L’università del crimine
- Autore: Petros Markaris
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
In una recente intervista a Matteo Nucci lo scrittore greco ottantenne Petros Markaris parla de “L’università del crimine”, il suo nuovo romanzo, appena pubblicato in Italia da La nave di Teseo, ma anche della difficilissima situazione sociale ed economica che vive il suo paese.
Petros Markaris è “furioso”, se la prende con tutti, compresa la sinistra al governo, e in particolare con l’università, che ritiene che in Grecia sia “alla canna del gas”.
Il romanzo che si intitola appunto “L’università del crimine”, ha per protagonista il commissario della polizia ateniese Kostas Charitos, che a causa del pensionamento del suo amico/superiore, deve occuparsi, appena tornato dalle vacanze estive in Epiro, di una serie di delitti misteriosi che hanno come vittime docenti universitari che hanno scelto di lasciare l’insegnamento per la carriera politica; uno di loro poi ha lasciato la politica per riprendere la docenza. La morte violenta dei tre viene rivendicata con proclami un po’ deliranti, dal tono moraleggiante, che inneggiano ad un passato in cui gli insegnanti delle università erano saggi, autorevoli, modelli di scienza e di etica professionale.
Un modello ora desueto e rimpianto dal misterioso killer di cui non si riescono a trovare tracce, malgrado l’impegno a tutto campo di Charitos e dei suoi collaboratori. I colloqui che il commissario fa con vecchi insegnanti gli mostrano che la logica che domina ora, è quella dell’ambizione: studiosi che avevano dedicato il loro impegno allo studio, alla ricerca, alla didattica, accettano con disinvoltura incarichi politici nel partito di governo, lasciano la cattedra e gli impegni presi con gli studenti senza però che le difficili contingenze economiche del paese consentano la loro sostituzione. In un caso, la vittima del terzo delitto, rientra all’università dopo aver svolto un incarico di governo, senza pagarne alcuna conseguenza.
Il giallo che Petros Markaris costruisce ha dunque una forte carica di protesta contro le leggi che consentono l’impunità a chi sceglie di tradire la propria missione per semplice opportunismo. La piacevolezza del romanzo sta comunque nella leggerezza del tono con cui viene raccontata la storia privata del commissario, la sua famiglia, i rapporti con gli amici, con i collaboratori, con i superiori stessi. Apprendiamo a bordo della vecchia Seat del commissario le difficoltà del traffico ateniese, le taverne in cui si sceglie di cenare, i menu squisiti preparati dalla moglie Adriana, soprattutto la pitta, la felicità per la futura nascita di un nipote, il tutto mescolato con sapienza all’impegno professionale del commissario, che come una formica insegue con pazienza tutti i dettagli, anche i più insignificanti, per raggiungere gli obiettivi e smascherare i colpevoli di delitti che stanno minando la credibilità del governo, oltre che dell’intero ateneo ateniese.
Non manca l’attenzione all’attualità dei metodi di indagine, la presenza quasi ossessiva della rete informatica, i segreti di Facebook che consentono ai poliziotti di smascherare persone che si celano dietro a pseudonimi fantasiosi. Dietro a tutto l’alter ego dello scrittore, il commissario Charitos con la sua flemma, la sua saggezza, una chiara visione della situazione etico-politica nella quale il suo paese, e non solo, si dibatte.
La fuga dei cervelli all’estero, gli studenti delusi dalla mancanza di prospettive, tutti temi non solo greci ma comuni a molti paesi europei, raccontano in un romanzo poliziesco la fragilità del nostro vivere attuale. Per chi non conosce il greco moderno ma ha studiato al liceo classico, molto divertente il ritrovare nomi propri che vengono dalla tradizione classica: Lisistrata, Calliope, Clio, Learco, Antigone, Prodromos, Fedon, Aristotele, Saffo.
Ora, dichiara nell’intervista a Matteo Nucci lo scrittore greco, sta lavorando ad un nuovo libro dal titolo “L’età dell’ipocrisia”. Un male che Petros Markaris deplora, come si vede con chiarezza leggendo le pagine del suo romanzo, pubblicato da La nave di Teseo con la traduzione di Andrea Di Gregorio, che ci spiega anche la corretta lettura dei nomi e la posizione degli accenti. Un’intenzione didattica che ho apprezzato!
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