che senza lavoro non ci sia dignità, un gigantesco palazzo nel cuore della città, un’esotica bellezza che piace a troppi, una promessa infranta e un insanabile conflitto tra bande di spacciatori.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 17-06-2021
Nella tana del serpente

Nella tana del serpente

  • Autore: Michele Navarra
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2021

Nella tana del serpente (Fazi 2021, collana “Darkside”) è il settimo romanzo di Michele Navarra, che vede come protagonista l’avvocato Alessandro Gordiani, creato dalla fertile penna dell’autore, nato nel 1968 a Roma, dove vive e svolge da quasi trent’anni la professione di avvocato penalista.

“Ci racconti tutto dall’inizio, cercando di non omettere nessun particolare, per quanto insignifican­te possa sembrarle”.

Dopo oltre venticinque anni di professione vissuta con testardaggine e impegno totale, l’avvocato romano Alessandro Gordiani aveva tra le mani un caso difficile, nel quale il suo assistito apparentemente aveva un movente perfetto per uccidere un ragazzo siriano, ma come dice bene il proverbio, spesso l’apparenza inganna.

Elia Desideri a quarantatré anni era un uomo già provato dalla vita: sua moglie Antonella era venuta a mancare troppo presto, lasciandolo solo a crescere i loro figli Luca e Saverio e a mandare avanti un negozio di abbigliamento, che dopo un fiorente periodo di attività ora languiva, stretto nella morsa della crisi economica. Anche quel piccolo appartamento di un centinaio di metri quadrati che il Comune di Roma aveva concesso in affitto ai Desideri, al terzo piano del “mostro di cemento”, si era rivelato un boomerang. Quel “palazzo-quartiere”, che avrebbe dovuto ospitare negozi, scuole, palestre, centri anziani, teatri e che avrebbe dovuto rappresentare un’enclave autosufficiente, da alcuni anni era diventato terra di bande di spacciatori e di violenza, simbolo negativo ed emblema del degrado di un’intera città.

Forse nessun uomo nasce razzista e intollerante: Enea Desideri lo era diventato da quando, l’animo esacerbato per la scomparsa della moglie, quei “maledetti cinesi” con i loro strac­ci da quattro soldi avevano invaso il mercato dell’abbigliamento e quei “miserabili extracomunitari”, con la loro roba fasulla, vendevano indisturbati a ogni angolo di strada, senza che nessuno facesse qualcosa per impedirglielo.
Elia Desideri non ave­va mai fatto mistero che, se fosse stato per lui, quei barconi pieni di pezzenti li avrebbe presi a cannonate.

E proprio da uno di quei barconi, durante un “viaggio della speranza”, come eufemisticamente vengono chiamati quei viaggi in cui i migranti sfidano la vita per averne una migliore, il siriano Rashad Bayazid, nel mare di Lampedusa, aveva dovuto sopportare il dolore più atroce che un padre potesse mai subire. Il prezzo per arrivare in Italia, la terra che aveva accolto e ospitato in qualità di rifugiati, la famiglia di Rashad, era stato altissimo. Ora per Rashad l’unica cosa che contava era avere un luogo sicuro per la sua famiglia, un tetto sotto cui ripararsi, una casa che non corresse il rischio di essere distrutta da una bomba.

Ma le viscere del Serpentone di Corviale, “stecca” lunga un chilometro per nove piani di altezza, 1200 appartamenti, 8500 stanze in grado di ospitare 6mila persone e più di 780mila metri cubi di volume, non solo celano molte insidie, ma le sue spire attirano giovani sprovveduti in cerca di soldi facili.

Un “razzista di periferia” chiuso nel suo dolore, già considerato come un bieco assassino, uno straniero paziente e tollerante, certo che senza lavoro non ci sia dignità, un gigantesco palazzo nel cuore della città, un’esotica bellezza che piace a troppi, una promessa infranta e un insanabile conflitto tra bande di spacciatori.
Navarra affronta con maestria nel suo nuovo romanzo un tema scottante e attualissimo, che scuote le nostre coscienze nel silenzio di un’Europa sorda, muta e cieca, incapace di affrontare il fenomeno delle imponenti migrazioni, che interessa il Vecchio Continente.

Sempre più simpatica ed empatica la figura di Alessandro Gordiani, due figlie ormai adolescenti e una moglie non più tanto gelosa come un tempo, momentaneamente distratto dagli “ostacoli del cuore” e costantemente alle prese con i malanni della sua Vespa bianca PX 125, che ha “oltre trenta primavere sul groppone”, con la quale Alessandro gira per le vie di una Roma assolata, estiva, preda di improvvisi acquazzoni, descritta in epoca pre Covid – 19. E sembra un secolo fa…

“La piazza era traboccante di persone, assiepate intorno alla grande fontana, sedute ai tavolini dei bar o impegnate in un singolare viavai allo stesso tempo frenetico e indo­lente”.

Nella tana del serpente (L'avvocato penalista Alessandro Gordiani Vol. 2)

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nella tana del serpente

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