Tre camerati
- Autore: Erich Maria Remarque
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2013
“Il cielo era di un giallo che pareva d’ottone e il fumo delle ciminiere ancora non le offuscava; dietro i tetti della fabbrica, il sole pronto a sorgere emanava un’intensa luce. Guardai l’orologio: non erano ancora le otto. Un quarto d’ora di anticipo.”
In una città tedesca, che poteva essere Berlino, in un giorno di tardo inverno della fine degli anni Venti, Robert Lohkamp compiva trent’anni ma se il giovane ripensava all’infanzia e alla scuola, si rendeva conto che quella era un’epoca lontana, ormai non più vera. La vita vera, reale era cominciata solo nel 1916 quando Robert, un anno dopo lo scoppio della I Guerra Mondiale, era stato reclutato appena diciottenne, nel 1917 poi c’era stata la campagna militare nelle Fiandre sotto il bombardamento inglese.
Il soldato Lohkamp aveva visto molti suoi compagni morire o restare orrendamente mutilati. Nel 1918 anche Robert era stato ferito e ricoverato presso un “ospedaletto da campo”, nel 1919 era “di nuovo a casa. Rivoluzione e fame”. Si erano susseguiti anni vuoti, nel 1922 Robert aveva lavorato alle ferrovie in Turingia, nel 1923 “ero stato l’addetto alla pubblicità per una fabbrica di articoli di gomma”. Era il tempo dell’inflazione “guadagnavo duecento miliardi di marchi al mese”. In quel periodo si veniva pagati due volte al giorno e si riceveva ogni volta mezz’ora di permesso per precipitarsi nei negozi a comprare prima che fosse pubblicato il nuovo cambio del dollaro. “Dopo mezz’ora infatti il denaro valeva la metà di prima”. Ora Robert lavorava nell’officina meccanica Koster e Co. insieme ai suoi ex commilitoni Otto Koster e Gottfried Lenz ma “l’officina in realtà apparteneva al solo Koster”. Koster era stato “un nostro compagno di scuola e poi comandante di compagnia. In seguito aveva fatto il pilota d’aviazione, aveva per un po’ studiato all’università, poi aveva fatto il pilota in gare automobilistiche e infine aveva acquistato questa baracca”.
In fondo Robert, che la sera da un anno suonava il pianoforte al Cafè International per dare atmosfera al locale, poteva ritenersi soddisfatto: era sano e forte, aveva un’occupazione e non si stancava facilmente. Ma quando scendeva la sera ecco arrivare le immagini del passato, della guerra che “mi guardavano con i loro occhi di morte”.
In una “serata bella e silenziosa” era apparsa Patrice Hollmann, snella, chic, certamente misteriosa e dalla voce bassa, eccitante e un po’ aspra. Pat proveniva da un mondo finora sconosciuto a Robert, quello alto borghese, ma il giovane era rimasto subito attratto dalla ragazza.
“Era il viso che mi aveva colpito e non mi aveva più lasciato andare. Mi sembrava che contenesse un po’ del segreto che possiedono cose vicine alla natura – alberi, nuvole, animali – e qualche volta le donne.“
Per Patrice l’unica cosa importante era vivere, il resto non aveva importanza. Robert che dimorava presso la squallida pensione della Signora Zalewski e spesso era preda di furori alcolici insieme ai suoi compagni, aveva compreso immediatamente che Pat era completamente diversa dalle prostitute del Cafè International “soldatesse dell’amore” che il giovane finora aveva frequentato. In questi tempi così precari nei quali la dedizione e la modestia erano premiate solo nei romanzi e nella realtà erano sfruttate e poi gettate in un angolo, Patrice assumeva le sembianze di un angelo salvatore.
“Devi amarmi molto, Robby. Ho bisogno di molto amore. Non saprei che cosa fare senza amore.”
Cominciando da Tre camerati (titolo originale del volume: Drei kameraden), la Neri Pozza ripubblica l’opera omnia dell’autore tedesco Erich Maria Remarque (pseudonimo di Erich Paul Remark), nato nel 1898 e morto nel 1970. Uno scrittore da tempo dimenticato, i cui tanti libri sono stati tradotti in più di 58 lingue, dal portamento elegante così come furono i suoi scritti nei quali descrisse più volte la disumanità bellica e il difficile reinserimento dei reduci. Lo stesso autore nel 1916 si era arruolato volontario e nell’anno successivo, mentre si trovava sul fronte occidentale, era stato gravemente ferito.
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" (1929, sei milioni di copie vendute), "La via del ritorno" (1931), "Tre camerati" (1931 ben tradotto da Chiara Ujka) e il successivo "Tempo di vivere, tempo di morire" (1954) sono tutti romanzi antimilitaristi, di chiara denuncia morale nei confronti delle guerre.
Non stupisce il fatto che i libri di Remarque (molti dei quali diventati film di successo) nel 1933 erano stati bruciati e messi al bando dai nazionalsocialisti, perché considerati “arte degenerata”. Remarque si era dovuto rifugiare in Svizzera, dove rimase fino al 1939, anno nel quale sbarcò negli USA. Nel 1948 l’autore ritornò in Svizzera insieme alla seconda moglie, l’attrice americana Paulette Goddard e in terra svizzera restò fino alla sua morte nel 1970.
Remarque è molto bravo nel raccontare lo spirito decadente e insieme tenace che animava la popolazione tedesca, con ancora addosso le cicatrici della Grande Guerra, mentre stava per cadere nel buio nazista.
“Questa era la tragedia: un tempo si affondava lentamente e c’era sempre la possibilità di tornare a galla; ora invece ogni licenziamento era seguito dal baratro della disoccupazione perenne”.
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