La prerogativa del prete
- Autore: Jack London
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
I due racconti che Ensemble riunisce in questo libriccino hanno entrambi il timbro della grande narrativa di Jack London e ne ripercorrono i temi usuali: la lotta contro i rigori della natura, il mito dell’arricchimento, l’ostinazione testarda di alcuni personaggi, la miseria economica, l’invadenza dei rimorsi e dei sensi di colpa, la beffa di un destino crudele.
La prima novella, intitolata La prerogativa del prete, narra di una coppia maleassortita come ne esistono molte: un marito vanesio e infantile, egoista e untuoso, di nome Edwin Bentham, che aveva immeritatamente sposato una donna forte e generosa, Grazia, pronta a sacrificarsi per lui, pungolandone la scarsa ambizione affinché si facesse strada nella vita.
A fine Ottocento, i due sposi si erano uniti alla grande massa di cercatori d’oro del Klondike, lungo il fiume Yukon: lei lavorando pesantemente, lui pavoneggiandosi di fatiche e successi non suoi. Inaspettatamente, Grazia si invaghisce, ricambiata, di un altro uomo, e i due si propongono di fuggire, ricostruendosi un futuro insieme. Ma il missionario della zona, un gesuita pacato e severo, interviene proprio quando gli innamorati si incontrano da soli per la prima volta, ed esercitando le mansioni di guida spirituale, ricorda alla donna i suoi doveri di moglie, prospettandole anche le difficoltà cui sarebbe andata incontro in una futura vita da concubina, l’ostracismo della comunità, il dolore dei suoi genitori, la vergogna degli eventuali figli, il peccato di fronte a Dio.
La donna, intimidita e perplessa, si lascia convincere dal religioso, e decide di tornare alla sua sacrificata esistenza di vittima accanto a Edwin. Sarà tuttavia il gesuita a confessare a un amico di sentirsi in colpa:
Sapevo che sarebbe stata infelice, eppure l’ho fatta tornare dal marito.
Il secondo racconto, Le mille dozzine di uova, appare al lettore ancora più tipicamente londoniano del primo, sia nel ritratto magistralmente disegnato del protagonista, sia nel tragico rincorrersi di avvenimenti avversi verso la temuta ma prevedibile conclusione.
David Rasmunsen era un uomo d’azione e, come molti più grandi di lui, un uomo d’una sola idea.
L’idea ossessiva e pazzesca che si impadronisce di David è quella di arricchirsi vendendo mille dozzine di uova agli avventurieri che da tutto il mondo percorrono le distese gelate del Nord in cerca dell’oro. Si prepara minuziosamente all’affare, elencando i pro e i contro dell’operazione, le spese previste e quelle imponderabili, i guadagni economici, i pericoli del viaggio, la concorrenza di altri mercanti, l’ostilità del clima. Quindi decide di ipotecare la casa, di lasciare il suo impiego, di mandare la moglie da lontani parenti.
Si rifornisce delle uova, acquista una barca, cerca dei portatori, e parte. Ma le difficoltà si presentano subito, con l’implacabilità del fato avverso. Laghi e fiumi ghiacciati, equipaggiamento perso in acqua, imbarcazione sfasciata. Il viaggio prosegue via terra, nella neve, con la merce issata su una slitta trainata da cani, e le dita congelate e poi amputate. Tuttavia David Rasmunsen non demorde, deciso a portare a termine il progetto su cui aveva investito ogni risorsa. Ma quando finalmente arriva alla meta prefissata, e gli viene proposto da alcuni commercianti l’acquisto di tutte le uova a un prezzo strepitoso, una sorpresa amarissima e inattesa – che mi pare giusto non rivelare – pone termine al suo sogno e alla sua vita.
La prerogativa del prete
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