Non lasciarmi
- Autore: Kazuo Ishiguro
- Genere: Scuola
- Categoria: Narrativa Straniera
E’ piuttosto difficile recensire un libro come questo senza rischiare di dire “troppo”. C’è sempre in agguato il pericolo di fornire al potenziale lettore un elemento, un’indicazione, una spiegazione in eccesso che rovini in lui non tanto la “suspence” (in fondo non si tratta di un giallo) quanto piuttosto il piacere della lettura e del ricostruire frase per frase, capitolo per capitolo il senso di quello che vi si legge ed il messaggio che il suo autore vuole inviarci. Perché questo è un libro che va assaporato piano piano, con pazienza, quasi fosse una composizione per quartetto d’archi particolarmente eterea; un libro che non ci colpisce con la violenza delle rivelazioni, ma ci conduce per mano fino ad esse come la corrente tranquilla di un fiume alla quale ci si abbandona senza percepire il pericolo del lasciarsi trascinare. Il genere è quello, potenzialmente affascinante per ciascuno di noi, della “fantascienza possibile”: niente astronavi, viaggi spaziali e mostri venuti da un’altra galassia per minacciare la terra, ma una visione ipotetica di quello che potrebbe succedere se le scoperte scientifiche venissero spinte al loro estremo (e chissà se poi lo sarebbe effettivamente) senza che le persone, o comunque chi le comanda, si ponessero eccessivi scrupoli morali. Genere che ha già creato bellissimi romanzi, come il capostipite “1984” di Orwell o “Fahrenheit 451” di Bradbury, fino ad arrivare a “La strada” di McCarthy, “La dichiarazione” della Malley e perfino un delicato “La neve se ne frega” del rocker Ligabue in un’insolita ma efficace parentesi come romanziere.
La particolarità di questo romanzo, però, è che prescinde completamente, o quasi, dal “prima”. Non si conoscono (a parte una breve spiegazione negli ultimi capitoli) i precedenti scientifici e sociali che hanno portato alla situazione descritta, non si ha idea del quadro politico o dell’autorità che regola tutto questo, non si ha neanche la minima percezione di un’autorità. In questo senso, alla fine della lettura molte domande rimarranno senza risposta. Ma forse è perché, ai fini della riflessione che questo libro vuole sollevare, tali risposte hanno un’importanza limitata o addirittura inconsistente. Una scuola, come potrebbe essere un qualsiasi college inglese, con i suoi insegnanti ed i suoi studenti. Ma questi studenti sono diversi. Non hanno famiglie che li vadano a trovare, non hanno che una vaga idea del mondo al di fuori del college, e soprattutto non hanno scelta per il futuro: sanno solo che dovranno diventare prima “assistenti” e poi “donatori”. Non sanno a cosa servano i loro disegni, i loro lavori che la misteriosa Madame porta via per inserirli nella sua “galleria”. Sanno che non potranno mai avere figli, fanno sesso per una semplice necessità fisica: ma quando l’amore entra in gioco, mille interrogativi fino ad allora sopiti si pongono. Kathy, Tommy e Ruth vivono un sofferto “triangolo” d’amicizia e d’amore durante gli anni del college. Poi si separano, ma la vita li fa nuovamente incontrare ed è lì che riesplodono sentimenti e passioni che sembravano dimenticati, insieme alla volontà di sapere ed al tentativo disperato di cambiare il loro futuro. Un altro libro da leggere per chiedersi fino a che punto sia lecito spingersi per il bene della scienza e se, forse, il “vecchio” mondo così problematico e “primitivo” non fosse, però, anche più umano...
Non lasciarmi
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Assolutamente da leggere e da rileggere, anche con la consapevolezza che ci strapperà almeno una lacrima.
Consiglio anche la trasposizione cinematografica di Romanek.
“Never Let Me Go”, romanzo di Kazuo Ishiguro, bello, a tratti intenso, scritto in una lingua fluida e ricca nella sua semplicità: già da sola una vera goduria per chi legge in lingua originale anche per la ricchezza di espressioni idiomatiche. Quanto è triste però! Più del film. Verso la fine fa sorgere un senso di ribellione davanti all’ineluttabilità del destino dei protagonisti Tommy e Cath (l’io narrante), esseri creati in laboratorio, clonazioni destinate alla donazione organi in giovane età e quindi condannati in partenza a morte sicura dopo la quarta, secondo prevvisioni ottimistiche. Cresciuti nell’ambiente super protetto della tenuta di Hailsham, ricevendo un’educazione e un ‘istruzione invidiabile, stimolati alla produzione artistica al fine di rivelarne l’anima al pari dei normali esseri umani, rivelano il possesso delle identiche caratteristiche, le stesse paure, esigenze, sentimenti, invidie, fragilità ed alla fine eroismo nella loro capacità di accettazione di un destino tanto crudele. Tutto ciò è narrato attraverso la descrizione degli eventi e degli intimi pensieri dei tre protagonisti (Lucy è la terza, assai contradditoria e così umanamente riconoscibile). La delicatissima storia d’amore dei primi due, taciuta fino alla fine, perché ostacolata da Lucy, fa da sfondo a tutta la narrazione e commuove e fa riflettere sul dono della vita che ci è concesso e che alcuni sprecano alla ricerca del vano.
Bella recensione di uno splendido libro. Stupendo il messaggio : la vita è degna di essere vissuta indipendentemente dalla durata, ma dall’uso che se ne fa.
Grandiosa lezione.