La famiglia Manzoni
- Autore: Natalia Ginzburg
- Genere: Classici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
La biografia della famiglia di Alessandro Manzoni è in realtà la cronistoria di capillari e tediose malattie. Parrà singolare, ma questo libro di Natalia Ginzburg è anzitutto l’elenco di tutti gli acciacchi che colpirono - nel corso degli anni - i congiunti del famoso scrittore milanese.
Nell’Ottocento la vita era particolarmente amara per chi non possedeva una salute di ferro. Mali secondari oggi alleviabili con un paio di aspirine o con una scatola di antibiotici, potevano tracimare in misteriose disfunzioni capaci di tormentarti a lungo, o di portarti alla tomba nel giro di breve. Era uso comune, al manifestarsi di un morbo pernicioso, l’applicazione di sanguisughe sul corpo. Era quanto di meglio potesse offrire la medicina dell’epoca, e bisognava accontentarsi.
Alessandro Manzoni aveva una bella tempra. Visse fino a 88 anni, ancorché tediato da qualche occasionale fastidio e dalle sue idiosincrasie psicologiche. Ma almeno tra i consanguinei era una mosca bianca. Dei suoi numerosi figli naturali, gli sopravvissero solo il figlio Enrico e la figlia Vittoria. Dopo la morte della prima moglie, Enrichetta Blondel, si sposò con Teresa Borri, vedova di Stefano Decio Stampa. Anche Teresa era costantemente infastidita da disturbi, immaginari o reali, e anche lei non riuscì a sopravvivere al marito.
Oltre ad essere funestata dalla dipartita prematura dei suoi più cari affetti, l’esistenza di Alessandro Manzoni fu amareggiata dai guai economici dei suoi figli maschi, Filippo ed Enrico, che non tentò o comunque non riuscì a riportare sulla retta via. Invero, Natalia Ginzburg riporta una lettera dove lo scrittore, ormai in età veneranda, rimprovera ad Enrico tutte le innumerevoli pene patite per colpa sua nel corso degli anni. Una reprimenda ormai tardiva e del tutto pleonastica.
Non riuscì nemmeno a mantenere dei rapporti costanti con molti suoi colleghi letterati. Incontrò Ugo Foscolo a Parigi, ma non scattò la scintilla: con quel poeta dalla vita movimentata, troppo diversa dalla sua. Con Cesare Cantù i rapporti si raffreddarono, quando quest’ultimo pubblicò precedendolo e senza avvertirlo “Il processo degli untori”, che lo costrinse ad apportare dei tagli alla sua “Storia della Colonna Infame”. Con lo storiografo e linguista Claude Fauriel, intimo amico, smise di scriversi senza una ragione precisa da un giorno all’altro.
Dietro le molteplici seccature, le continue richieste di soldi, gli acciacchi e i decessi, la figura di Alessandro Manzoni resta - ne “La famiglia Manzoni” - fuggente ed elusiva. L’autore dei “Promessi Sposi”, chiuso nelle sue stanze, si perde dietro chissà quali pensieri: non ci viene detto come trascorresse le sue giornate o quali fossero le sue abitudini. Certo la sua non fu una vita piena di avventure o di eventi eclatanti; quanto piuttosto un tran tran di paziente sopportazione. Questa biografia di Natalia Ginzburg, non appassionante in senso stretto, è dunque il capillare elenco delle incombenze che occuparono le giornate, nel secolo Ottocento, di una famiglia tutto sommato ordinaria. Senonché, mano mano che le pagine scorrono, sono molti gli aneddoti interessanti; i dettagli che ci aiutano a inquadrare il contesto storico in cui visse uno degli autori più significativi della letteratura italiana.
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