Giorni memorabili
- Autore: Michael Cunningham
Tre racconti uniti da un filo rosso, "Foglie d’erba" del poeta americano Walt Whitman, che unifica la struttura di questo nuovo denso libro di Cunningham, più ambizioso del suo precedente successo "Le ore", anche se, secondo me, meno riuscito.
I tre racconti sono costruiti su tre personaggi, che mantengono gli stessi nomi, anche se le storie di cui sono protagonisti sono ambientate in diversi momenti storici: nei primi anni dell’800, in piena rivoluzione industriale (il primo); ai giorni nostri (il secondo); in un futuro non tanto prossimo (l’ultimo). Ecco dunque Catherine, Simon, Luke o Lucas: questo è un personaggio bambino nei tre testi ed è forse quello intorno a cui l’autore costruisce più metafore. Impossibile raccontare la trama, che ha come scenario Manhattan e come simbolo ricorrente una strana e ambigua tazza bianca, decorata con segni misteriosi, che ricompare in tutti i racconti e che conferisce alle storie narrate un senso di continuità al di là del tempo da noi percepito. Non facile questo romanzo, forse un po’ troppo allusivo ad una realtà odierna, di cui l’autore sembra percepire tutta l’illusorietà e il senso dell’effimero. Dal libro, si coglie un grande senso di angoscia che Cunningham ci fa arrivare soprattutto attraverso le pagine finali dell’ultimo racconto, dove una navicella di disperati esuli abbandona la terra divenuta ormai irrespirabile, dopo un bombardamento atomico di potenza inaudita, alla volta di uno sconosciuto pianeta nel quale non è certo che si potrà sopravvivere. La scrittura nitida e l’architettura perfetta del libro ne fanno un ennesimo successo della narrativa statunitense più recente, che sembra prediligere il tema apocalittico, come descritto con eccezionale vigore nello straziante romanzo "La strada", di Cormac McCarthy, recente capolavoro editoriale.
Giorni memorabili
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