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Recensioni di libri

Medaglioni di Fernanda Pivano

Skira, 2014 - Una raccolta di ritratti di personaggi illustri per comprendere come letteratura, musica, pittura e tutte le altre forme di espressione siano lo sponsor migliore per lo sviluppo di ogni civiltà.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 03-01-2015

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Medaglioni

Medaglioni

  • Autore: Fernanda Pivano
  • Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Skira
  • Anno di pubblicazione: 2014

La raccolta di ritratti di personaggi illustri o “Medaglioni”, che Fernanda Pivano (Genova 1917-Milano 2009) ha conosciuto nel corso “di più di sessant’anni di attività ininterrotta” contenuti nel seguente volume, è la dimostrazione della grande curiosità della traduttrice, scrittrice, giornalista e critica musicale. Una curiosità “onnivora e vorace” come la definisce nella Prefazione il curatore del testo Enrico Rotelli, scaturita da una personalità particolare.

Nel corso della sua carriera Fernanda detta Nanda ha saputo approfondire argomenti apparentemente distanti tra loro: scienza, musica, politica, cinema, editoria, filosofia, giornalismo, ecc., impossibile elencarli tutti. Il libro, accompagnato dalla bella copertina dove appare uno scatto della Pivano che ride, e sembra di udire la sua celebre risata, nasce da una copertina rossa, ricorda Rotelli, «trovata nell’Archivio Fernanda Pivano da Michele Concina, che raccoglie alcuni medaglioni scritti nel 1947 sulle persone più in vista di Torino e destinati alle pagine del “Sempre Avanti”, ma rimasti in buona parte inediti».

Il contenuto degli appunti è lo specchio della società italiana del Dopoguerra, quando la maggioranza delle signorine di buona famiglia non divideva il loro tempo tra case editrici e giornali. Fernanda, nata nel capoluogo ligure in una famiglia da lei stessa definita “vittoriana”, invece sì, perché aveva cominciato a navigare controvento fin da subito. Trasferitasi con la famiglia a Torino nel 1929, dove si era iscritta al liceo Massimo D’Azeglio, aveva avuto come compagno di scuola Primo Levi e come supplente d’italiano Cesare Pavese. Proprio quest’ultimo inculcò nella sua allieva la passione per la letteratura americana, facendo diventare Nanda quel fondamentale ponte culturale tra l’Italia e gli Stati Uniti. Si devono alla Pivano la prima traduzione dell’Antologia di Spoon River di Lee Masters e quella del romanzo Addio alle armi di Ernest Hemingway (per la cui traduzione era stata addirittura arrestata) quell’Oceano Atlantico che ci divideva dagli States non sembrava più così lontano.

Questi “medaglioni” (ai quali ne sono stati aggiunti altri, composti negli anni successivi al 1947) redatti da una giovane donna diplomatasi in pianoforte al Conservatorio di Torino e laureatasi in Lettere e in Pedagogia, rivelano un tono appassionato e totalmente trascinante. Giudizi, appunti, commenti e storie presentati non in ordine cronologico ma per tema: Arte, Musica, Giornalismo e Editoria, Scienza, Architettura, Società, Letteratura, Cinema, Danza e Teatro. Ecco chi seppe influenzare il nostro modo di vedere il mondo: Leo Longanesi “portava il gilet e il cappello anche d’estate... “, Salvatore Quasimodo, Paolo Monelli “porta il monocolo e sorride”, Ennio Flaiano “lo ammiro profondamente per il suo humour, il suo ingegno di giornalista e di scrittore, la sua straordinaria gentilezza”, Indro Montanelli “con me parlava di libri americani che in quel momento in Italia nessuno conosceva ancora”, Pablo Picasso “l’ho incontrato all’Hotel du Cap di Saint-Tropez nel 1953”, Eugenio Montale, Giulio Einaudi, Natalia Ginzburg “non ha ancora trent’anni, e sono anni ormai che lavora per mantenere i suoi tre figli e educarli al ricordo del loro padre”, Enzo Biagi “con il suo precoce tono di understatement mi ha regalato l’avventura di pubblicare su Epoca il primo articolo su Jack Kerouac uscito in Italia contro il parere del direttore ufficiale”.

Uomini e donne che sono diventate icone come: Rita Hayworth Andy Warhol, Marlon Brando, Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Marylin Monroe, Joe Di Maggio, Marlene Dietrich. La raccolta inoltre è uno strumento indispensabile per capire il metodo di lavoro dell’autrice:

“Nanda leggeva, studiava, andava da ogni persona che voleva ritrarre e da chi ne aveva un contatto più o meno profondo”.

La Pivano prima si documentava e poi scriveva un testo che ancora oggi esprime un’attualità senza precedenti, scevro da ogni intellettualismo. “Medaglioni” indispensabili per comprendere come letteratura, musica, pittura e tutte le altre forme di espressione siano lo sponsor migliore per lo sviluppo di ogni civiltà.

“Una notte era arrivata dai Mari del Perù l’intera troupe di Il vecchio e il mare: avevo saputo allora per la prima volta che Hemingway aveva sospeso la lavorazione del film per venire da me, in uno dei suoi tanti gesti di generosità segreta”.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Medaglioni

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Commenti: 1

  • Piero Ambrogio Pozzi
    10 gennaio 2015, 13:50

    Prima di quella pivaniana (1949), sono state pubblicate altre due traduzioni di "Addio alle armi": nel 1945 quella di Bruno Fonzi per Jandi Sapi e nel 1946 quella di Dante Isella, Giansiro Ferrata e Puccio Russo per Mondadori. E non risulta che Fernanda Pivano sia mai stata arrestata (cfr. "Leggende Americane", di Fernanda Pivano, Bompiani 2011, pag. 39).

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