La notte delle stelle cadenti
- Autore: Ben Pastor
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2018
Continua il lungo lavoro di studio e di approfondimento storico che la scrittrice italo americana Ben Pastor conduce ormai da anni per portare avanti la serie di libri che è difficile definire semplicemente polizieschi, tanta è la ricchezza di spunti che in essi sono racchiusi. Non fa eccezione l’ultimo romanzo, appena pubblicato da Sellerio, con la impeccabile consulenza e traduzione di Luigi Sanvito, dal titolo apparentemente romantico, il riferimento alle stelle cadenti: "La notte delle stelle cadenti".
Le stelle cadenti hanno vita breve. Ma almeno si muovono, mentre il firmamento ti induce a credere che niente cambierà mai.
Il protagonista è ancora Martin Von Bora, di cui abbiamo seguito le imprese di ufficiale della Wehrmacht nei vari fronti in cui l’esercito tedesco si trovò a combattere da invasore durante la Seconda guerra mondiale. Ora Bora ha appena lasciato il fronte italiano, dove i tedeschi stanno mantenendo con fatica la posizioni; siamo nel luglio 1944, Roma era stata liberata dagli alleati un mese prima e Martin è richiamato a Berlino per assistere al funerale dello zio, il noto psichiatra Alfred Reinhardt-Thoma, morto improvvisamente suicida. Dopo la cerimonia il colonnello Von Bora si incontra con sua madre, la baronessa Nina Sickingen, anche lei presente alle esequie: Martin sa che sua madre è disperata per aver perso il figlio Peter, pilota caduto in Russia, mentre lui non si è ancora ripreso dall’abbandono dell’amata Dikta, la moglie bellissima che ha ottenuto l’annullamento del loro matrimonio.
L’incontro tra madre e figlio, ambedue rigidi e formali, sottintende una profonda intesa ed un legame fortissimo, malgrado il timore di non rivedersi.
Berlino è sotto l’attacco aereo dei nemici, i Russi sono ormai alle porte, il motivo per cui Martin è stato richiamato dal fronte italiano è molto strano: infatti gli viene assegnata, dal capo della polizia criminale, Arthur Nebe, l’incarico di scoprire l’autore di un delitto misterioso. La vittima è un personaggio dalle molteplici identità, forse un ebreo, un veggente, uno studioso di esoterismo, che ha cambiato nome ed attività. Si chiama Walter Niemeyer, ed è stato ucciso nella sua dimora berlinese da colpi di fucile da caccia. Il Mago di Weimar, attivo durante la Repubblica, con strane e molteplici relazioni, aveva un importante segreto, e molte persone ne desideravano la morte.
Martin Bora, attivo per anni nell’Abwehr, il servizio segreto dell’esercito, è un abile detective, e malgrado gli sia stato messo a fianco un poliziotto che non lo abbandona mai, Florian Grimm, dal fisico possente e dalle orribili sgargianti cravatte, capisce che la soluzione di comodo che gli viene messa davanti, compreso un reo confesso ( sotto tortura naturalmente), non lo convince. Sono le giornate afose del luglio del 44, e Martin percepisce attraverso una serie di contatti che sta per avvenire qualcosa di molto grave: un complotto orchestrato nelle altre sfere dell’esercito per togliere di mezzo lo stesso Hitler e i suoi più vicini collaboratori.
Ben Pastor riesce ad inserire nella vera storia della congiura del 20 luglio 1944 , quella dell’attentato dal quale il Fuhrer riuscì quasi illeso, un intreccio narrativo romanzesco avvincente. Martin Bora ancora una volta rappresenta il dramma di un soldato leale, coinvolto in un regime sanguinario assurdo, dal quale tenta di tenersi lontano, prende parte a sua volta a fatti altamente drammatici. Rischia la morte, sa che forse sta vivendo i suoi ultimi giorni, combatte le sue ultime battaglie, è certo che ormai pochi mesi ancora e l’esercito tedesco sarà sconfitto travolgendo il regime nazionalsocialista. Bora ha già perso una mano, ha contratto la malaria, a poco più di trenta anni si considera un uomo moralmente sofferente, un soldato colpito da lutti privati e delusioni politiche, determinato a fare il suo lavoro con lealtà anche se sopra di lui stanno avvenendo gli episodi più drammatici della storia del Novecento.
Ancora una volta Ben Pastor è capace di accompagnarci nei grovigli della coscienza di un soldato che non era nazista, pur se costretto ad obbedire ad ordini impensabili per un uomo sostanzialmente retto, un cattolico, un aristocratico, il figlio di un grande musicista, sensibile al culto sacro della patria, della famiglia e dell’amicizia. In molte pagine del lungo romanzo la complessità di quanto succedeva nella Berlino del ‘44, minacciata dai bombardamenti, priva di elettricità e di cibo, ci mostra la disparità di trattamento a cui erano sottoposti i cittadini. Finito il caffè, vuoti i negozi, spettrali le strade, mentre all’Adlon, il celebre albergo vicino alla Porta di Brandeburgo, pochi privilegiati cenavano serviti da impeccabili camerieri. Martin incontrerà un’ausiliaria dell’esercito, Emmy, con cui imbastisce una breve storia: lui la porterà a prendere un caffè con panna in uno dei pochissimi locali berlinesi che ancora ne sono forniti; per la ragazza un momento di pura felicità. Ancora una volta un romanzo di fantasia sa restituirci con immediatezza pagine di storia conosciute in modo spesso molto superficiale, attraverso personaggi ben costruiti e ambienti del tutto verosimili.
La notte delle stelle cadenti
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