Torna da oggi disponibile in tutte le librerie Per non aver commesso il fatto (Fazi Editore, 2024, collana “Darkside”, pp. 300, 18,00 euro), uno dei romanzi più amati di Michele Navarra pubblicato per la prima volta da Giuffré Editore nel 2010 nella fortunata Collana “Diritto e Rovescio” e vincitore di numerosi premi letterari.
“Per non aver commesso il fatto”: la trama e l’autore
Protagonista del romanzo è l’avvocato romano Alessandro Gordiani, il quale dovrà adempiere a un compito molto difficile: far assolvere il suo assistito “per non aver commesso il fatto”. Un compito davvero arduo per Gordiani, perché quello che dovrà affrontare è
un processo indiziario, il peggiore che possa capitare a un avvocato, il più temuto e allo stesso tempo il più delicato, dove ogni errore può costare carissimo.
Link affiliato
Michele Navarra, nato a Roma nel 1968, avvocato penalista dal 1992, nel corso della sua carriera ha avuto modo di seguire alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana: dalla strage di Ustica alle imprese della banda della Uno bianca. Nei suoi libri ha creato il personaggio seriale dell’avvocato Alessandro Gordiani, presente in tutti i suoi nove romanzi editi, gli ultimi quattro dei quali pubblicati da Fazi Editore: Solo Dio è innocente (2020), Nella tana del serpente (2021), Una giornata cominciata male (2022, vincitore del Premio Caravaggio nello stesso anno) e Il peso del coraggio (2023).
L’intervista all’autore
- Michele, a quasi quindici anni dalla sua prima edizion, torna in versione aggiornata uno dei tuoi primi legal-thriller. Quali sono state le maggiori modifiche apportate?
In realtà si è trattato soltanto di una bella rinfrescata al testo, nulla di sostanziale. Sono state eliminate alcune piccole ingenuità linguistiche ed è stata fatta qualche lieve aggiunta per “colorare” qualche passaggio narrativo, ma la storia è pressoché identica a quella originale. Anche le procedure legali, alcune delle quali oggi leggermente modificate, sono state lasciate inalterate, come ho spiegato nella nota finale al romanzo, soprattutto per rispetto dell’età anagrafica del protagonista, allora molto più giovane.
- Secondo te, rileggendo il romanzo a distanza di anni, il tuo stile di scrittura è cambiato o è rimasto sempre lo stesso?
Qualcosa è cambiato, sono sicuramente diventato più maturo con il tempo (e anche più vecchio purtroppo), ma l’impostazione è sempre la stessa. La scrittura è un vero e proprio mestiere e, come in tutti i mestieri, con l’esperienza si migliora, ci si perfeziona, si limano gli errori. Credo si tratti di un processo naturale.
- Alessandro Gordiani difende un uomo, Carlo Baldini, dall’accusa di omicidio. Un avvocato deve sempre credere nell’innocenza del suo cliente?
Posta in questi termini, direi che la risposta alla domanda non possa che essere un “no” secco e deciso. Nessuno può essere “costretto” a credere nell’innocenza di una persona.
Forse la vera domanda sarebbe chiedersi se un avvocato dovrebbe difendere il proprio assistito a prescindere dalla consapevolezza della sua innocenza, anzi addirittura anche nel caso in cui lo ritenga colpevole. E per questa domanda – che mi viene posta spessissimo (quasi sempre a dire la verità) – ancora non ho trovato una risposta soddisfacente, se non quella di dire che ogni avvocato deve o dovrebbe farsi guidare dalla propria coscienza e agire di conseguenza.
- Da Per non aver commesso il fatto (2010) a Il peso del coraggio (2023), ultimo romanzo dedicato ad Alessandro Gordiani, l’onestà intellettuale è sempre l’arma vincente del simpatico avvocato?
