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Recensioni di libri

Il ritorno a casa di Edith Wharton

Mattioli 1885, 2013 - A più di un secolo di distanza dall’orrore dei campi di battaglia della Prima guerra mondiale in Europa, in memoria di ciò che mai dovrebbe accadere, Edith Wharton raccoglie le sue riflessioni sul conflitto e le elabora pubblicando racconti di guerra.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 19-11-2022
Il ritorno a casa

Il ritorno a casa

  • Autore: Edith Wharton
  • Genere: Raccolte di racconti
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2013

A più di un secolo di distanza dall’orrore dei campi di battaglia della Prima guerra mondiale in Europa, in memoria di ciò che mai dovrebbe accadere, Edith Wharton raccoglie le sue riflessioni sul conflitto e le elabora pubblicando racconti di guerra.

Il ritorno a casa è una sua opera inedita, pubblicata in Italia nel 2013 da Mattioli 1885 Editore e curata da Nicola Manuppelli.
Edith Wharton, scrittrice e poetessa statunitense, donna di passione civile e impegno umanitario, amica intima di Henry James e di diversi intellettuali, quali Jean Cocteau e André Gide, conosceva la Francia e Parigi fin da bambina con il padre George e poi per essersi trasferita dopo il suo matrimonio infelice con il banchiere bostoniano, Edward Wharton, da cui ottenne il divorzio nel 1913.

Di lei e delle sue eroine letterarie si è scritto molto, e in questo sua opera Il ritorno a casa scritta nel 1915 narra la storia del tenente di cavalleria Jean de Réchamp, della guerra, della ricerca della sua famiglia e delle atrocità commesse dall’esercito tedesco nel nord est della Francia. In breve, la storia di un soldato che torna a casa, per alcuni studiosi appare come una rielaborazione dell’Odissea di Omero.

Chi narra è senza nome e raccoglierà dal volontario americano Geer, autista di ambulanze militari, la vicenda del giovane aristocratico francese e delle atrocità della guerra che non diminuivano col passare del tempo, quasi ci si dovesse abituare a quel tragico spettacolo.

In quei primi giorni, i frammenti di esperienza estorti a ciascuno parevano brandelli di carne mandati in aria dalle granate. Adesso le cose che sembravano disgiunte cominciano a collegarsi tra loro e dai campi di battaglia riemergono le ossa rotte della Storia.“

Jean apparteneva a una famiglia blasonata dell’autentica provincia francese nel cuore dei Vosgi, e spinto dal senso del dovere partì subito per il centro di addestramento dall’altra parte della Francia.
Da allora della sua famiglia non ebbe più notizie: le comunicazioni via posta e telegrafo vennero completamente interrotte. Chiedeva a chiunque andasse in licenza di informarsi della sua fidanzata, la signorina Malo, ma le uniche notizie furono che le linee nemiche erano vicino a Réchamp e la zona circondata non era più accessibile. Raccontava dei suoi genitori, del castello, del villaggio e dei Vosgi, magnifiche montagne in inverno e semplici colline in estate.
E di Yvonne, la sua fidanzata rimasta orfana a dieci anni e affidata alla tutela di un loro amico vicino di casa. Educata a Parigi, lo aveva fatto innamorare, anzi molto di più: ne capovolse il mondo e fece in modo che lui avvertisse i limiti di quel piccolo luogo che era la sua casa.

Quando a novembre la stretta dei tedeschi guidati dallo spietato ufficiale Scharlach si allentò, Jean riprese il cammino verso casa. Scharlach aveva una terribile reputazione di comandante, e le storie sulla sua brutalità correvano prima del suo arrivo.
Lungo la strada di ritorno erano state cancellate le pietre miliari e le indicazioni stradali dal nemico, ma fortunatamente Jean riuscirà ad arrivare al villaggio. Incendi e devastazione erano nei suoi occhi, e tra le rovine insieme ai suoi cari e sua nonna anche lei, Yvonne. La bellezza di Yvonne sembrava un ricordo lontano, “il viso era tirato e gli occhi non più misteriosi”.

Il racconto di Scharlach, degli omicidi, degli oltraggi e delle torture avevano corso il tempo, e dei luoghi di morte che lasciava dietro di lui: i soldati tedeschi saccheggiavano e bruciavano i villaggi, uccidendo i bambini e torturando le donne.
Il coraggio di Yvonne aveva salvato non solo il castello ma anche il villaggio: fredda, sicura, rapida nelle decisioni aveva saputo gestire con intelligenza la situazione nonostante avesse temuto il peggio.

C’erano piccole discrepanze nei dettagli e, qua e la, lacune nella narrazione. Ma tutti gli abitanti della casa, dall’astuta nonna all’ultimo disorientato garzone, erano concordi nel dire che la freddezza e il coraggio della signorina Malo aveva salvato il castello e il villaggio.

Ciò che era accaduto era sorprendente e indiscutibile: una vicenda per Jean, come i tanti orrori vissuti, solo da dimenticare. Il conflitto bellico sconvolse la vita di tutti anche quella di Edith Warthon, impegnata in Francia in numerose attività di volontariato che le valsero la Legion d’Onore.

Tra le poche voci femminili a raccontare la Prima guerra mondiale, Wharton scriverà che “la guerra aveva scosso fin dalle fondamenta la realtà”.
Testimone colta e raffinata del Novecento, nel breve racconto Il ritorno a casa indurrà nella narrazione della storia un mistero, ponendo luce sulle sue verità, sulla famiglia, sul patriarcato, sui costumi sociali e sulle donne. Da leggere!

Il ritorno a casa

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il ritorno a casa

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