

Su Robinson, allegato letterario a “Repubblica”, del 19 gennaio 2025, lo scrittore Francesco Piccolo fa un’anticipazione del suo nuovo libro, un saggio dal titolo Son qui: m’ammazzi (in uscita per Einaudi il 21 gennaio).
“Son qui: m’ammazzi”: tema del nuovo libro di Francesco Piccolo


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“Son qui: m’ammazzi” è la frase pronunciata nei Promessi Sposi da Lucia, prigioniera dell’Innominato, “terrorizzante personaggio maschile”. Con quella frase la donna, sfinita dall’angoscia, ottiene una reazione buona, quasi che la sua arrendevolezza spuntasse le armi della violenza arrogante del maschio Innominato.
In tutto il libro, Piccolo, partendo dal Decameron di Boccaccio fino a Via Gemito di Domenico Starnone, attraversa molti personaggi maschili della grande letteratura italiana, descrivendone le caratteristiche che noi lettori abbiamo inconsapevolmente introiettato.
Mi preoccupa di più un morto sulla scena - diceva Eduardo De Filippo - che un morto vero; perché se la rappresentazione di un morto arriva sulla scena, vuol dire che quei morti sono già stati tanti da doverli raccontare.
L’“Orlando furioso” e i personaggi maschili dei “Promessi Sposi”
Dunque Francesco Piccolo sceglie Orlando, che da uomo saggio per amore diventa Orlando furioso, e la sua furia incontrollata finisce per distruggere tutto ciò che lo circonda, come racconta Ludovico Ariosto nel 1516.
Nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni, in pieno romanticismo, disegna diversi personaggi maschili: l’arrogante don Rodrigo, deciso a far violenza alla modesta filatrice Lucia; l’ignavo Don Abbondio; l’astratto Don Ferrante; il caotico e irresoluto Renzo.


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Ci sono anche Carlino de Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, che
soccombe alla Pisana perché lei è una donna libera
ma lui non riesce a difendere il suo amore e preferisce fuggire vigliaccamente. Complesso e contraddittorio il protagonista de La coscienza di Zeno di Italo Svevo: Zeno Cosini ama una donna ma ne sposa la sorella, è arrogante e fragile, irrazionale e ponderato, irresoluto e inconcludente, personaggio decadente e inetto.
I personaggi maschili nella letteratura del Novecento
Piccolo si sofferma anche sul Principe di Salina, voluttuoso e privilegiato, che accetta di far entrare in famiglia la bella Angelica, anche se è consapevole di non poterla possedere, come avrebbe fatto in passato. Il Gattopardo comprende che il suo tempo come maschio è finito.


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Nel saggio di Piccolo trovano spazio anche i romanzi di Vitaliano Brancati ( Il bell’Antonio), Beppe Fenoglio ( Una questione privata), Dino Buzzati ( Un amore) e Domenico Starnone (Via Gemito): classici del secolo scorso, forse un po’ dimenticati, che riletti con la lente dell’attualità possono fornire una chiave interpretativa del modello maschile che rimane dentro di noi:
Se il maschile è inteso come potente, arrogante, violento, sopraffattore, egoista e famelico, allora ve ne sarà traccia anche nelle opere letterarie che abbiamo amato [...] E di conseguenza quelle opere ci avranno restituito una legittimazione della mascolinità, che ha contribuito a consolidare la cultura virile.
Leggere sempre, ma conservando gli strumenti critici che consentono un’analisi interiore delle suggestioni che inconsapevolmente abbiamo acquisito: non a caso, nel libro Piccolo ha scelto solo scrittori, nessuna scrittrice, per meglio spiegare il suo intento:
Volevo lo sguardo dei maschi sulla realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Son qui: m’ammazzi”: i personaggi maschili della letteratura nel nuovo libro di Francesco Piccolo
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Mi stupiscono le definizioni di" caotico e irresoluto" a proposito del Renzo manzoniano, ma sospendo il giudizio, in attesa della lettura del testo in discussione.