Link affiliato
Direi di sì, sebbene con il trascorrere del tempo (e col susseguirsi dei romanzi) Alessandro Gordiani sia probabilmente diventato un po’ più cinico e meno idealista rispetto agli inizi della sua carriera. Del resto, come dice il proverbio, “chi nasce quadrato non può morire tondo”, non si può modificare la propria natura. L’onestà, non solo intellettuale, resta uno dei suoi punti di forza, anche se nell’ultimo dei romanzi cui hai fatto riferimento qualcosa farà vacillare le sue convinzioni.
- Quanto sono importanti le ambientazioni e la colonna sonora nei tuoi romanzi?
Direi moltissimo. Preferisco che i luoghi dove ambiento i mei romanzi – ad esempio Roma, la Sardegna o l’Argentario – restino sullo sfondo, quasi come una scenografia all’interno della quale far muovere i miei personaggi.
Quanto alla colonna sonora che talvolta “accompagna” qualche scena o qualche passaggio narrativo, Alessandro Gordiani è come me un amante della musica leggera italiana, quindi... Sono convinto che le parole di alcune canzoni spesso siano in grado di descrivere meravigliosamente sensazioni o stati d’animo e proprio per questo motivo ne utilizzo i testi ogni tanto, per dare più consistenza alle emozioni dei protagonisti del romanzo.
- I tuoi lettori si sono spesso domandati se le caratteristiche della personalità di Gordiani non siano simili al carattere del suo creatore. Che cosa desideri rispondere?
Che è inevitabile sia così. Soprattutto all’inizio del mio percorso narrativo, Gordiani mi somigliava davvero tanto, al punto che – nonostante l’abbia sempre negato – in realtà si sarebbe quasi potuto affermare che fosse una sorta di mio alter ego. Poi, con il trascorrere degli anni, Alessandro si è via via staccato da me, si è allontanato fin quasi ad acquisire una sua personalità del tutto autonoma.
Oggi (ed è una cosa che all’inizio della mia carriera di scrittore non avrei ritenuto possibile) se penso ad Alessandro Gordiani lo immagino come una persona a sé stante, un individuo disgiunto da me, sebbene naturalmente alcuni dei suoi pensieri continuino a essere i miei e credo non potrebbe essere altrimenti.
- Esistono delle regole generali per scrivere un buon legal-thriller?
Francamente non lo so. Io ho sempre cercato di restare il più possibile aderente a quella che è la realtà dei nostri tribunali e del nostro processo penale, senza lasciarmi andare a quella che in più occasioni ho definito “fantascienza giudiziaria”. L’ho ripetuto fino allo sfinimento: il processo penale italiano è estremamente avvincente e non ha nulla da invidiare a quello di stampo anglosassone. Bisogna solo saperlo raccontare con la giusta dose di tensione emotiva e di pathos narrativo e il gioco è fatto.
- E se Gordiani avesse il volto di un attore, in modo da poterlo interpretare sul piccolo schermo, quale preferiresti che fosse?
Mi piacerebbe tanto poter rispondere a questa domanda, ma purtroppo (o per fortuna) non lo posso fare, almeno per ora. Prometto che non appena mi sarà possibile ti racconterò tutto.
- È vero che hai nel cassetto un romanzo inedito, non a sfondo giudiziario, scritto di getto?
Sì, si tratta di un romanzo che non ha nulla a che vedere con Alessandro Gordiani e con il mondo giudiziario. Non ci sono omicidi da risolvere, né misteri da sbrogliare. Era una cosa che volevo fare da tanto tempo, soprattutto per mettermi alla prova, per capire se sarei stato capace di uscire dalla mia “comfort zone” e di scrivere qualcosa di diverso rispetto al mio solito.
Ne è venuta fuori una storia familiare, a volte dura, a volte commovente, che si sviluppa nell’arco di oltre cinquant’anni. Non so che fine farà, ma sicuramente – prima o poi – vedrà la luce editoriale e a quel punto saranno i lettori i veri giudici, che dovranno decidere... se assolvermi o condannarmi.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Michele Navarra, autore di “Per non aver commesso il fatto”
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Michele Navarra Fazi Recensioni di libri 2024 News Libri Ti presento i miei... libri
Lascia il tuo commento