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Storia della letteratura

“Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena” di Petrarca: testo, parafrasi e analisi

"Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena" è uno dei sonetti più celebri di Francesco Petrarca. Analizziamone il testo e vediamo qual è il suo significato.

Maria Paola Macioci
Maria Paola Macioci Pubblicato il 30-12-2022
“Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena” di Petrarca: testo, parafrasi e analisi

Il sonetto Zephiro torna e ’l bel tempo rimena fa parte delle rime "In morte di Laura" del Canzoniere di Francesco Petrarca ed è di sicuro uno dei più noti del grande poeta italiano del ’300.
Al centro della lirica c’è il contrasto tra l’amenità del paesaggio primaverile e l’aridità dell’animo dell’autore, affranto dopo la morte della donna amata.

Vediamo testo, parafrasi, analisi, figure retoriche e commento dell’opera.

Testo di Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena

Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena,
e i fiori et l’erbe, sua dolce famiglia,
et garrir Progne et pianger Philomena,
et primavera candida et vermiglia.
Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena;
Giove s’allegra di mirar sua figlia;
l’aria et l’acqua et la terra è d’amor piena;
ogni animal d’amar si riconsiglia.
Ma per me, lasso, tornano i piú gravi
sospiri, che del cor profondo tragge
quella ch’al ciel se ne portò le chiavi;
et cantar augelletti, et fiorir piagge,
e ’n belle donne honeste atti soavi
sono un deserto, et fere aspre et selvagge.

Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena: parafrasi

Il vento primaverile Zefiro ritorna, e riporta con sé il bel tempo,
il fiorire della natura, che sempre lo accompagna,
il garrire delle rondini (Progne) e il pianto dell’usignolo (Philomena),
la primavera dai colori bianchi e rossi (gli stessi colori dei fiori).
I prati diventano rigogliosi, e il cielo si rasserena,
i pianeti Giove e Venere si avvicinano, quasi che il dio
sia contento di stare accanto a sua figlia e guardarla.
l’aria, l’acqua e la terra (gli elementi naturali) sono pieni di un sentimento amoroso
e ogni essere vivente torna ad amare.
Ma per me, sventurato, tornano i più angosciosi
sospiri, che fa uscire dal mio cuore
quella che ne possedeva le chiavi e che adesso che è morta le ha portate con sé in cielo
e il canto degli uccelli, il fiorire dei prati,
le dolci movenze di donne belle e cortesi
sono per me aridi come un deserto, bestie crudeli e selvagge.

Metrica e figure retoriche in Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena

Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena è un sonetto strutturato in quartine a rima alternata e terzine a rima alterna speculare secondo lo schema metrico ABAB ABAB CDC DCD.
Nel testo si ravvisano le seguenti figure retoriche:

  • Enjambements vv.9-10;
  • Anastrofe: (ad esempio “‘l bel tempo rimena” e “d’amor piena”)
  • Dittologia: (ad esempio “i fiori et l’erbe”)
  • Metafora: (ad esempio “sua dolce famiglia”, “ridono i prati” e “sono un deserto, et fere”)
  • Parallelismo: (ad esempio “garrir Progne e pianger Philomena”)
  • Perifrasi: “quella ch’al ciel se ne portò le chiavi”;
    - Enumerazione per polisindeto: (ad esempio “l’aria et l’acqua et la terra”)
  • Chiasmo: (“ridono i prati, e ‘l ciel si rasserena”)
  • Figura etimologica: (“amor… amar”).

Analisi e significato della poesia di Petrarca

Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena appartiene al Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta) di Francesco Petrarca, la raccolta di 366 poesie in cui il grande artista trecentesco esprime tutto il suo amore per Laura, la donna amata, scomparsa anzitempo nell’Aprile del 1348.

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Il sentimento nei confronti della sfortunata giovane è al centro anche di questo sonetto, interamente giocato sul contrasto fra la gioiosità del paesaggio risvegliato dall’arrivo della primavera e la profonda mestizia che alberga nell’animo dell’autore, ormai inaridito dalla perdita dell’innamorata.
Tale tematica non era affatto nuova in ambito poetico ed era stata già trattata anche dallo stesso Petrarca in A qualunque animale alberga in terra.
La lirica trae chiaramente ispirazione dalle chansons de printemps provenzali, tese a esaltare la bellezza della primavera, ma ne rovescia il senso: l’allegria della natura circostante contrasta amaramente con l’angoscia del poeta, che dopo la perdita di Laura si sente perso.
Aprile, un mese atteso e festeggiato da tutti, corrisponde per lui al momento del lutto.

Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena rende alla perfezione la suddetta tematica anche nella struttura: la congiunzione avversativa "ma" al verso 9 separa l’idillio descritto nelle prime due strofe dalla sensazione di assoluta afflizione descritta in quelle che seguono.
Dalle quartine interamente incentrate sulla rappresentazione del paesaggio che si risveglia aprendosi alla bella stagione infatti, si passa all’"io" del poeta, incapace di rallegrarsi di fronte allo spettacolo che si dipana davanti ai suoi occhi a causa della forte e inconsolabile sofferenza provocata dalla morte di Laura.
Primavera e inverno (del cuore), vita e morte, amore e impossibilità di tornare ad amare, melodia e silenzio si intersecano in un sapiente gioco di contrasti che rende questo sonetto un’opera a forte impatto emotivo, volta a suscitare profonde e umanissime sensazioni in chi legge.
In Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena, a differenza di quanto accade in altre poesie di Petrarca, dove spesso la sofferenza diventa comune, qui non c’è incontro fra soggettività e oggettività: l’animo del poeta e il mondo esterno restano, in sostanza, in netta contrapposizione fra di loro.

Stile, lingua e riferimenti classici in Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena

Oltre alla dittologia, ovvero la regolarità degli elementi sintattici a gruppi di due, tipica di Petrarca, in Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena, si riscontra il perfetto parallelismo fra il significato del sonetto e la lingua e lo stile utilizzati per esprimerlo.
La lingua, infatti, dal punto di vista fonetico, appare più dolce nelle quartine e decisamente più aspra nelle terzine.
Da rimarcare, poi, un altro elemento caratteristico della poetica petrarchesca, ovvero la massiccia presenza di elementi classici.
Facilmente riconoscibili i richiami alle Georgiche di Virgilio (il canto degli uccelli, gli esseri viventi pronti ad amare, il soffio del vento primaverile Zefiro), mentre il mito di Progne e Filomena, tramutate l’una in una rondine l’altra in un usignolo, è ripreso da Le Metamorfosi di Ovidio.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena” di Petrarca: testo, parafrasi e analisi

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