“Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez descrive le storie di Macondo, nome immaginario di una piccola piccola città sperduta all’interno dell’entroterra colombiano.
I protagonisti sono, in particolare, i membri della famiglia Buendìa, trasferita in quella zona parecchie generazioni prima, per sfuggire agli incubi che tormentavano le notti di Ursula Iguaràn, terrorizzata dagli uomini del corsaro Francio Drake.
Sperduto in mezzo alle paludi, questo villaggio vive isolato dal mondo, senza contatti con esso: i suoi abitanti hanno a che fare solo fra loro, i nipoti hanno gli stessi nomi dei nonni, tutti si conoscono e spesso si scopre che non è solo il nome a essere stato trasmesso.
La famiglia Buendia, pur vivendo in quel villaggio arretrato, riesce a conoscere, seppur lontanamente, le sorti del mondo che la circonda, e molti suoi membri prendono parte agli avvenimenti che caratterizzano il mondo al di fuori di quelle quattro case. Vengono gli zingari nel villaggio con le loro carovane di commercianti, scoppiano rivoluzioni, vengono costruite ferrovie che attraversano quelle zone, vi atterrano pure aerei nei pressi, ma niente smuove il villaggio dal suo placido isolamento e dalla sua inerzia, quasi malata. I nipoti continuano a chiamarsi come i nonni e ad avere spesso le loro stesse caratteristiche, la stessa personalità, la stessa passionalità e vivacità. Alcuni membri della famiglia si allontanano dal villaggio, conducono le vite loro al di fuori di esso, hanno successi, raggiungono la fama, per poi però ritornare in vecchiaia o in malattia alla vita del villaggio, per morirvi.
Ed è alla fine che l’ultimo discendente di questa famiglia scatena l’incantesimo di un vecchio zingaro, amico di uno dei capostipiti della famiglia. L’incantesimo porterà alla distruzione del villaggio, alla sua scomparsa, al suo annientamento e oblio, perché tale è il destino di una stirpe che rimane per cent’anni in solitudine.
“Cent’anni di solitudine” è un libro scritto in maniera eccezionale: l’autore ha imparato molto dai libri kafkiani, tanto da riuscire a ricreare situazioni surreali, con personaggi ed eventi, presentandoli con un linguaggio ad hoc, fatto di espressioni spesso bizzarre, ardite, anch’esse surreali, ma che stemperano la forte angoscia che dovrebbe causare un racconto simile. I personaggi, volutamente confusi con nomi spesso uguali, hanno le loro caratteristiche proprie. Le loro storie e psicologia sono presentate con stile dall’autore, che scende in profondità nelle loro persone, oltrepassando quella che potrebbe essere la superficie e scavando dentro il loro animo con maestria, descrivendo la loro persona, in tutta la sua – spesso tragica – vitalità.

- Titolo libro: Cent’anni di solitudine
- Autore del libro: Gabriel Garcia Marquez
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cent’anni di solitudine
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