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Recensioni di libri

Nel più bel sogno di Marco Vichi

Guanda, 2017 - Bordelli paragonava il suo desiderio di novità, la voglia di tuffarsi in qualche avventura inaspettata e sconosciuta, al desiderio di novità che da un paio d’anni animava gli studenti che protestavano qua e là in tutta Italia.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 11-12-2017

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Nel più bel sogno

Nel più bel sogno

  • Autore: Marco Vichi
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Guanda
  • Anno di pubblicazione: 2017

“Nel più bel sogno” (Guanda, 2017) è la settima avventura del Commissario Franco Bordelli scritta dall’autore toscano Marco Vichi, nato a Firenze nel 1957 e residente nel Chianti.

“Il silenzio della campagna, la solitudine, la grande casa in penombra con le piccole finestre contadine che facevano passare poca luce... Tutto questo non impedì a Bordelli di sentire il fremito della primavera”.

Impruneta, lunedì 29 aprile 1968. All’alba di quella mattina il commissario aveva distintamente percepito l’arrivo della primavera mentre riempiva la caffettiera. Era stato come ritrovare un vecchio amico, quel brivido leggerissimo, che investiva il corpo, l’anima e la mente, dava a Bordelli, giunto alla tenera età di 58 anni, la forza e il coraggio di affrontare

“altri giorni, altre settimane, altri lunghi anni”.

Bevendo il caffè a piccoli sorsi, senza fretta, Bordelli paragonava il suo desiderio di novità, la voglia di tuffarsi in qualche avventura inaspettata e sconosciuta, al desiderio di novità che da un paio d’anni animava gli studenti che protestavano qua e là in tutta Italia. Ormai non passava giorno che non ci fossero manifestazioni di piazza, università occupate, scontri con le forze dell’ordine, battaglie tra studenti di destra e quelli di sinistra e slogan impregnati di ideali. In tutti gli angoli del pianeta i giovani marciavano gridando a squarciagola contro ogni ingiustizia. Un mondo vecchio dominato da uomini avidi era da abbattere e da rifondare. Ma se tutto doveva cambiare, sarebbe davvero stato in meglio? Quel brivido sottopelle foriero di novità, come una specie di vento che spazzava via il passato e lasciava un grande vuoto da riempire, che il commissario aveva avvertito nuovamente quando era salito sul suo Maggiolino, era il segnale che qualcosa stava per accadere. Franco Bordelli

“non sapeva ancora che quella giornata sarebbe stata memorabile, non soltanto riguardo al lavoro, ma anche per questioni sentimentali”.

Tre brutali omicidi, un uomo malvagio che ha avuto quel che si meritava e che risveglia orridi fantasmi di un recente passato, una giovane bellissima trovata morta in un bosco e un uomo di nome Romano Piccioli trovato nel suo ufficio di via della Mosca con il cranio fracassato. Tre diversi assassini che rischiano di guastare la primavera che Bordelli sente nell’anima. Una primavera esplosa nel cuore sempre giovane del commissario quando ha ricevuto la telefonata di Eleonora, passione mai dimenticata.

“Avrei preso una decisione”.

L’antica terra del Chianti con le sue dolci e verdi colline, al cui centro il lettore immagina di vedere la casa rurale isolata di Bordelli, circondata da silenzio e solitudine. L’Arno che taglia in due la città di Firenze, nelle cui strade Bordelli guardava passare ragazze che iniziavano a vestirsi più leggere e ragazzi che da qualche anno

“si lasciavano i capelli lunghi e si conciavano nei modi più bizzarri”.

È sempre bello immergersi nelle atmosfere dei romanzi di Marco Vichi, capace di rendere con pochi essenziali aggettivi uno stato d’animo, un emozionante panorama o una situazione particolare. Abbiamo domandato all’autore se il contrasto tra “la primavera interiore” di Bordelli e il clima sociale arroventato di quella fine aprile del ’68, era voluto.

“Il ’68 è a suo modo una primavera, anche se poi il risultato finale si è rivelato diverso dalle aspettative… cioè una «rivoluzione borghese», un rinnovamento dei potenti...”

ha risposto Marco Vichi.
Non c’è dubbio che la più bella definizione del commissario Bordelli sia di Andrea Camilleri:

“Il commissario Bordelli, un antieroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile da dimenticare”.

“Nel più bel sogno, ci sei solamente tu, sei come un’ombra che non tornerà mai più. Tristi sono le rondini nel cielo mentre vanno verso il mare. È la fine di un amore” (Don Backy, «Canzone»; 1968; testo di Don Backy, musica di Don Backy e Detto Mariano).

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nel più bel sogno

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Commenti: 1

  • Giovanni Basile
    27 dicembre 2019, 23:46

    Ho letto molti libri di Vichi, in particolare dove c’è il commissario Bordelli. Questo romanzo però mi ha deluso. Non c’è suspense. Il ritmo narrativo è un po’ calante. A mio parere, poi, qualche centinaio di pagine potevano essere risparmiate: inutili e insipide. Sembrano scritte per allungare una trama che scorre stanca. Ripetitive inoltre le tante cene di Bordelli. I personaggi di contorno fanno tutti gli "splendidi" con continue battute e ironie che alla fine possono stufare. Insomma, la vena creativa dell’autore mi è parsa stentata. Mi aspettavo molto di più.

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