Tutto Camilleri
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2012
"Tutto Camilleri" (Palermo, Sellerio – collana La diagonale - 2012) potrebbe definirsi una preziosa galleria, dato che il giornalista e scrittore Gianni Bonina offre ai lettori l’opportunità di incontrarsi con i testi di Andrea Cammilleri da "Il Corso delle cose" (1978) a "La Setta degli Angeli" (2011). Ne sono destinatari coloro i quali leggono con passione e sistematicamente Camilleri, chi vorrebbe conoscerlo, e anche quanti ne parlano, pur rifiutandosi di leggerlo.
L’intento dell’autore è quello di delineare un “canone” unitario, orientato al superamento del dualismo tra la serie di Montalbano e i romanzi storici. Da quest’ottica che rifiuta gerarchie asfissianti, affiora “un’autentica e sorgiva vocazione” del Maestro di Vigàta, aperta a uno sperimentalismo di ampio raggio da leggersi nello stretto rapporto dello scrittore con le attività di regista e di produttore. Non è un caso che i suoi libri, pur rappresentando ognuno un prototipo, segnino punti di snodo e di ripartenza per nuove strade. d’inesauribile inventiva (dalle avventure di Montalbano al narratore di romanzi storici, dall’autore fantastico all’elegante saggista…).
Interessante la messa a punto dei dati biografici e convincente l’introduzione: un breve saggio critico in cui Bonina, utilizzando riferimenti opportunamente circostanziati, situa Camilleri nel solco di una ben precisa tradizione letteraria che muove da Boccaccio e giunge a Sciascia, passando da Verga, da Pirandello e da Brancati. Ascendenza, questa, sostanzialmente siciliana in un perimetro che racchiude un “destino di verità”, vivificata da una ben nota personalissima cifra linguistica. Specificamente egli può così riferirsi alla frantumazione dell’io propria di Pirandello, nonché alla nobilitazione dei "faits divers e histories événementielles" che viene da Sciascia e trova in Camilleri una sistemazione riuscita e inattesa senza irrigidimenti in un solo genere. In tale direzione è la variazione di ambienti, di epoche e di personaggi caratterizzati nella pronuncia e nell’intonazione agrigentina a suscitare il gradimento del pubblico: se il lettore fosse uno spettatore si troverebbe davanti a una scena dove il regista sta con gli attori e parla loro in un modo che suscita ilarità e sorpresa, non risparmiando la “battuta salace”, “la parlata da trivio e il motto di spirito” di plautiana memoria.
Segue il commento degli scritti camilleriani, divisi per anno di pubblicazione e accompagnati da un’intervista in cui è lo stesso scrittore di Porto Empedocle a fornire per ciascuno di essi spiegazioni sulla loro genesi, nonché sugli aspetti più salienti dell’intreccio. Un riassunto, abbastanza analitico di ogni opera, viene altresì fornito alla fine del libro.
Chiarezza espositiva, coerenza interna e convincente interpretazione sono, in sintesi, le qualità tipiche del volume di Bonina: lungo e denso percorso di studio, attento a destrutturare intelligentemente una superficiale critica letteraria, per la quale il nostro scrittore sarebbe esclusivamente autore di intrattenimento. Niente di più errato, invece, giacché la sua fortuna coincide anche con una scrittura impegnata del vivere. Una sola osservazione – specifica Bonina – può essere accolta da questa critica quando nota che il Camilleri degli anni Novanta riusciva più brillante e convincente di quello più recente, concedendo come romanzi quali "Il birraio di Preston" e "La concessione del telefono" possano iscriversi tra i titoli principali del nostro tempo.
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