Carne e sangue
- Autore: Michael Cunningham
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2022
Il bellissimo romanzo Carne e sangue di Michael Cunningham uscì nel 1995, dopo il celebratissimo Le ore. Ora la casa editrice La nave di Teseo lo ripropone con la traduzione di Ettore Capriolo e, a distanza di quasi trenta anni, il libro si mostra di un’attualità e di una qualità letteraria notevolissima.
Leggendo le oltre 500 pagine del romanzo, ho ripensato a quanti scrittori americani in tempi più recenti abbiano affrontato le tematiche complesse relative alle relazioni familiari nel contesto americano della fine del secolo scorso fino al ventennio del nuovo secolo: mi riferisco a Elizabeth Strout, a Jonathan Franzen, a Kent Haruf, solo per citare i più noti.
Tornando a Cunningham, il suo affresco disegnato in Carne e Sangue ci restituisce un’immagine articolata e complessa di uno spaccato della società americana che lo scrittore legge con empatia, attenzione ai dettagli, alle sfumature psicologiche che determinano scelte e comportamenti che vengono analizzati in una famiglia, presa per modello, che viene seguita e osservata lungo un percorso di iniziazione, formazione, vittorie, sconfitte, prese di coscienza, rimpianti, scoperte, vita e morte.
L’immigrato greco Constantine Stassos, individuo rozzo ma determinato a costruire una vita in America con le sue sole forze, sposa la giovane e bella italiana di seconda generazione Mary. La coppia mette al mondo tre figli: la bella Susan, l’introverso e fragile Billy, il prediletto della madre, la piccola Zoe, indomabile alternativa.
Cunningham ci accompagna nelle difficili vicende che coinvolgono la famiglia nel corso del tempo: Constantine si mette in affari con uno spregiudicato imprenditore e farà soldi a palate costruendo case di scarsa qualità ma piene di decoro micro borghese che soddisfa i gusti dei nuovi arrivati nel mondo del benessere. Mary ha una vita di coppia poco soddisfacente: il marito è aggressivo, arrogante, a volte violento soprattutto con il figlio maschio, Billy, che non corrisponde al suo ideale di macho bianco. Susan, la preferita, sposerà presto un compagno di scuola che non ama, l’ambizioso Todd, soprattutto per lasciare la casa dove un padre padrone rischia di abusarla. Infine Zoe, con un cespuglio di capelli indomabili, come lei stessa è, andrà a New York perdendosi in una città che non fa bene alla sua fragilità.
Gli anni passano, nella famiglia Stassos avviene di tutto. La ricchezza di Con, l’eleganza borghese di Mary e la sua infelicità, Billy, che diventerà Will, farà i conti con la propria omosessualità, Zoe, che resterà incinta di un uomo di colore di passaggio, e avrà un figlio, Jamal, cresciuto dalla madre e dalla drag queen Cassandra, personaggio davvero memorabile. Anche Susan avrà un figlio, Ben, un ragazzo difficile, bello, molto amato dal nonno Constantine, ma destinato a un difficile finale. Tutto da leggere, da assaporare questo romanzo intenso, commovente, spietato.
Cunningham ha un registro letterario alto, si serve di figure retoriche, di un linguaggio simbolico, di immagini liriche ma anche spietatamente realistiche. Tradotto da Ettore Capriolo, una grande riscoperta di un autore straordinario per la sua capacità di visione di un mondo che gli appartiene ma da cui sembra voler prendere le distanze, talvolta. In esergo una opportuna citazione di Gertrude Stein, da C’era una volta gli americani: come dicevo, romanzo di grande impatto nel presente di un grande paese, gli Stati Uniti, così contraddittorio e così presente nel nostro immaginario.
Carne e sangue
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