Il fidanzamento del signor Hire
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2021
Il fidanzamento del signor Hire (Adelphi 2021, titolo originale Les Fiançailles de M. Hire, traduzione di Giorgio Pinotti) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) fu scritto a Marsilly, nella Charente Marittima, nell’autunno del 1932. Edito per la prima volta da Arthème Fayad nel marzo 1933, è stato pubblicato nel 1934 con la traduzione di Guido Cantini, nella collana I Gialli economici Mondadori.
Dal libro sono stati tratti due film: Panique (Panico, 1946) di Julien Duvivier, interpretato da Michel Simon, e Monsieur Hire (L’insolito caso di Mr. Hire, 1988) di Patrice Leconte, con Michel Blanc.
"La portinaia si schiarì la voce, bussò, poi disse guardando il catalogo della Belle Jardinière che teneva in mano: “C’è posta per lei, signor Hire”."
Come il signor Hire aveva socchiuso la porta, lo sguardo indagatore della portinaia era stato attirato da un altro oggetto: un asciugamano inzuppato di sangue, che con il suo rosso cupo si stagliava sul biancore del marmo. La portinaia, insospettita, si era avvolta in un secondo scialle, per coprirsi dal freddo che faceva fuori, le auto procedevano a passo d’uomo per via dello strato di ghiaccio e i radiatori esalavano vapore, mentre la campagna, gli alberi e i campi erano bianchi di brina, ed era corsa a parlare con l’ispettore.
A Villejuif, periferia di Parigi, erano ormai quindici giorni che l’ispettore, insieme a due colleghi, passava le giornate, e a volte anche intere nottate, a sorvegliare il quartiere, e ormai cominciava a conoscere molti di vista. Vi era stato l’omicidio di una giovane donna, forse una prostituta, il cui corpo era stato trovato in un terreno abbandonato lì vicino.
“Ieri ero ancora incerta, ma dopo quello che ho appena visto mi gioco la testa che è il signor Hire”.
Basso, grassoccio, coi baffi arricciati, sempre una cartella nera sotto il braccio, l’uomo usciva il mattino per tornare la sera. Il signor Hire, piccolo truffatore di origine ebraica, che aveva pochi rapporti con le donne, a parte qualche rara visita al bordello e poco tollerato dai vicini, con un grosso cerotto sulla guancia, rappresentava il candidato ideale per impersonare la parte del “mostro”. Cosa mai avrebbero pensato i vicini e la polizia se avessero saputo che il signor Hire aveva l’inquietante abitudine di spiare, attraverso le finestre, ogni attimo dell’esistenza della vicina Alice, compresi i momenti di intimità col suo amante Emile? Inoltre sotto le unghie della donna assassinata la polizia aveva rinvenuto dei frammenti di epidermide, e poiché non c’erano altre piste da seguire nel fascicolo era stato annotato:
“Tenere d’occhio soprattutto gli uomini che hanno escoriazioni sul viso”.
In questo noir, Simenon scatena la sua vena e la sua fantasia componendo la tragica storia di un uomo solo, condannato dalla morbosa curiosità dei suoi vicini, che lo hanno condannato senza prove evidenti, la cui unica colpa, se così la possiamo definire, è il voyeurismo nei confronti dalla sua vicina di casa, Alice.
Non è un caso se la copertina del libro rappresentata un particolare di “Cortile interno al n. 48 di rue de Lille, Parigi” (1906), di Edward Hopper, il pittore della solitudine e del silenzio, proprio come Hire, uomo solo e silenzioso. In maniera magistrale Simenon mette in scena la tragedia di un uomo grottesco, ridicolo, che ha un allevamento di cavie bianche ed è un virtuoso delle piste di bowling, la cui vicenda esistenziale i lettori, loro malgrado, osservano con morbosa curiosità.
“Sarei pronta a giurare che quando gli ho consegnato il catalogo non era ferito. Non l’ho guardato in faccia, però lo vedevo e credo che mi sarei accorta se…”.
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