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Recensioni di libri

Lontani parenti di Veit Heinichen

E/O, 2022 - Nel dipanare la trama del suo romanzo, Heinichen ripercorre la storia dolorosissima che ha insanguinato la terra di confine durante il regime hitleriano: uccisioni, torture, delazioni, vendette che si protrassero anche dopo la fine della guerra.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 02-06-2022
Lontani parenti

Lontani parenti

  • Autore: Veit Heinichen
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: E/O
  • Anno di pubblicazione: 2022

Ancora Trieste, il suo fascino, i suoi cibi cucinati con grande ricercatezza, il suo essere il crocevia di culture, lingue, etnie, la sua eredità storica così complessa sono al centro del nuovo romanzo di Veit Heinichen, che prosegue la sua serie che ha per protagonista il commissario Proteo Laurenti. Per chi non lo conosce ancora, ricordo la sua origine salernitana, la sua famiglia triestina: la moglie Laura, storica dell’arte, i tre figli, Marco (lo chef), Patrizia e Livia, che vive con il marito tedesco in Germania.

In Lontani parenti (E/O, 2022, trad. M. Pesetti) c’è anche una vecchia amica di famiglia, l’ultranovantenne Ada Cavallin, basco con la stella rossa sempre in testa, una Maserati che ancora guida spavaldamente, l’eterna sigaretta in bocca e una prodigiosa memoria.

Il commissario Laurenti, conosciuto e stimato in città, dove abita ormai da decenni, si trova alle prese con due delitti commessi fuori città, vicino a monumenti dedicati a morti uccisi durante la seconda guerra mondiale. Le vittime sono state entrambe colpite da una freccia di carbonio scagliata da una balestra, uno strumento professionale di alta precisione, difficilmente reperibile sul mercato. Sappiamo subito chi sono i colpevoli, una coppia che viene dalla cittadina francese di Chamberi, in alta Savoia. Più difficile capire le reali motivazioni che spingono Nora e Niki, lei più anziana, lui molto più giovane, a compiere queste azioni, che si scoprono essere vendette per fatti avvenuti oltre settanta anni prima.

Nel dipanare la trama del suo romanzo, Heinichen ripercorre la storia dolorosissima che ha insanguinato la terra di confine durante il regime hitleriano: uccisioni, torture, delazioni, vendette che si protrassero anche dopo la fine della guerra, con i comunisti titini, le foibe, i rancori razziali ed etnici, quelli che fino ad anni più recenti hanno attraversato gli stati della ex Jugoslavia. La polizia italiana, rappresentata dal commissariato di Proteo Laurenti, i suoi collaboratori, la calabrese Pina, severissima, la triestina Marietta dal fisico prorompente, gli agenti Sonia, Enea, Moreno sono sinceri democratici, attenti alle procedure, lontani dall’immagine dei poliziotti violenti di tante serie tv.

Lo scrittore, che scrive i suoi libri in tedesco, ben tradotti per E/O da Monica Pesetti, ci racconta storie che vengono da lontano, mai davvero dimenticate, pronte a risorgere e a continuare la scia di sangue e che, malgrado il monito di Primo Levi, continuano a ripetersi. Il titolo del libro spiega molto bene il contesto che lo scrittore vuole descrivere:

“Molti avevano lontani parenti sulla costa di fronte e in parte in casa parlavano le stesse lingue arrivate insieme a loro generazioni prima. Le stesse che in certe scuole venivano usate anche a lezione. Una variante del greco moderno a Messina, nel Salento e in Aspromonte. L’arbereshe degli Italiani di origine albanese in Calabria e in alcune zone dell’Abruzzo, della Basilicata e della Campania. Lo sloveno a Trieste e l’italiano nella fascia costiera della Slovenia e della Croazia […]. Esistevano almeno tre milioni di italiani con antenati provenienti da tutta Europa nel corso dei secoli, e senza queste radici l’Italia di oggi non sarebbe concepibile.”

Ecco allora che Trieste, quella di Svevo e di Saba, quella del caffè San Marco e delle trattorie tipiche, della bora e di Miramar, dei suoi vini e prosciutti squisiti, ancora una volta è protagonista di una storia dolorosa che non si cancella, che coltiva ancora rancori lontani nel tempo ma non per questo meno attuali: terra di immigrazione, di confine, di contrasti che Heinichen ci racconta con serietà da storico e con la leggerezza del narratore di qualità, capace di alternare registri comunicativi di diverso impatto sul lettore per tenerne sempre forte l’attenzione.

La famiglia di Proteo Laurenti, i pranzi conviviali dove non mancano mai manicaretti gustosi e civili discussioni, fa da sereno contraltare a vicende in cui fatti remoti, la Risiera di San Sabba che fu un vero campo di sterminio, i tanti ebrei spogliati dei loro beni e deportati, i sostenitori di Stalin, feroci quanti i nazisti, vittime innocenti di torturatori implacabili furono la vera tragica storia della città e del suo territorio: al confine d’Europa, e, come tutte le terre di confine, sempre in pericolo come sappiamo bene in questi mesi difficilissimi.

Lontani parenti (Proteo Laurenti Vol. 11)

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lontani parenti

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