Il caso Agresti
- Autore: Elda Lanza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2021
Il caso Agresti (Salani, 2021) è il dodicesimo libro di Elda Lanza (Milano, 5 ottobre 1924 – Castelnuovo Scrivia, 10 novembre 2019) con protagonista l’avvocato Max Gilardi. Questo romanzo esce postumo dopo la scomparsa della giornalista, scrittrice ed esperta di comunicazione, docente di Storia del costume, la quale era stata riconosciuta come la nuova signora del giallo italiano.
“Una storia pasticciata”, la vicenda giudiziaria che molti anni prima aveva visto coinvolto il deputato Ugo Strasi, condannato nel processo Agresti e morto in carcere due anni dopo. Max Gilardi, all’epoca in uno dei suoi primi processi, aveva contribuito all’arresto e alla condanna di Strasi, che era stato riconosciuto colluso in una specie di consorteria legata alla gestione dei rifiuti da parte della malavita, che prelevava al Nord e seppelliva al Sud. Era passato talmente tanto tempo che Max faticava a ricordare come fosse entrato in questa storia. Gilardi ai tempi era stato coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di una certa Irina Agresti, che vedeva coinvolta Alisja Agresti, la sorella gemella con cui faceva coppia in teatro e in televisione. Era stato dimostrato che Alisja Agresti non conosceva e non era in rapporti con gli elementi della malavita organizzata, che frequentavano Ugo Strasi offrendogli in cambio vantaggi economici e politici. Mentre lo Strasi era stato condannato come mandante di un omicidio e per collusione con la malavita organizzata, lei era riuscita a cavarsela.
Stefania Crosio del Cerreto, vedova Strasi, lo stesso giorno che era stata ammazzata alla stazione di Napoli, certa dell’innocenza del marito, aveva parlato con l’avvocato Gilardi e preso un appuntamento per il giorno seguente. Era chiaro che l’intenzione della vedova Strasi fosse quello di voler fare riaprire il processo per riabilitare la memoria del marito, come era ancora più chiaro che Stefania Crosio del Cerreto era stata uccisa, perché stava sollevando polvere. Ecco perché in base a nuove prove, che presto avrebbe esibito, l’avvocato Max Gilardi chiedeva di riaprire il caso di Ugo Strasi, condannato e morto di infarto in carcere. Non era solo la coscienza di Gilardi che gli imponeva questo passo pericoloso e periglioso, “ma quella cosa che ci hanno insegnato e che si chiama giustizia”.
L’intricata faccenda si era ancor di più complicata quando Alisja Agresti era scampata a una selvaggia aggressione di fronte al cancello della sua villa in Umbria. Per vederci chiaro Gilardi si era recato in Umbria, ripensando a quella complicata faccenda di quasi vent’anni prima, ritornando a quei giorni. Quindi ricordare come quella storia fosse iniziata, quando facendosi annunciare da un fastidioso ticchettio di tacchi sul pavimento del corridoio del suo studio, una donna alta quasi un metro e ottanta, vestita in maniera appariscente, caschetto biondo platino, viso minuto con molto trucco, aveva dichiarato di essere “la signorina Alisja Agresti, vengo da Milano”.
Straordinario come Max Gilardi, qui ritratto con vent’anni di meno, possieda già perspicacia e intuito, qualità fondamentali per risolvere il rebus, che una brava ed empatica scrittrice come Elda Lanza si divertiva a costruire attorno all’affascinante avvocato. Ed è altrettanto straordinario che a distanza di quasi un anno e mezzo dalla scomparsa della compianta autrice, il suo personaggio amatissimo, grazie a nuove imperdibili vicende giudiziarie, continui a fare compagnia ai suoi affezionati lettori.
Il caso Agresti
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