

Accadde a Cortina più di un secolo fa. Potrebbe essere l’inizio di uno dei tanti racconti che vedono la Valle d’Ampezzo protagonista. Perché qui, tra crode, prati e le vie del centro, fin da metà Ottocento si sono dati appuntamento letterati, intellettuali, artisti, attori e registi. Tutti hanno ceduto al fascino del luogo e ne hanno scritto libri, versi, sceneggiature. Oggi quel romanzo d’amore prosegue grazie a un progetto che, inaugurato nel mese di gennaio, trasforma la città e i luoghi vicini in un Museo Diffuso della Letteratura delle Dolomiti. O, se si preferisce, in un crocevia di storie, un itinerario composto da diciotto tappe per altrettanti pannelli illustrativi.
“Accadde a Cortina”: il progetto
Cercarli, leggerli e fotografarli è un modo per conoscere meglio la storia di questo luogo del cuore per tanti, non a caso patrimonio dell’Unesco.
Ci sono citazioni e passi delle opere ed è possibile ascoltarli nella lettura di attori famosi, consultando il sito internet dedicato con tanto di mappa, per farsi accompagnare nel viaggio alla scoperta delle vie del centro o dei luoghi limitrofi. Ma, grazie ad un attento lavoro di ricerca, vengono svelati anche gli aneddoti, episodi che non tutti conoscono e che di solito rendono al meglio lo spirito di un luogo.
Responsabile del progetto è Francesco Chimulera. L’iniziativa del Museo nasce nell’ambito del festival annuale Una montagna di Cultura e rappresenta un modo per dare concretezza a un’immensa eredità culturale. È realizzata con il contributo e il patrocinio del Comune di Cortina d’Ampezzo e della Regione Veneto e grazie a collaborazioni con enti e associazioni e al contributo di numerosi partner.
La scrittrice Amelia Edwards a Cortina


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Tra i primi a scoprire Cortina c’è la scrittrice Amelia Edwards durante un vagabondaggio di mezza estate con un’amica, L. È il 1872 e al libro Cime inviolate e valli sconosciute e ai suoi schizzi dobbiamo un resoconto preciso del panorama d’allora. E dell’accoglienza ricevuta:
Come non sono sposate? Nessuna delle due? Sole e non sposate? Oh, poverine, poverine! A tanta commiserazione rispondemmo ridendo irresistibilmente e di cuore.
Fernanda Pivano e il telegramma di Hemingway da Cortina
Altra donna, altra frequentatrice illustre di Cortina è Fernanda Pivano. È lei la destinataria di una cartolina piuttosto singolare:
Fernanda, sono a Cortina. Quando arrivi?
È un mattino dell’ottobre 1948. Lei legge il messaggio e lo cestina, immaginando uno scherzo. Ma dopo poco ne arriva un altro. È davvero Hemingway. Così sale sul primo treno con il marito Ettore Sottsass e a sera sono a Cortina, dove abbraccia Ernest sulle scale dell’Hotel Concordia.

Recensione del libro
Hemingway
di Fernanda Pivano
Hemingway nel ’49 è una vera celebrità. Quando la voce della sua presenza a Cortina si diffonde, i cronisti bivaccano sotto i larici e assediano Villa Aprile a Doneà, dove risiede. Lui affigge alla porta una avviso:
Scrivere non è sempre facile specialmente quando ci sono fotografi in giro. L’autore di queste righe, se non viene disturbato, è in grado di guadagnare tremila dollari in una mattinata di lavoro di cui deve versare il 74 per cento all’erario degli Stati Uniti. In compenso se viene disturbato non guadagna nulla… Va da sé che bisogna essere educati e gentili… Ma a volte Mr Papa si rompe i coglioni…
Indro Montanelli a Cortina fuori stagione
Indro Montanelli soggiorna a Cortina anche fuori stagione. Ogni mattina fa lunghe passeggiate per lenire la sua depressione, lungo il sentiero che gli sarà intitolato dopo la morte: da Piè Tofana in lieve pendenza tra pini, abeti e larici raggiunge la deviazione per il lago Ghedina. Nel 1967 sul “Corriere” critica più volte aspramente il progetto dell’autostrada Alemagna che, congiungendo Venezia a Monaco, attraversa la valle d’Ampezzo.
Uno scempio, in un territorio che finora è riuscito a salvare i suoi boschi, la sua quiete, i suoi panorami.
Ben venga l’autostrada, purché passi per altri paesi dolomitici.
Mario Rigoni Stern racconta dei larici di Cortina
Mario Rigoni Stern ama Cortina. Il suo albero preferito, confida durante un intervento, è il larice che in autunno, quando la montagna torna silenziosa, indora i declivi, forte e resistente ai venti e alle intemperie, ancorato com’è alla terra da radici profonde. Un po’ come lo scrittore.
Nell’andar per le Dolomiti il mese di settembre è sempre il più bello; […] La brezza settembrina muove i rami dei larici che incominciano a cambiare colore e il sussurro del vento che al mattino sale dalle valli si confonde con quello dei “rù”, i torrenti.
Buzzati, Montale e gli altri scrittori frequentatori delle Dolomiti
Ma il popolo dei frequentatori della valle è nutrito: Dino Buzzati ama la Croda del Lago, Eugenio Montale dedica una poesia al Lago del Sorapis, Antonia Pozzi alle Dolomiti.
E poi Saul Bellow, Goffredo Parise, Vladimir Nabokov, Alberto Arbasino, Giovanni Comisso, Alberto Moravia, Guido Piovene, ma anche Brigitte Bardot e Clark Gable.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Accadde a Cortina”: un museo diffuso racconta di scrittori e artisti sulle Dolomiti
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