La figlia delle nevi
- Autore: Jack London
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Edizioni Clichy
- Anno di pubblicazione: 2018
“La figlia delle nevi” (Edizioni Clichy, 2018, titolo originale A Daughter of the Snows, a cura di Alessandro Bandiera ed Elisa Frilli) è il romanzo d’esordio, scritto e pubblicato nel 1902, dello scrittore e giornalista statunitense Jack London, nome completo John Griffith Chaney London (San Francisco, 12 gennaio 1876 - Glen Ellen, 22 novembre 1916).
Frona Welse
“era stata una bambina di un’intelligenza più matura della sua età, e comprendeva facilmente il mondo fisico e le sue regole. Amava il mondo e ne aveva un profondo rispetto”.
La giovane, figlia di Jacob, ricco commerciante e punto di riferimento delle comunità di Dawson e di Dyea nel Klondike, era appena tornata nel Paese natale dopo aver trascorso un periodo in Europa per motivi di studio.
“Per Giove! Che donna!”.
Frona non passava inosservata, i suoi occhi grigi riflettevano il suo carattere forte e determinato, il suo volto era sincero, una sincerità che ispirava condivisione, complicità. Negli occhi di Frona c’era sempre una luce sorridente,
“che tremava appena, come sull’orlo di sparire, ma pronta a schiudersi al sorriso di chi l’ammirava”.
Inoltre Frona Welse era una donna a cui piaceva il linguaggio schietto del cuore. Ed era anche per questo che Frona sarebbe stata al centro di un triangolo amoroso, contesa da due uomini completamente diversi l’uno dall’altro. Ma ciò che interessava veramente a Frona Welse, era capire come dare un significato, un valore alla propria esistenza.
“Gli sembrava tutto un sogno, e dovette girarsi a guardare la figura di lei che si dileguava per convincersi del contrario”.
Attraverso la descrizione del Klondike, una regione del Territorio dello Yukon grande circa 160 km quadrati, nel Canada nord-occidentale, appena al di là del confine orientale dell’Alaska, Jack London, autore di “Il richiamo della foresta” (1903), “Martin Eden” (1906), “Zanna Bianca” (1909), si propone di
“svelare il cuore dell’uomo, dire una verità su di lui e sul suo posto nel mondo”
come chiarisce nell’Introduzione del testo Alessandro Bandiera. Quando Jack London scrive il romanzo ha solo ventisei anni ma il suo stile è già maturo e “La figlia delle nevi” contiene tutti quegli spunti avventurosi che avrebbero reso indimenticabile la sua opera letteraria.
Del resto London, qui sedotto dai luoghi rigogliosi e incontaminati ancora per poco, prendeva spunto dalla propria esperienza. La breve parabola vitale dello scrittore fu caratterizzata da lavori, professioni e interessi personali diversi: strillone di giornali, pescatore clandestino di ostriche, lavandaio, cacciatore di foche, corrispondente di guerra, agente di assicurazioni, pugile, coltivatore e cercatore d’oro. Solo dopo innumerevoli tentativi il resiliente Jack sarebbe diventato uno scrittore di successo, avendo come stella polare il mestiere delle lettere. Quindi vivere per scrivere e scrivere per vivere.
È una variegata umanità composta di cercatori d’oro, affaristi senza scrupoli, ultimi pionieri, commercianti di qualunque genere, nativi americani e coloni quella che compone il presente romanzo. Tutti loro, chi più e chi meno, stanno distruggendo la natura indomita e selvaggia del Grande Nord. La civilizzazione sta sbarcando in questi luoghi contaminandone l’anima bella e fiera per sempre, e London in questo libro non può che denunciarlo. Il simbolo delle tradizioni del Klondike più autentico, che vanno scomparendo per opera dell’uomo bianco, è rappresentato dalla figura della vecchia tata squaw di Frona, che racconta alla giovane come a dispetto di una crescita economica e materiale, i nativi americani, la sua gente, stiano perdendo ciò che di più caro e prezioso possiedono, i loro usi e i loro costumi.
“Quando il mio pensiero si rivolge al passato, gran parte di esso mi sembra un sogno. Ci sono delle lacune che la mia memoria non riesce a colmare. Mi ricordo vagamente di essere stato legato a una slitta e trascinato da accampamento ad accampamento, da tribù a tribù”.
La figlia delle nevi
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