Pericoli di un viaggio nel tempo
- Autore: Joyce Carol Oates
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2021
A ogni nuova uscita dei suoi romanzi, Joyce Carol Oates ci sorprende, ci intriga, ci coinvolge con la testa e con il cuore. È questo l’effetto che hanno su di me i libri di questa scrittrice, che ritengo straordinaria soprattutto per la sua capacità di creare empatia con i suoi personaggi, soprattutto femminili, che riescono a immergermi in un mondo di fantasia che tuttavia risulta sempre molto vicino alla nostra sensibilità.
È stato detto che Pericoli di un viaggio nel tempo (La nave di Teseo, 2021, trad. A. Pezzotta) si può annoverare nel genere della “fantascienza”. In parte è così, ma non solo: immergendoci nella lettura, ci si trova coinvolti nella doppia vita della diciassettenne protagonista, nella distopia che descrive il suo passare da un futuro prossimo a un passato non ancora del tutto dimenticato.
Adriane è una brava studentessa, la migliore dell’anno nella High School della cittadina di Pennsboro: vive con i genitori e suo fratello Rod in un luogo fisico che non si chiama più Usa, ma Stati Atlantici Orientali. In seguito agli attentati del 2001 e alle guerre che ne sono derivate, da parecchi anni ormai nella regione americana, che comprende anche Messico e Canada, si è instaurata una dittatura con marcata impronta tecnologica: tutti sono sorvegliati, controllati, manipolati. Tutti devono essere uguali, nessuno deve porsi domande, contestare, interrogarsi, emergere. L’intelligenza degli individui non deve prevalere, a costo di essere accusati di Tradimento, essere Vaporizzati, cioè eliminati, o nei casi meno gravi condannati all’Esilio.
Adriane è molto dotata, ha senso critico, fa domande. Mentre pronuncia ingenuamente il discorso per cui è stata prescelta alla fine del suo percorso scolastico, è arrestata, interrogata, torturata, condannata a quattro anni di Esilio che sconterà in un altro tempo, la Zona 9. Senza poter salutare i suoi genitori, Adriane, munita di dettagliate istruzioni e rigorose misure disciplinari, disattendendo le quali sarà definitivamente vaporizzata, si trova proiettata nell’anno 1959, in una piccola università, la Wainscotia State University, con il nome di Mary Ellen Enright, orfana dei genitori, vincitrice di una borsa di studio, povera e malvestita, iscritta a corsi di psicologia e scienze umane.
Questo viaggio nel tempo, a ottanta anni prima, è sconvolgente e descritto da Oates con una precisione quasi maniacale, mettendosi nei panni, fisici, di una ragazzina che era abituata a vivere sempre iperconnessa, e ora scopre la penna a sfera, la macchina da scrivere, i bigodini con cui mettere in piega i capelli, la separazione tra maschi e femmine, la supremazia maschile accettata come naturale nelle varie discipline. Ma scopre soprattutto una serie di assunti psicologici e filosofici che vengono impartiti da professori famosi, tra cui il celebre comportamentista Skinner, il cui metodo di ricerca si basava essenzialmente nella possibilità di modellare l’individuo, negando ogni forma di libero arbitrio.
La giovane Mary Ellen sta stretta in quei panni così lontani dalla sua testa e dai valori che i suoi genitori le hanno trasmesso, è sempre appartata, non riesce a vivere alcun legame con le compagne e la tutor: l’unica persona che la affascina e di cui crede di innamorarsi è un professore trentenne. La matricola Enright pende dalle labbra di Ira Wolfman, ebreo newyorkese, molto appartato anche lui. La studentessa capace e motivata studia con diligenza per essere notata da lui, finalmente riesce a ottenerne l’attenzione. Ma chi è Wolfman davvero?
La storia che Joyce Carol Oates ha costruito è davvero interessante e ci costringe a molte riflessioni sulla libertà, la dittatura, il valore della democrazia e quello della scienza, i dubbi che teorie apodittiche possono generare, l’importanza del senso critico da sviluppare e coltivare. Il passato e il futuro, il viaggio nel tempo, il teletrasporto sono ipotesi che dobbiamo contemplare, con cui fare i conti: forse non così remote come ci appaiono oggi.
Adriane/Mary Ellen è un personaggio letterario di forte presa, frutto della maestria con la quale la scrittura e l’ispirazione dell’autrice ci fanno confrontare, mentre resta dentro di noi una forte inquietudine: è questo il futuro che ci stiamo preparando? Come sapremo difenderci? Solo la letteratura alta riesce a porre interrogativi che ci sono utili, a essere profetica, una volta di più.
Pericoli di un viaggio nel tempo
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