

La retorica dell’America come terra promessa, dove trovare e tramutare in realtà sogni e speranze, è anche il frutto di una letteratura che talvolta ha nascosto e talvolta ha saputo mostrare la realtà. Ma quanto della narrativa americana corrisponde alla realtà storica e sociale del paese? E quanto, invece, è stato modellato da ideologie, miti e pregiudizi?
Esaminare la letteratura americana significa comprendere come il paese abbia cercato di definirsi attraverso le sue storie, spesso omettendo le realtà più scomode e amplificando quelle più funzionali a una certa narrazione. La letteratura, nel tempo, ha sia consolidato sia decostruito il mito nazionale, ponendo in discussione l’ideale di libertà, uguaglianza e progresso.
Questo articolo esplorerà le molteplici Americhe raccontate nei libri, mettendo a confronto la rappresentazione della società con la realtà storica e sociale, analizzando le opere più emblematiche che hanno plasmato l’immaginario collettivo del paese.
Il “Sogno Americano” tra realtà e mito letterario


Link affiliato
Uno dei pilastri della narrativa statunitense è il concetto di Sogno Americano, un ideale che promette successo e prosperità a chiunque sia disposto a lavorare duramente.
Romanzi come Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald e Uomini e Topi di John Steinbeck hanno esplorato le disillusioni legate a questo mito, mostrando il divario tra la promessa e la realtà.
Il grande Gatsby offre un ritratto spietato di un’America dominata dalle disuguaglianze di classe e dall’illusione della mobilità sociale, con il personaggio di Jay Gatsby che incarna il desiderio di ascesa sociale destinato a infrangersi contro un sistema rigidamente diviso tra ricchi e poveri. Fitzgerald scrive:
They were careless people, Tom and Daisy — they smashed up things and creatures and then retreated back into their money or their vast carelessness, or whatever it was that kept them together, and let other people clean up the mess they had made.
Evidenziando così l’indifferenza dell’élite economica e l’impossibilità per chi proviene da un altro ceto di superare veramente le barriere sociali.
leggi anche
Il grande Gatsby: un classico eterno

Steinbeck, in Uomini e Topi, racconta la precarietà del sogno per la classe operaia, mostrando la fragilità dei legami umani in un contesto di sfruttamento e solitudine. Il desiderio di George e Lennie di possedere una propria fattoria viene continuamente ostacolato da una realtà economica crudele.
A guy needs somebody — to be near him
dice Crooks, il lavoratore nero emarginato, sottolineando come l’America, per molti, non fosse affatto la tanto decantata terra delle opportunità.


Link affiliato
A questi si affianca Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, un’opera teatrale che smaschera il fallimento del sogno americano attraverso il personaggio di Willy Loman, un uomo intrappolato nelle sue stesse illusioni. Il dramma di Miller mette in luce la natura ingannevole di un sistema economico che promette il successo a tutti, ma che in realtà premia solo pochi eletti.
The man who makes an appearance in the business world, the man who creates personal interest, is the man who gets ahead. Be liked and you will never want.
Ma alla fine, Willy scopre che questa convinzione è solo una bugia.
Altri autori hanno ripreso questo tema con approcci diversi: Furore di Steinbeck racconta la disperazione della Grande Depressione, mentre American Psycho di Bret Easton Ellis mostra l’incubo del capitalismo sfrenato degli anni ’80 attraverso la follia di un serial killer immerso nell’ossessione per il denaro e l’apparenza. Infine, Revolutionary Road di Richard Yates affronta la falsità del sogno americano nel contesto suburbano degli anni ’50, mostrando come l’illusione del successo e della felicità possa portare alla disillusione e alla tragedia.
leggi anche
Bret Easton Ellis: il cantore della decadenza

Insomma, sono questi romanzi in grado di sfidare la narrazione ottimista del sogno americano mostrando il lato oscuro della sua realizzazione e svelando le contraddizioni di un paese che ha sempre oscillato tra speranza e inganno.
La frontiera e il mito della Libertà


Link affiliato
Il concetto di frontiera ha segnato profondamente la narrativa americana, diventando un elemento chiave della sua identità culturale. Opere come La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe e Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain raccontano di una nazione ancora segnata dalla schiavitù e dalle discriminazioni razziali. Tuttavia, la letteratura western e i romanzi d’avventura hanno spesso esaltato un’America eroica e pionieristica, nascondendo le brutalità dell’espansione territoriale e il genocidio delle popolazioni indigene.
Romanzi come Meridiano di sangue di Cormac McCarthy decostruiscono questo mito, offrendo una visione cruda della violenza della frontiera, lontana dall’immagine eroica propagandata dalla cultura popolare.
Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown, invece, dà voce ai nativi americani, ribaltando la narrativa dominante della conquista del West e mostrando le sofferenze inflitte alle popolazioni indigene. Anche Casa fatta di alba di N. Scott Momaday racconta il conflitto tra la cultura tradizionale e la modernità imposta ai nativi americani, esplorando il senso di alienazione e perdita identitaria che ne deriva.
Il potere a doppio taglio della letteratura
La letteratura ha così un potere unico: può raccontare la realtà cancellando con l’inchiostro le illusioni ben architettate della retorica spesso politica, oppure può alimentare la visione utopica di un Paese dove tutto è benevolo e perfetto.
L’America "reale" e l’America "narrata" sono così due entità in continua contrapposizione, che mettono nelle mani dei lettori il compito di saper riconoscere le sfumature tra mito e verità.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’America narrata: come i libri hanno raccontato e distorto il Sogno Americano
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Storia della letteratura News Libri Francis Scott Fitzgerald John Steinbeck Bret Easton Ellis Richard Yates Mark Twain Cormac McCarthy
L’articolo e’ di grande impatto sociale perché con l’analisi della società americana possiamo intravvedere anche il percorso storico dell’ umanità intera con i suoi drammi, i suoi punti di forza, le sue domande, la ricerca di sé.Le sconfitte le risalite i momenti di passaggio,le vittorie appartengono in ogni essere umano.Comunque l’ America ci pone una certezza , cioè che l’ umanità nonostante gli sconvolgimenti dell’ esistenza è alla ricerca di una democrazia che rende la persona più radicata nel diritto e più libera e questo grazie all’ apporto di persone soventi sconosciute e fragili come le operaie che sono morte nel rogo di un industria tessile e di cui oggi celebriamo il loro ricordo nella festa della donna.Come non ricordare le tante vite portate via dalla terra d’Africa per divenire schiavi di un sistema, dove esseri umani erano considerati alla stessa stregua degli animali ed oggi grazie a loro le persone di ogni genere, colore ,religione hanno nelle costituzioni degli stati democratici la parità,si può dire la libertà l’ uguaglianza la fraternità, purtroppo anche loro macchiate con il sangue renderanno sempre di più,secondo me,il mondo migliore.