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Premio Pulitzer

Chi era Edith Wharton, la prima donna premio Pulitzer della storia

Il 24 gennaio 1862 nasceva a New York Edith Wharton, scrittrice e poetessa. Sarebbe stata la prima donna della storia a ricevere il premio Pulitzer grazie al suo romanzo "L'età dell'innocenza" nel 1921. Scopriamo la sua vita e le sue opere.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 24-01-2022
Chi era Edith Wharton, la prima donna premio Pulitzer della storia

Il 24 gennaio 1862 nasceva a New York Edith Wharton, scrittrice e poetessa americana, prima donna della storia a ricevere il premio Pulitzer, ovvero il maggior riconoscimento letterario statunitense, nel 1921.

Scrittrice estremamente prolifica, durante la sua vita Edith Wharton avrebbe pubblicato una quarantina di volumi, spaziando dai romanzi ai racconti sino alla critica letteraria.

Scopriamo vita e opere della celebre autrice statunitense.

Edith Wharton: la vita

Edith Newbold Jones, questo il suo nome da nubile, nacque il 24 gennaio 1862 in una antica e facoltosa famiglia newyorkese. Era l’unica figlia femmina di George Frederic Jones e di Lucretia Stevens Rhinelander.
In tenera età Edith si trasferì in Europa per motivi di lavoro del padre e qui ebbe l’opportunità di apprendere le lingue, quali il francese, il tedesco e l’italiano.
Ricevette un’istruzione privata e, di conseguenza, trascorre la maggior parte della propria infanzia e adolescenza all’interno delle mura domestiche. Sviluppò un’indole sensibile e introspettiva, dedicandosi prevalentemente alla sue grandi passioni: la lettura e la storia dell’arte.

La giovane Edith rivelò un talento precoce. Scrisse il suo primo libro all’età di soli quattordici anni, firmandosi con lo pseudonimo maschile di David Oliveri. Nel frattempo componeva brevi racconti e poesie, alcune delle quali furono pubblicate sulla prestigiosa rivista americana Atlantic Monthly.

La sua vita prese una svolta decisiva in seguito al matrimonio con il ricco banchiere Edward Robbins Wharton che Edith sposò nel 1885, a ventitré anni.
Fu un matrimonio combinato e, purtroppo, infelice. Il marito Edward, di dodici anni maggiore di lei, aveva un carattere volubile e presto iniziò a mostrare i primi segni di disturbi mentali. Tradiva ripetutamente Edith che, in tutta risposta, si rifugiò ancora di più nella scrittura lavorando come collaboratrice per varie testate, tra cui il Magazine Scribner.
La situazione familiare divenne ben presto insostenibile, tanto da spingere Edith ad abbandonare il marito nel 1906 e a rifugiarsi in Francia. Il divorzio effettivo tra i due coniugi avverrà soltanto nel 1913, ma Edith manterrà sempre il cognome da sposata con il quale firmerà tutte le sue opere.

Visse in Francia, sua patria di adozione, per tutta la vita sino alla morte avvenuta il 11 agosto del 1937.

La carriera letteraria di Edith Wharton

Nel 1902 Edith pubblicò il suo primo romanzo The Valley of Decision, ambientato nell’Italia del XVIII secolo. Il successo tuttavia iniziò ad arrivare nel 1905 con il più celebre La casa dell’allegria che conteneva, tra le righe, una satira della società aristocratica e dei ceti privilegiati nordamericani. Da quel momento Edith Wharton iniziò a farsi una discreta fama come "storica del suo tempo" e “archeologa delle metropoli moderne”.

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Seguì il racconto lungo Ethan Frome (1911) che oggi è considerato il suo piccolo capolavoro, anche se meno noto al pubblico rispetto a L’età dell’innocenza. In Ethan Frome, Wharton narra la tragedia di un uomo dall’aspetto deforme, intrappolato in un matrimonio senza amore, che si innamora perdutamente della cugina di sua moglie, la giovane Mattie. Una storia breve ma densa di particolari e struggente, la critica oggi considera Ethan Frome l’opera meglio riuscita di Wharton.

In seguito l’autrice pubblicò Racconti di uomini e fantasmi (Tales of men and ghosts, 1911) in cui gioca a emulare gli scrittori britannici delle celebri ghosts stories.

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Dopo questi racconti più sperimentali e simil gotici Wharton tornò ai temi a lei cari, narrando di nuovo dell’aristocrazia statunitense con l’amaro L’usanza del paese (The custom of the country, 1913) che ispirò Sinclair Lewis. Venne poi il racconto Estate (Summer, 1917), il ritratto di una donna sullo sfondo di un repressivo New England.
E infine il suo capolavoro, L’età dell’innocenza (The age of innocence, 1920), una storia che narra le difficoltà di due amanti divisi dai pregiudizi dell’ambiente sociale.

L’età dell’innocenza e il premio Pulitzer

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Il dodicesimo romanzo di Edith Wharton, L’età dell’innocenza, portò la scrittrice al successo.
Il romanzo fu inizialmente pubblicato a puntate sulla rivista Pictorial Review e in seguito edito in volume dalla casa editrice D. Appleton and Company.
Nel libro Wharton narrava l’alta società newyorkese di inizio Novecento celando, tra le righe, un’aspra critica alla falsa apparenza della nobiltà del tempo. Una storia d’amore malinconica, che a giudizio della critica ricalcava il vuoto lasciato nell’autrice dalla perdita di un caro amico, lo scrittore Henry James.

Con L’età dell’innocenza Edith Wharton vinse il premio Pulitzer nel 1921. Era la prima donna della storia a riceverlo. Le fu riconosciuto di aver saputo narrare con grande efficacia i limiti e i conflitti della società aristocratica americana dei primi del Novecento.
In seguito scrisse altri romanzi, ma nessun libro riuscì a replicare il successo recatole dal celeberrimo L’età dell’innocenza.

Gli ultimi anni di Edith Wharton

Dopo la vittoria del Pulitzer, Edith Wharton trascorse il resto della sua vita scrivendo. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo Un figlio al fronte (1923) e Arrivano gli dei (1931).
Durante la Prima guerra mondiale Edith fece del suo meglio per proteggere i rifugiati dall’avanzata tedesca. Nascose numerosi amici e intellettuali nella sua dimora francese e raccolse fondi per aiutare gli sfollati istituendo i primi ostelli americani per rifugiati.
Per il suo solidale spirito d’iniziativa nel 1916 ricevette la Legion d’Onore del governo francese.

Nel 1937 Wharton pubblicò Ghosts, una celebre raccolta di racconti sui fantasmi, ispirata agli scritti dell’indimenticato Henry James.
La morte la colse nella sua casa di Saint-Brice-sous-Forêt, mentre stava lavorando al suo ultimo romanzo Bucanieri (The Buccaneers, Ndr) che lasciò incompiuto.

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