
Il libro di sabbia
- Autore: Jorge Luis Borges
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2018
Jorge Luis Borges, grandissimo scrittore nato alla fine dell’ottocento, è tra gli autori sudamericani più famosi in Europa. L’Aleph e Finzioni sono le sue opere più conosciute, i suoi racconti, come Funes, l’uomo della memoria e La biblioteca di Babele, sono ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo.
Un testo di altrettanta bellezza ma meno conosciuto è Il libro di sabbia (Adelphi, 2018, traduzione di Ilide Carmignani), una raccolta composta da due parti, una omonima e un’altra, aggiunta in seguito, che racchiude le sue ultime storie, scritte dal ’77 all’80.
Le opere di questo autore sono molto difficili da commentare, poiché le avventure che descrive, i personaggi che inventa, le scene assurde che mette in scena sono così pregne di significato che sarebbe difficile parlarne senza scrivere un flusso di coscienza illeggibile. Borges riesce, in pochissime pagine, ad aprire una porta verso un mondo incredibile, qualcosa che, seppur lontano da quello che vediamo ogni giorno, non è considerabile finzione. Il lettore, magari anche abituato allo stile dell’autore, non sa bene come comportarsi e non sa cosa aspettarsi quando gira pagina, poiché, quando si ha in mano un suo testo, la possibilità di capire prima la conclusione di un racconto è impossibile.
Ogni brano è una sorpresa, ogni personaggio è descritto con una delicatezza inedita, i giochi narrativi, come nel caso de La memoria di Shakespeare o di Utopia di un uomo stanco, attirano a sé il suo pubblico con dei risvolti inaspettati.
“All’alba” disse il poeta “mi sono svegliato dicendo le parole che all’inizio non capivo. Quelle parole sono un poema. Ho sentito di aver commesso un peccato, forse quello che lo spirito non perdona”.
“Quello che ci macchia entrambi” mormorò il Re. “Quello di aver conosciuto la bellezza, che è un dono vietato agli uomini. Ora ci tocca espiarlo”.
Il testo è pieno di racconti bellissimi; alcuni sono più enigmatici, altri invece sono solo un esercizio di stile. Tra i migliori ci sono sicuramente: L’altro, Lo specchio e la maschera, Il libro di sabbia e Venticinque agosto 1983.
I dubbi che pone l’autore e gli eventi improbabili che ci sbatte davanti sono solo un modo alternativo, e più diretto, per porre delle semplici domande o per fare delle semplici riflessioni. Lo specchio e la maschera, per esempio, in cinque pagine, riesce, con molta delicatezza, a parlare del tema del bello e della funzione dell’arte, e lo fa semplicemente mettendo in scena un Re, un poeta e i suoi poemi. Borges ha la capacità di trattare temi ampissimi, su cui sarebbe impossibile scrivere saggi, in quanto non finirebbero mai le cose da dire, con poche parole e senza perdersi mai.
Proprio a causa di questa complessità nascosta, leggere solo una volta le sue opere potrebbe non essere abbastanza. Questo lo spiega brevemente nell’epilogo, dove prova a dare una chiave di lettura ai suoi racconti, cercando, quando è possibile, di non esaurirne la potenza.
Il libro di sabbia è un testo che vaga tra i sogni del suo autore; il consiglio migliore è quello di tuffarsi nelle sue pagine e di immergersi nelle diverse storie che Borges ha scritto non molto tempo prima di morire.
Col passare degli anni, ogni uomo è costretto a sopportare il carico crescente della sua memoria. Io ero oppresso da due, che a volte si confondevano: la mia e quella dell’altro, incomunicabile.

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